▸ Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vincende scritte qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo.
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Dakota's pov
"Ragazze???" Jamie ci chiama dal cortile, per spronarci a uscire di casa immediatamente. Stiamo portando le bambine a scuola ma, grazie a me, hanno fatto tardi, dato che ho insistito per andare con loro. Io e Jamie poi andremo a fare colazione insieme da qualche parte, come piace a noi.
"Un attimo!" Rispondo, aiutando la piccola Elva ad indossare il suo giacchetto. Dulcie è già pronta, in piedi accanto a me, che stringe la borsa della mensa in una mano e lo zainetto sulle spalle. "Ecco fatto!" Mormoro, alzando la cerniera lampo di Elva. "Andiamo, dai..." Mi alzo in piedi e le porto fuori, le prendo per mano e raggiungiamo Jamie che sta in piedi accanto alla macchina, piuttosto contrariato. Ha le braccia incrociate. Si gira verso di noi dopo qualche secondo.
"Oh, finalmente!" Si lamenta, allargando le braccia con un gesto teatrale. "Salite su, andiamo.." Apre la portiera dalla macchina e va salire le piccole sui sedili posteriori, chiude lo sportello e poi mi rivolge un sorrisetto enigmatico, facendo salire anche me e aprendomi la portiera. Galante come sempre. È una delle qualità che ho sempre apprezzato di lui, fin dal primo momento..
"Ma grazie.." Gli dico, arricciando le labbra. Lui mi sorride dolcemente in risposta e poi fa il giro dell'auto, mettendosi al posto di guida. Mette in moto e poi si immette nel traffico. Siamo tornati lunedì pomeriggio dal nostro weekend ad Aspen, ed è stato meraviglioso passare qualche giorno li. Ci siamo divertiti un mondo. Siamo stati nel cottage di famiglia, solo noi quattro... uno dei weekend più belli di sempre. Ho fatto vedere alle piccole i posti dove mi piaceva andare quando ero piccola, e loro ne erano davvero entusiaste. Jamie, invece, lo era un po' meno quando gli ho raccontato de "i fidanzatini del posto". In compenso abbiamo passato delle bellissime giornate tutti insieme. Lo scorso anno ho passato lì il Natale, come sempre, con la mia famiglia, e Jamie invece lo ha passato con le bambine a Londra. Chissà se quest'anno lo passeremo insieme... spero proprio di sì, dato che adesso viviamo insieme e le piccole vivono con noi. Una volta arrivati a scuola, Jamie ed io scendiamo e prendiamo le bambine per mano. Le accompagniamo in classe e le salutiamo e poi usciamo fuori, tenendoci per mano.
"Sono proprio adorabili..." Mormoro, sorridendo.
"Già, lo sono.." Risponde Jamie, incapace di non sorridere quando si parla delle piccole. Si gira un attimo a guardarmi, mentre ci dirigiamo verso la macchina. "Allora, andiamo a fare colazione?"
"Certo!" Rispondo. Una volta arrivati alla macchina, ecco che iniziamo a litigare per chi deve guidare. So benissimo quanto lui odi la mia guida spericolata, però ho proprio voglia di guidare... alla fine, dopo qualche minuto, si arrende e mi lascia le chiavi dell'auto. Lui si sistema sul sedile del passeggero, mettendosi la cintura di sicurezza per prendermi in giro. Io, per dispetto, gli faccio la linguaccia. Metto in moto, mantenendo la mia velocità, e arriviamo allo Starbucks più vicino. Parcheggiamo e scendiamo dall'auto. Mentre metto un piede giù, Jamie fa il giro dell'auto e viene ad aiutarmi, galante come sempre, e nel frattempo controlla che non ci siano paparazzi. Quando ci siamo noi due insieme la situazione peggiore, perché ci seguirebbero anche in bagno pur di avere nostre foto. Chiude lo sportello per me, mentre io tiro fuori il telefono dalla borsa per leggere il messaggio che ho appena ricevuto. "Cavolo!!"
"Che c'è?" Mi chiede, preoccupato.
"Me n'ero completamente dimenticata!" Mormoro, sbuffando. "Mercoledì devo essere a New York per un'evento di intimissimi. Aprono un nuovo store sulla 601 Fifth Avenue e vogliono che partecipi insieme ad Irina." Lo informo, rimettendo il cellulare nella borsa.
"Ah..." Annuisce. "Quindi, non ti va di andare?" Chiede, mettendo un braccio sullo sportello della macchina, intrappolandomi. Non mi dispiace affatto questa vicinanza, e non posso fare a meno di sorridere e mordermi il labbro inferiore.
"Diciamo che preferirei stare con te." Ribatto.
"Oh, lo so... lo so.. sono così divertente che non riesci a stare lontana da me. È semplice, non andare se non ti va." Mi dice, scrollando le spalle. A dire la verità, mi piacerebbe se venisse insieme a me, ma so che è impossibile perché non può far spostare di nuovo le bambine, sarebbe troppo stressante.
"Vedremo..." Sospiro, accennando un sorriso.
"Dai, entriamo adesso.." Mormora, mettendomi un braccio intorno alle spalle e dandomi un bacio tra i capelli. Io sorrido di nuovo e gli avvolgo le braccia intorno ai fianchi, grata di averlo accanto a me. Entriamo nel locale e ci sediamo, ordiniamo le solite cose per la colazione e poi aspettiamo. Io adoro New York, ma sinceramente non mi va di separarmi da lui per niente al mondo. Non dopo tutti questi giorni meravigliosi che abbiamo passato insieme, ma non c'è alternativa... o vado da sola o non vado. "C'è qualcosa che non va?" Mi chiede, scrutandomi.
"No.." Scuoto la testa. Lui insiste, aggrottando la fronte, e io sono costretta a chiatte il vuotare il sacco. "Stavo pensando a New York... Lo so che è stupido, ma non mi va di separarmi da te, anche se solo per qualche giorno, e non posso nemmeno rifiutarmi di andare all'evento perché l'ho già fatto per l'evento italiano di qualche settimana fa." Gli spiego.
"Vorresti che venissi con te a New York?" Mi sorride, io non rispondo, mi limito ad alzare gli occhi al cielo per non dargli filo da torcere. "Perché non me lo hai semplicemente chiesto?" Chiede, stringendosi nelle spalle con molta scioltezza.
"Perché sarebbe troppo complicato. Come fai con le bambine? Non puoi metterle di nuovo su un aereo e portarle via da casa per colpa mia." Gli dico. So benissimo come sia vivere in questo modo, per me è stato bello, ma al tempo stesso anche molto stressante e confusionario.
"Potremmo affidarle a tua madre." Risponde. "Proprio l'altro giorno ha detto che amerebbe da morire passare qualche giorno con loro, no? E poi le piccole l'adorano. Se lei è d'accordo, per me non ci sono problemi." Mi spiega, lasciandomi quasi a bocca aperta per la rapidità della cosa.
"E verresti a New York con me? Pensavo che odiassi New York!!" Ridacchio, allungando la mano verso la sua sul tavolo. Lui abbassa il viso e sorride in quel modo meraviglioso.
"Odiavo anche Los Angeles, e guarda un po'.. adesso ci vivo." Mi dice. Io piego la testa di lato. Non voglio che si senta costretto, ma prima che io apra bocca per dire qualcosa, lui si avvicina a me. "Smettila di preoccuparti. Sono molto felice di accompagnarti, se ti fa piacere..."
"Allora, va bene... ma prima assicuriamoci che vada tutto bene con le piccole, okay?" Chiedo. Lui annuisce, poi mi sorride di nuovo. Mi sento già esaltata da morire al pensiero di noi due soli a New York per qualche giorno, sarà proprio fantastico!!
💖💖
Buonasera!

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Damie • The love affair II
Fanfiction▸ Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vincende scritte qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo. Sequel di 'The love aff...