-"Nulla. Ho già fatto abbastanza." Rispose Federico e si passò una mano tra i capelli. "Gli ho già detto quello che dovevo dirgli."
-"Federico, so come ti senti, lo so benissimo, ma non pensi di star un po' esagerando?" Replicò Roger. "Benjamin ha sbagliato, ma sta anche dimostrando di essere pentito e di amarti come mai nessun altro potrebbe amarri. Ti ha cercato disperatamente per una settimana, è venuto fin qui e adesso se ne sta al freddo ad aspettarti." Continuò. "È bruttissimo essere traditi, l'ho provato sulla mia stessa pelle, ma ti conosco e so che puoi perdonarlo. Anch'io sono riuscito a perdonare tua madre e, guardaci, abbiamo una splendida famiglia e siamo felici." Aggiunse. "Magari potrà volerci un po' di tempo ma non togliere tutte le speranze a quel ragazzo. Benjamin ti ama e tu ami lui. Lotta con lui, lottare per il vostro amore, ne varrà la pena."
Il più piccolo rimase sorpreso da quelle parole. Non si aspettava che nessuno, e in particolare suo padre, gli dicesse di perdonare Benjamin dopo quello che gli aveva fatto.
Sapeva che Roger si era già trovato in una situazione del genere ma decisamente più amplificata. Nel suo caso c'era di mezzo un figlio, una famiglia e un altro bambino che stava per nascere. Aveva appena scoperto che il bambino di cui si era occupato per anni, a cui aveva dato il suo cognome e il suo amore, non era figlio suo ma frutto di un tradimento della moglie. Era però riuscito a perdonare Taylor per amore suo e del bambino che stava per nascere, a cui ne erano seguiti altri.
-"Pensaci, Fè." Continuò a parlare suo padre e gli accarezzò le gambe coperte. "Pensaci se quel ragazzo per te è davvero importante e se vale la pena perdonarlo." Aggiunse. "Ma fai in freddo."
-"Perché devo fare in fretta?" Replicò il più piccolo e inarcò un sopracciglio.
-"Perché altrimenti quel ragazzo rischierà di congelarsi a stare sotto la neve." Rispose Roger e sorrise al figlio. "E perché stanno entrambi soffrendo inutilmente." Aggiunse. "Vi amate. Metti da parte il tuo orgoglio, per amore ne vale la pena." Continuò. "Per amore vale sempre la pena, ricordalo." Concluse, si alzò e per poi baciare la fronte del più piccolo.
-"Quindi pensi che dovrei perdonarlo?" Rispose il biondo e si tolse la sciarpa.
-"Penso che dovresti essere felice." Disse Roger. "E, al momento, la tua felicità è con Benjamin anche se non vuoi ammetterlo."Federico passò circa un'ora seduto sul davanzale della finestra di casa sua ad osservare, senza mai distogliere lo sguardo, il più grande che se ne stava seduto sul dondolo nel suo giardino ad aspettarlo.
"Anche lui sta soffrendo." Pensò Federico e poggiò la fronte contro il vetro freddo della finestra. "Ha fatto di tutto per cercarmi e adesso sta gelando pur di parlare con me."
Benjamin si stava sfregando continuamente le mani, forse nel tentativo di riscaldare mentre piccoli fiocchi di neve gli cadevano sulle gambe, lasciate scoperte dal dondolo.
L'unica volta che il moro si alzò fu quando Taylor e i fratelli di Federico tornarono a casa e la piccola Lucy corse tra le braccia del moro, seguita dagli altri fratelli mentre la donna entrò direttamente in casa. La bambina disse qualcosa che il più piccolo non riuscì a sentire, vide soltanto Benjamin che scuoteva la testa dispiaciuto.
Pochi minuti dopo, richiamati da Taylor, i bambini tornarono in casa e Federico vide Lucy correre nella sua stanza.
-"Federico!" Esclamò la bambina, con un pantalone rosa e un maglione bianco, e corse tra le sue braccia.
-"Ehi, principessa." Sorrise il più piccolo e strinse tra le braccia la sorella minore. "Ma che bella che sei con questo maglioncino." Aggiunse e accarezzò i capelli scuri della bambina.
-"Me l'ha regalato nonna!" Rispose la piccola e baciò la guancia del fratello. "Ne ha uno anche per te." Aggiunse. "Li ha fatti lei per tutti noi." Spiegò.
-"Domani andrò da lei a prenderlo allora." Replicò Federico e mise Lucy a sedere sul davanzale accanto a lei.
La piccola annuì e lanciò una rapida occhiata fuori dalla finestra al più grande, che intanto si era nuovamente seduto sul dondolo innevato.
-"E lui che ci fa qui?" Domandò la bambina. "Non sapevo sarebbe venuto anche lui." Aggiunse.
Federico sobbalzò ma si affrettò ad abbozzare un sorriso. Lucy era molto più intelligente di quanto desse a vedere e avrebbe potuto capire che cosa stava succedendo in pochi minuti.
-"M- mi ha fatto u- una sorpresa." Balbettò Federico e sorrise nuovamente alla sorella.
La bambina dagli occhi così simili ai suoi annuì, poco convinta.
-"E tu sei felice?" Gli domandò.
-"Sì, o- ovvio..." Continuò a balbettare il più piccolo. Odiava mentire in generale e in particolare ai suoi fratelli. Era stato difficile per lui negli ultimi mantenere quel segreto così pesante da reggere da solo.
-"E allora perché non lo fai entrare in casa?" Chiese Lucy e si sistemò una ciocca di capelli scuri dietro le orecchie, sui cui lobi brillavano gli orecchini bianchi. "Mi ha detto che tu non vuoi che entri in casa."
-" N- no, non è c- così..."
-"Dici che non è così, eppure lui adesso è fuori al freddo." Rispose la bambina. "E mi sembra non si senta molto bene." Aggiunse. "Come te, del resto." Continuò. "Avete litigato?" Concluse e inclinò la testa da un lato.
Federico ogni volta restava sorpreso di quanto sua sorella, di soli tre anni, riuscisse sempre a capire quello che stava succedendo. Era inutile tentare di mentirle, Lucy capiva sempre tutto.
Il più piccolo sorrise teneramente alla sorella, le allontanò i capelli dal viso e annuì.
-"Sì, Lucy, abbiamo litigato." Ammise. "E lui è venuto qui per cercare di fare pace con me."
-"Allora perché non fate pace?" Replicò la bambina. "Lui è venuto qui per te, non ti sembra ingiusto farlo restare lì fuori?"
Il biondo sospirò.
-"Non è così facile come sembra." Rispose. "È una cosa abbastanza grave."
-"Ma perdonare è facile." Disse Lucy. "Una volta ruppi il vaso preferito di mamma, ricordi? Eppure lei mi ha perdonato perché mi ama." Continuò. "Mi ha perdonato perché voleva farlo. Perché io sono più importante di un vaso." Aggiunse. "Per te Benjamin è più importante di quello che è successo o no?"Federico si sentì uno stupido a farsi dare lezioni sull'amore da una bambina di tre anni che ancora non sapeva neppure scrivere. Lucy però aveva ragione.
Il biondo baciò la fronte della sorella, indossò nuovamente il suo giubbotto e senza preoccuparsi di chiuderlo uscì di casa, ignorando anche la voce dei suoi fratelli che lo stavano salutando.
In silenzio il più piccolo camminò tra la neve e andò a sedersi sul dondolo accanto a Benjamin, che non si voltò a guardarlo ma si limitò a sorridere.
-"Ti amo anch'io, Benjamin."

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The college || Fenji.
FanfictionThe college || Fenji. «Un eccesso di troppo costringerà un ragazzo, abituato al lusso, a rinunciare a tutte le sue abitudini. Tra quei bianchi corridoi la sua vita cambierà. Lui cambierà.»