Capitolo 146.

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Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vincende scritte  qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo.

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Dakota's pov

Per la prima volta da quando sono qui le bambine, o più che altro Elva, sta facendo i capricci, e non riesce proprio a stare tranquilla. Jamie ha passato l'intera nottata facendo avanti e dietro insieme a lei. Io gli ho chiesto se avesse bisogno di aiuto più volte, ma non ha voluto darmi retta e mi ha detto di pensare a Dulcie, la quale si sentiva agitata sentendo la sorellina urlare così.

« Finisci da sola? Io vado a vedere papà come se la cava con Elva. » Le dico, accarezzandole i capelli. Jamie è con la piccola in camera da letto, mentre invece io e Dulcie abbiamo preparato la colazione, e lei adesso sta finendo la sua tazza di latte, guardando i cartoni. Lei annuisce, quindi io mi alzo e vado verso la stanza delle bambine. Scosto la porta, e vedo Jamie seduto sulla sedia a dondolo, che culla la piccola tra le sue braccia. « Va tutto bene? » Chiedo a bassa voce. Lui annuisce, poi prende Elva e la fa stendere nel suo lettino. Sembra che questa tortura sia finita. La controlla ancora una volta, poi esce dalla sua stanza e chiude la porta.

« Credo che sia finita. » Sospira, e si appoggia contro il muro. Gli passo una mano tra i capelli. Sembra stanco morto, e credo che abbia tantissimo sonno.. stanotte non ha proprio chiuso occhio.

« Vai a dormire un po'.. hai la faccia stanchissima. » Dico, abbracciandolo. « Ci penso io a Dulcie, stai tranquillo.. » Lui annuisce, e mi bacia il palmo della mano. Fa per allontanarsi dalla camera da letto, e proprio in questo momento Elva ricomincia a piangere. Lui alza gli occhi al cielo, e poi sbuffa.

« No! Non di nuovo! » Nasconde la faccia tra le mani. « Per favore, occupati tu di Dulcie. » Dice. Io annuisco, e lui torna in camera di Elva. Quando torno in cucina, Dulcie sta facendo ancora colazione, ipnotizzata dalla TV. Dopo averla vestita, credo che la porterò a giocare fuori con Zeppelin. Nè a me nè a Jamie piace che sia così in fissa con la televisione, non è per niente sano. Infatti passiamo tutta la giornata a giocare con Zeppelin, facciamo dei bagni in piscina, e solo dopo una bella giornata al sole, le permetto di andare a vedere i cartoni. Jamie non è uscito da quella stanza per tutta la giornata, e io odio per poterlo aiutare. Vorrei tanto, ma lui non me lo permette.

« Voglio vedere papà! » Mi dice Dulcie.

« Va bene, andiamo.. però fai silenzio, può darsi che Elva stia finalmente dormendo. Papà ha lottato tutta la giornata per farla dormire. Okay? » Le chiedo. Lei annuisce, e andiamo mano nella mano nella loro stanzetta. C'è la porta chiusa, quindi la scosto di poco e vediamo Elva in braccio a Jamie, finalmente calma, con gli occhi chiusi. Jamie invece si passa una mano tra i capelli, accennando un sorriso.

« Papà!! » Esclama Dulcie, facendo alzare Elva dalle gambe di Jamie.

« Dulcie!! » Impreca Jamie, alzando la voce, come non ha mai fatto facendo a me e io prendo Dulcie per le spalle, riportandola verso di me. Le avevo detto di fare silenzio. Elva ricomincia a piangere disperatamente , e Jamie si alza, ricominciando a fare avanti e indietro con lei tra le braccia.

« Vieni, Dulcie.. » Le dico, lanciando un occhiataccia a Jamie. Non c'era bisogno di urlare così contro la bambina. Usciamo dalla loro stanza e Dulcie comincia a piangere, singhiozzando. « Oh, piccola. » La prendo in braccio e la coccolo, cercando di calmarla. Le avevo detto di fare silenzio, ma ovviamente quando ha visto il suo papà non ha capito più niente e voleva solo un po' di affetto da paghe sua, la capisco.. Ho sbagliato io, non avrei dovuto portarla lì. Ci sediamo sul divano, e lei continua a piangere sul mio petto. Mi si stringe il cuore a sentirla così.. questa bambina è talmente dolce e affettuosa, non merita niente di male. « Tesoro, papà è solo un po' nervoso perché non dorme da giorni.. non voleva urlarti addosso, vedrai che appena Elva la smetterà di piangere sarà tutto per te, come sempre. Capito? » Lei annuisce, e io le asciugo i lacrimoni sulle guance. « Ora fammi un bel sorriso. » Le dico, e lei sforza un meraviglioso sorriso. « Così ti voglio! »

« Ho sonno, 'Kota. » Mi dice. Credo che sia proprio ora di farla dormire, dato che ha già cenato e oggi ha giocato tantissimo.

« Andiamo, ti metto a letto. » Le dico, e la porto in bagno per lavarle i denti, poi in camera da letto le infilo il pigiamino. « Dormi nel lettone stanotte, va bene? Siccome papà è con Elva nella vostra stanza, tu dormi qui con me. » Le dico e lei annuisce. Si addormenta appena posa la testa sul cuscino. Io ne approfitto per tornare di là e mettere a posto la cucina. Capisco perché Jamie abbia reagito così, ma non doveva urlarle contro cosi. È solo una bambina, e non è giusto che si sfoghi con lei. Non credo che sia mai successo prima, forse perché prima lui ed Amelia riuscivano ad evitare certe situazioni, ma adesso ho provato ad aiutarlo io e lui ha rifiutato il mio aiuto. Devo assolutamente parlargli, e spero che esca di lì il prima possibile. Mentre sto lavando i piatti, ecco che lo sento arrivare in cucina.

« Ti ho conservato della pizza, la vuoi? » Chiedo. Lui si mette di fronte a me, sedendosi al bancone e scuote la testa. Elva deve essersi addormentata finalmente. Credo che sappia cosa sto per dirgli, dato che abbassa il viso come se fosse colpevole. « Credo che Dulcie sia molto arrabbiata con te. Jamie, perché lei hai urlato contro così? È solo una bambina.. » Gli faccio notare.

« Mi dispiace. Non volevo.. adesso dov'è? » Mi chiede.

« Sta dormendo in camera nostra. Aveva sonno... » Rispondo. « Jamie, perché non chiami Amelia? » Chiedo. Lui alza lo sguardo verso di me, con gli occhi sbarrati.

« Cosa? »

« Lo dico per te.. Può darsi che le succeda spesso. Magari lei sa come fare per calmarla, magari è qualcosa che le succede sempre. » Gli spiego.

« Non se ne parla! Io so come gestire le mie figlie! » Sbotta, alzando di nuovo la voce.

« Certo che lo sai, ma in questo momento così particolare forse... » Mi interrompe.

« Non dirmi cosa fare con le mie figlie. » Mi dice, senza alzare la voce come prima, ma fa comunque male. Il cuore mi sprofonda nel petto. Nei suoi occhi leggo solo rabbia e tristezza in questo momento. Non lo riconosco proprio in questo momento. Mi tornano in mente tutti i momenti in cui ha detto che eravamo una famiglia, che voleva che io fossi una figura di riferimento per le sue figlie, e adesso...

« Ma vai al diavolo. » È l'unica cosa che riesco a dire, prima di lasciare la cucina, lasciandolo da solo al bancone. Non posso crederci che mi abbia detto una cosa del genere. 

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Sarò strana ma adoro farli litigare 😂

Damie • The love affair. Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin