Capitolo 48.

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  Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Niente di ciò che é scritto qui è dentro fa riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo.

● ● ●

Jamie's pov.

L'ho fatto.

Ho appena rovinato la cosa più bella che mi sia mai capitata nella vita.

È come se mi avessero strappato via il cuore dal petto, anche se sono stato io a farlo. Ma l'ho fatto per lei.

Solo per lei.

La mancanza di lei mi stava facendo impazzire, non ero più me stesso, padrone delle mie azioni e le ho concesso u ultimatum, mettendola in difficoltà, facendola preoccupare.

Potevo sentire quanto fosse spaventata, e terrorizzata..

Da me? Dalla mia idea pazza? Da tutto questo? Le ho chiesto troppo, e le ho fatto del male, cosa che avevo giurato di non fare mai più. Avevo giurato che non avrei mai visto i suoi occhi azzurri accerchiarsi di rosso e soffrire per colpa mia. Ricordo benissimo quando l'ho trovata nella doccia, dopo la premiere di Londra. Ricordo la sua sofferenza, ero io a farla stare così..

Solo io, era solo colpa mia.

Posso solo immaginante come stia adesso. Beh.. Perlomeno questa sarà l'ultima volta che sta male per colpa mia, perché da adesso saremo semplicemente ciò che saremmo dovuti essere dall'inizio.. Due costars.

Ma chi voglio prendere in giro?

Non lo eravamo quando ero ancora sposato, e sicuramente non cominceremo ad esserlo adesso, non solo tutto quello che c'è stato. I ricordi dell'ultimo anno mi ripercorrono la mente come un fulmine. Tutti i 'ti amo', le liti, i baci, il fare l'amore... I nostri incontri segreti sul set, i momenti rubati, quando ci siamo innamorati.. L'appartamento di New York. Mi prendo disperatamente la testa tra le mani.

Come farò a vivere senza di lei? 

Stavo impazzendo e si trattava solo di qualche giorno, come farò adesso che ho rinunciato a passare tutta la mia vita insieme a lei? Impazzirò davvero questa volta. Ma non posso fare altrimenti.

L'ho fatto per il suo bene.

Piano piano, andrà avanti è starà meglio senza di me.

« Papà? Stai piangendo? » mi chiede Dulcie, mettendosi di fronte a me. Scuoto la testa, cercando di nascondere il viso.

« Piccola.. » mi chino su di lei e la sollevo, prendendola in braccio. « Va tutto bene. » le dico, sforzando un sorriso.

« Dakota ti ha fatto arrabbiare? » mi chiede. Nel sentire il suo nome, il cuore mi sprofonda nel petto. È incredibile il modo in cui mi manchi.

« No, piccola... Sono io che ho fatto arrabbiate lei. Ho fatto lo stupido. » mormoro.

« Cos'hai fatto? » insiste.

« L'ho fatta arrabbiare davvero tanto. » rispondo, abbassando il viso. Mi fa così male ricordare il suo tono al cellulare. Era completamente distrutta.

« Ma io voglio giocare con lei, papà! » protesta Dulcie. Le accarezzo i capelli.

« Non credo sia più possibile, tesoro mio. » le dico dolcemente. Lei mette il broncio, e quando sto per continuare a parlarle, ecco che Amelia piomba alle mie spalle.

« Ciao.. » dice, posando le chiavi sul mobile accanto alla porta. Dalla sua espressione deduco che abbia sentito già tutto, e che mi abbia spiato.

« Mamma! » Dulcie scende dalle mie gambe e corre tra le sue braccia. Amelia l'abbraccia, poi le dà qualcosa dalla sua borsa e Dulcie scappa via entusiasta. Amelia mi guarda, mettendosi le mani in tasca, non sapendo cosa dire esattamente.

« Scusa, non volevo origliare.. » mormora.

« Tranquilla, tanto lo avresti saputo comunque in poco tempo. » le dico, fissando le mie dita intrecciate in grembo.

Dakota intrecciava sempre le mani così.

Aveva tutto un suo modo elegante e grazioso di farlo. Ma lei era sempre elegante, non importa cosa stesse facendo.

« Posso chiederti come mai? » mi chiede.

« Ho rovinato tutto. » mi limito a dire. Non voglio di certo parlare di Dakota e del perché è finita tra di noi con Amelia. Non perché penso che possa dire qualche cattiveria al riguardo, ma in questo periodo non é stata il massimo della simpatia nei suoi confronti.

« Si, questo lo avevo capito.. Credo di meritare una spiegazione diversa da quella che hai dato a una bambina di pochi anni. » dice, incrociando le braccia. 

Perché le interessa tanto?

« Questo è ciò che mi sento di dire, mi dispiace. » mi alzo dallo sgabello, e faccio per sorpassarla, ma lei mi afferra il braccio.

« Mi dispiace vederti così. » dice. Io annuisco, distogliendo lo sguardo. « Magari se hai bisogno di stare in compagnia puoi stare qui. Giusto per non stare da solo. C'è tanto spazio qui, e sono sicura che Dulcie e la piccola ne sarebbero felici. » mi propone. Prima di rispondere, cerco di pensare a cosa mi avrebbe risposto Dakota in proposito.

« Ti ringrazio, ma in questo momento ho bisogno di stare un po' da solo. Comunque non temere, ci penso io alle piccole.. » dico.

« Dico sul serio. So che pensi che questa non sia più casa tua, ma non è così.. Qui sei il benvenuto. » continua.

« Va bene, grazie. » dico velocemente, accennando un sorriso.

Mi manca da morire..

Mi libero dalla sua stretta e vado in bagno, chiudendo la porta a chiave. Mi lascio andare contro il muro, cadendo a terra disperato. Mi lascio andare.. E piango, piango, piango, piango per la mancanza di lei. Se fosse qui, mi stringerebbe forte a sè. Si metterebbe tra le mie braccia.

Mi manca il suo amore.

Sono passate poche ore e già sento di non poter fare a meno di lei. Non so come farò ad andare avanti, ma devo trovare un modo, come farà anche lei.

Damie • The love affair. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora