Capitolo 103 Demone Sul Volto E Angelo Nel Cuore

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Nota d'autore: questo capitolo è un po' lungo e ve lo volevo scrivere qui sopra per avvisarvi. Però ho voluto scrivere tutto quello che avevo in mente qui, per motivi di spazio nei capitoli successivi e per non rallentare la storia. L'argomento che tocco qui in realtà volevo portarlo già da un po'. Dedico questo particolare capitolo a tutte le donne e spero sinceramente di non offendere nessuno. Come sempre se il capitolo vi è piaciuto: votate, commentate e condividete. Fino alla prossima. See ya!

Rebel si risvegliò poco dopo che il paesaggio del ricordo condiviso scomparve e con lui anche gli altri che erano presenti; ovviamente anche se all'interno del "sogno" sembravano essere passati appena pochi minuti, nel mondo reale erano passate almeno 7 o 8 ore.
Benché il mio doppio fosse cosciente, sentiva il suo corpo più pesante di un macigno e riusciva a fare solo pochi lenti movimenti con le braccia e con le gambe.

"Ma cosa...?", iniziò Rebel prima di essere interrotto da Pestilenza.

"Meglio che non ci provi neanche a muoverti zuccherino, sei rimasto fuori dai giochi per quasi 8 ore. Ad ogni modo l'intervento è riuscito perfettamente ed ora sei fuori pericolo", disse dolcemente Pestilenza.

"Però non riesco a muovermi come vorrei...il mio corpo sembra pesare almeno 3 tonnellate...perché?", chiese Rebel cercando ancora di muovere le braccia.

"Vedi, con il frammento del mio cuore, ora sei diventato immune a qualunque tipo di tossina, virus, batterio, fungo o parassita. Il problema però è che il tuo corpo adesso deve smaltire le tossine ancora presenti al suo interno e deve riparare i danni che hanno causato", spiegò Pestilenza tracciando lentamente uno dei suoi artigli sul petto di Rebel (esattamente sopra il viso di Hashirama).

"Allora devo chiederti perfavore di avvicinarmi alla catena che ti lega il collo, così potrò distruggerla e liberarti", chiese il mio doppio fissandola negli occhi.

"Sei sicuro zuccherino? Non abbiamo tutta questa fretta e nelle tue attuali condizioni potresti perdere nuovamente coscienza per lo sforzo", esclamò Pestilenza un po' preoccupata.

"Purtroppo il tempo ci è tiranno mia cara, prima di tutto ho intenzione di tirarti fuori da questo buco il più presto possibile, così che entrambi potremo tornare in superficie a respirare un po' d'aria fresca. Secondo devo dirigermi alla mia base nel Paese della Pioggia per fare alcuni rifornimenti e altre cose; infine, quando sarò pronto, dovremmo andare a cercare l'ultimo drago per procedere con resto del piano. Non temere ti aggiornerò strada facendo", spiegò Rebel.

"Se ne sei così sicuro zuccherino", rispose Pestilenza, dopodiché allungò la zampa libera e delicatamente afferrò Rebel per avvicinarlo alla catena al collo.

Per come restava immobile il mio doppio, la scena sembrava simile a una bambina che afferra la sua bambola di pezza per poterci giocare.

Una volta posizionato accanto alla catena, Rebel la toccò con entrambe le mani e vi incanalò il suo chakra. Questa volta dovvette sforzarsi di più e l'intorpidimento del suo corpo di certo non lo aiutava; comunque, dopo 15 minuti intensi, la catena cominciò a brillare per poi disintegrarsi (non solo quella sul collo ma anche tutte le altre).

Pestilenza sorrise trionfante e come prima cosa spostò delicatamente il corpo di Rebel per non travolgerlo accidentalmente. Successivamente la dragonessa iniziò a scavare e a fare forza per spingere via la terra e lentamente tirare fuori il suo corpo. Rebel ora poté vedere la creatura in tutto il suo splendore (insomma con la luce che faceva il clone di legno con la spada), le sue dimensioni erano simili a quelle di Carestia ma non era magra come lui, diciamo che era più in carne.

"Grazie infinite zuccherino, non immagini quanto sia bella la sensazione di essere fuori da quella buca", disse felicemente Pestilenza.

"Oh credimi...posso capirti meglio di quanto immagini...", replicò Rebel mentre teneva a fatica gli occhi aperti, "ora però che ne dici se usciamo di qui..?"

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