One hundred and ten.

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Parlare con Jenna aveva aiutato il più piccolo ad avere una visuale più chiara della situazione. La ragazza gli aveva assicurato che, in quei giorni di sua assenza, il più grande era stato male e aveva fatto di tutto per lui.
Federico aveva chiesto, quasi supplicato, la giovane affinché lei gli raccontasse per filo e per segno tutto quello che era successo in quei giorni.
-"Io e Benjamin non siamo esattamente migliori amici, nel caso non l'avessi notato." Gli aveva detto Jenna e aveva arricciato le labbra tinte di rosa chiaro. "Come ti ha detto anche lui, ci siamo visti solo un paio di volte e non è durato mai più di una decina di minuti." Aggiunse. "La prima volta è stata anche una conversazione decisamente poco piacevole." Concluse e sospirò.
-"Non importa raccontami quello che sai." Rispose Federico, implorandola. "Non importa che sia poco." Aggiunse. "Ho bisogno di sapere."
-"Che cosa vuoi che ti racconti? Di quando l'ho visto in giro per i corridoi?"
-"Sì!"
A quel punto, esasperata, Jenna gli raccontò dei pochi, e anche inutili, incontri che aveva avuto con il moro e delle sue sensazioni a riguardo. Nonostante il suo racconto fosse davvero breve e privo di particolari, riuscì a rendere felice Federico che la ringraziò infinite volte, per poi andarsene via con il sorriso stampato sul volto.
Il più piccolo era felice di sapere che Benjamin si fosse preoccupato per lui, gli dispiaceva sapere che era stato male a causa sua ma era una prova del suo amore e il biondo ne aveva un disperato bisogno. Aveva bisogno di sapere che il più grande non lo stesse prendendo in giro, che lo amasse davvero e non fosse stata tutta solo una farsa per divertirsi a suo discapito.
Aveva bisogno di credere nuovamente all'amore del più grande, di fidarsi di lui e poter riprendere la loro relazione che lo rendeva tanto felice.

Quando il più piccolo fece ritorno in stanza non poté fare a meno di ricordare i tanti bei momenti passati tra quelle quattro mura, lontani da tutto e da tutti. In quella stanza si erano conosciuti, avevano litigato, si erano baciati, avevano fatto l'amore, aveva visto una quantità indefinita di film, avevano scherzato, avevano pianto e si erano anche odiati. Quella stanza era il simbolo del loro amore, dove tutto aveva avuto inizio e, per Federico, tornare in quel posto era stato come rivivere tutta la loro storia in pochissimi attimi.
Poco dopo il biondo vide il più grande uscire dal bagno, con un mucchio di vestiti tra le mani e mentre canticchiava una canzone in francese.
-"Ehi, piccolo." Lo salutò il diciassettenne non appena lo vide, per poi gettare il mucchio di vestiti sul pavimento insieme ad altri che già giacevano sul pavimento. "Ti ho messo la valigia sul letto." Disse e indicò i loro letti uniti che si era premurato di sistemare.
Federico aveva quasi dimenticato che avessero unito i loro due letti, per poter stare più vicini, e si soffermò qualche secondo di troppo sui due letti affinché il più grande non se ne rendesse conto e non si preoccupasse.
-" N- non ti va b- bene così?" Balbettò il maggiore, quasi spaventato. " V- vuoi separare i l- letti?" Chiese.
Federico abbozzò un sorriso e scosse la testa.
-"Vanno benissimo così." Disse. "Almeno potrò rubare le tue coperte la notte nel caso avessi freddo." Aggiunse ridendo.
Il moro sorrise divertito.
-"Nel caso in cui io te lo lasciassi fare, ovviamente." Replicò e gli lanciò uno sguardo di sfida.
-"Io sono certo che me lo lascerai fare." Ridacchiò il più piccolo. "Comunque che cosa stai facendo?" Gli chiese e guardò i vestiti gettati sul pavimento. "Perché stai gettando i vestiti sul pavimento?" Continuò a domandare e tentò di farsi strada nella stanza, per raggiungere il letto, senza calpestare i tanti vestiti.
-"Sto dividendo i vestiti sporchi da quelli puliti." Rispose Benjamin e aprì il suo borsone. "Come ti ho già detto in stanza c'era un po' di disordine e sto cercando di sistemare."
-"Spero per te che quelli siano i vestiti sporchi." Borbottò il biondo e, finalmente, riuscì a raggiungere il letto e a sedersi su questo.
-"Tranquillo, lo sono." Ridacchiò il più grande. "E stanno per finire in lavatrice." Aggiunse. "Colorati e bianchi separati, lo so benissimo." Continuò, quando notò che l'altro stava per dire qualcosa.
Federico ridacchiò e spostò la sua valigia per poi sdraiarsi sul letto.
-"Vuoi una mano?" Gli chiese e si voltò a guardarlo mentre raccoglieva i vestiti.
-"No, tranquilo." Rispose il moro e gli sorrise. "Tu riposa." Aggiunse. "Sei stanco."
-"Anche tu sei stanco." Replicò il più piccolo. "Abbiamo fatto lo stesso viaggio."
-"Beh sì, ma tu hai anche avuto la febbre." Disse Benjamin.
-"Benjamin ci siamo ammalati entrambi." Rispose il biondo, quasi divertito da quella strana conversazione.
-"Sì m-" Stava per replicare il più grande quando venne zittito da un sonoro sbuffare del sedicenne.
-"Smettila di controbattere e vieni qui." Disse Federico e batté la mano sul letto al suo fianco.
-"E chi riordinerà la stanza?"
-"Noi più tardi." Rispose Federico. "Ora vieni qui, ho voglia di un abbraccio."
A quel punto il moro non ebbe più obiezioni da fare. Lasciò cadere i pochi vestiti che aveva raccolto e andò a sdraiarsi accanto al più piccolo, per poi stringerlo tra le sue braccia.
-"Molto meglio." Sorrise Federico e si accoccolò tra le sue braccia, mentre il compagno gli baciava la fronte. "Sai, prima ho parlato di Jenna." Disse e iniziò ad accarezzare il petto del moro, sentendolo sobbalzare.
-"Era questo quello che dovevi fare?" Gli chiese e il minore annuì. "E di che cosa avete parlato? Se ti va di dirmelo, ovviamente."
-"Abbiamo parlato di te, ma questo era abbastanza ovvio." Disse il più piccolo. "Mi ha detto che in quei giorni senza di me sei stato davvero male, tutti pensavano che da un momento all'altro ti saresti sentito male, che eri molto preoccupato per me." Aggiunse. "So benissimo che anche tu me l'avevi detto e lo immaginavo anche, ma sentirmelo dire da lei era diverso. Avevo bisogno che fosse lei, che mi ha detto tutto soltanto per separarci, a dirmi che tu tieni a me, che mi ami." Continuò. "Avevo bisogno che qualcuno di esterno alla nostra relazione me lo dicesse."
-"E adesso sei felice?" Gli chiese Benjamin e gli accarezzò i capelli.
Il biondo sorrise e si voltò verso il più grande.
-"Sono tanto felice." Disse, per poi unire le loro labbra come non facevano da troppo tempo.

The college || Fenji.Where stories live. Discover now