Capitolo 103.

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Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Niente di ciò che é scritto qui è dentro fa riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo.

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Dakota's pov.

« Andiamo, vieni. » Jamie mi apre la portiera della macchina, mi prende la mano e mi aiuta a scendere dalla macchina. Faccio scendere anche Zeppelin, che corre felice sul prato verde. Io mi stringo più forte al suo braccio, ammirando il suo sguardo felice e spensierato. Siamo nel vialetto della sua casa di Los Angeles, quella che si trova a dieci minuti da casa di mia madre, dove non siamo mai stati. Ricordo che quando la comprò noi stavamo insieme da poco, e voleva disperatamente passare più tempo qui a Los Angeles con me. Solo che, non so per per quale motivo, alla fine non ci abbiamo passato nemmeno un minuto. Così come non siamo mai stati a casa mia. Siamo sempre stati nel nostro piccolo 'appartamento'.

« Perché siamo qui? » Gli chiedo, stringendogli sempre la mano. Non riesco a togliergli gli occhi di dosso, quest'uomo è decisamente troppo bello per questo mondo. Osservo il suo profilo, la linea della sua mascella, la barba..

« Perché adesso che le cose sono diventate serie, non possiamo più stare in quel minuscolo appartamento. Quello andava bene per l'inizio della nostra storia, ma adesso non più.. » Mi dice. Io sorrido in risposta.

« Quindi? Che cosa vuoi dire? » Gli chiedo, non vedo l'ora di sapere cosa ha in mente. Qualsiasi cosa sia, lui sembra molto entusiasta dell'idea. E quando Jamie è felice per qualcosa, riesce a contagiare tutto il mondo. È impossibile non essere felice insieme a lui.

« Aspetta e vedrai, sei proprio frettolosa oggi. » Mi prende in giro, stringendomi più forte a lui. Io ridacchio e lascio che mi abbracci più forte. Entrambi entriamo in casa. L'ambiente è davvero accogliente, pieno di piante e molto luminoso. « Okay, mettiti lì.. perfetto! » Jamie mi sposta accanto alla porta principale, tenendomi per le spalle.

« Ma che fai? » Gli chiedo, divertita dal suo modo di fare. Sembra davvero agitato, non credo di averlo mai visto così agitato.

« Lasciami fare. » Ribatte, con aria vanitosa. « Allora, immagina di tornare tardi dal set di uno dei tuoi film, di essere stanca e assonnata, tu lanci via le scarpe, come fai sempre.. e ci sono le bambine che corrono di qua e di là, sbattendo ovunque. » Ridacchio. « E poi vedi me.. proprio qui. » Va verso il tavolo del salotto. « Che preparo una deliziosa cenetta per noi... Insomma, quello che voglio dire è.. » Sospira, poi si avvicina a me. « Che voglio tutto questo con te, insomma.. non la parte delle bambine che si fanno male, però.. voglio tutto questo con te. Voglio vivere qui con te, in modo definitivo. Ogni giorno. Non in quel minuscolo appartamento, non nella mia casa di Londra per metà settimana, non nella tua casa di Los Angeles, ma qui. » Mi prende il viso tra le mani, tremolante e con gli occhi spalancati. Mi guarda nel suo modo adorabile, quello che mi fa sempre tremare le gambe e mi fa sentire come se fossi la cosa più preziosa del mondo. « Io e te. Sempre. Che ne dici? »

« Io.. io non so cosa dire, Jamie. È totalmente inaspettato, io non immaginavo che tu avessi in mente di cambiare casa. » Gli butto le braccia al collo, entusiasta, e lo abbraccio forte. Non riesco a non emozionarmi quando si parla di noi due, sono ancora incredula del fatto che siamo arrivati fin qui insieme.

« Ci pensavo da un po'.. è tempo di fare le cose per bene. Che ne dici? Sei d'accordo? » Mi chiede, felice come non mai. Come potrei mai dirgli di no, anche solo guardando quel sorriso meraviglioso sul suo volto? Gli accarezzo il viso.

« Oh, Jamie.. certo che sì! » Rispondo. Lui mi solleva e mi fa girare tra le sue braccia, tenendomi stretta a sè.

« Sono così felice! » Esclama, mettendomi giù. « Vedrai, sarà grandioso. Finalmente vivremo in modo stabile. » Mormora, sorridendomi.

« Aspetta, quindi come farai con le bambine? Non andrai a vederle ogni settimana? » Gli chiedo. Non voglio che smetta di vedere le sue figlie ogni volta che vuole, so benissimo quanto sono importanti per lui, e quanto abbia assolutamente bisogno di vederle e passare del tempo con loro ogni volta che vuole.

« Per quello dobbiamo ridefinire gli accordi, stabilendo i periodi in cui potrò vederle. Andrà tutto bene, le vedrò comunque ogni volta che vorrò, solo che non lo deciderò io, ma avremo dei periodi prestabiliti. » Mi spiega.

« A me basta che tu possa stare con loro ogni volta che ne hai bisogno. So benissimo quando questo sia importante per te, quanto loro siano importanti per te. » Gli dico, abbracciandolo. Lui mi stringe forte a sè, sospirando.

« E sarà così, infatti. Ricordati che anche tu sei importante per me, e che non vedo l'ora di stare con te in questa casa. » Mi sorride, spostandomi i capelli dal viso.

« La nostra casa. » Mormoro, orgogliosa. Questa sarà davvero la nostra casa, una casa vera e propria, non un buco dove scappare per stare lontani dal mondo intero.

« Già.. dobbiamo solo portare tutte le nostre cose qui. » Mi dice « Possiamo cominciare anche subito, quando ti va. »

« Ci sto! » Esclamo, poi lo bacio. « Torniamo a casa, così possiamo già cominciare a preparare tutto. » Gli prendo la mano, e ci avvicinano verso la porta d'ingresso.

« Non vedi proprio l'ora, eh? » Avvolge un braccio intorno alle mie spalle, baciandomi la fronte. « Andiamo. » Io annuisco, e lui chiude la porta principale. I miei sensi di colpa scelgono proprio per questo momento per tormentarmi.

« Ti ho già detto che mi dispiace da morire per il matrimonio? » Gli chiedo, abbracciandolo da dietro.

« Hey, ho deciso io di non andarci, non sei stata tu a dirmi di non andare. » Mi dice, poi si gira verso di me e mi prende il viso tra le mani. « Perciò smettila di sentirti in colpa, okay? Non mi sarò perso chissà cosa, e presto farò un paio di telefonate per scusarmi. Preferisco di gran lunga passare del tempo insieme a te. » Dice, poi mi bacia dolcemente.

« Si, facendo gli scatoloni.. » Ridacchio. Lui mi prende per mano, e ci avviamo verso la macchina parcheggiata davanti casa.

« È comunque un modo per ammirarti mentre ti pieghi sugli scatoloni. » Mormora con tono malizioso, alzando un sopracciglio.

« Stessa cosa per me. » Ribatto. Entrambi ridiamo, felici del semplice fatto di stare insieme, felici del nostro amore e di tutto ciò che stiamo costruendo insieme.

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Che ne pensate?

Damie • The love affair. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora