I pochi giorni di pausa che l'intero college aveva erano passati in un batter d'occhio, tra le notti passate a divertirsi e le giornate a dormire arrivò ben presto il momento di ritornare tra i banchi di scuola e iniziare a studiare sul serio. Federico gli aveva spiegato, basandosi su quello che era successo negli anni passati e su quanto ne sapeva lui, che non avrebbero studiato moltissimi argomenti ma quei pochi li avrebbero approfonditi nel miglior modo possibile e gli aveva consigliato di non distrarsi troppo durante le lezioni, potevano sembrare pesanti ma gli sarebbero state molto utili per l'esame di fine semestre.
Benjamin sembrava non essere molto preoccupato, anche perché Federico gli aveva promesso di aiutarlo e stava imparando a capire quanto il suo compagno di stanza potesse essere testardo, non lo avrebbe lasciato uscire senza essere certo che avesse studiato a sufficienza. L'unica materia che lo preoccupava un po' di più era francese, non aveva mai studiato lingue e quella non rientrava di certo tra le sue lingue preferite, avrebbero preferito molto di più lo spagnolo o il cinese. Anche quella volta però Federico si era offerto di aiutarlo e il moro aveva scoperto che l'altro parlasse il francese in modo fluente e aveva un accento molto somigliante all'originale, aveva la media più alta dell'intero college.
-"I miei genitori spendono una cifra non indifferente per tenermi qui, il minimo che io possa fare è studiare. Come hai potuto notare sono un ragazzo che ama divertirsi, ma so quali sono i miei doveri e voglio adempierli nel migliore dei modi." Gli rispondeva il più piccolo ogni volta che l'altro gli chiedeva perché studiasse così tanto.
Benjamin invece sembrava non avere affatto la testa per studiare e l'ultima cosa che voleva era rendere fieri i suoi genitori dopo averlo spedito in quel posto.Le lezioni erano ufficialmente iniziate e Benjamin si era ritrovato risucchiato da degli orari improponibili che, alla sera, lo lasciavano senza forze e spesso finiva per addormentarsi senza neppure indossare il pigiama. Federico, a differenza sua, sembrava essere pieno di energie e affrontava le lezioni sempre carico di energie, cercando di trasmetterle anche al suo compagno di stanza che si aggirava per il college come se fosse uno zombie.
Quel giorno il più piccolo avrebbe dovuto aiutare Benjamin con il francese e sapeva sarebbe stata molto dura, il ragazzo si scoraggiava ancora prima di iniziare.-"Federico ma io non ci riesco!" Esclamò, per la quarta volta negli ultimi quindici minuti, il diciassette proprio come il suo compagno immaginava.
Erano appena le cinque di pomeriggio e una leggera pioggia bagnava Monterey, il cielo era oscuro e il mare agitato, che minacciava di trasformarsi in una vera e proprio tempesta. Benjamin e Federico si erano rinchiusi nella loro stanza subito dopo pranzo, avevano pranzato con Jeremy e gli altri ragazzi e si erano confrontati sull'inizio delle lezioni, e da circa mezz'ora ormai Federico stava aiutando l'altro con il francese ma non erano riusciti a concludere ancora nulla.
-"Benjamin ma tu nemmeno ci provi!" Replicò Federico, sul punto di strapparsi i capelli dalla testa per l'esasperazione.
-"Perché so che sarà inutile!" Rispose il moro. "Non riuscirò mai ad avere un accento almeno passabile."
-"Okay, va bene." Sospirò il più piccolo e si alzò dal suo letto per raggiungere l'altro. "Speravo di non dover arrivare a questo ma a mali estremi estremi rimedi."
-"Che cosa intendi dire?" Replicò Benjamin e aggrottò la fronte. "Che cosa vuoi fare?"
Il biondo ghignò e si avvicinò con fare minaccioso al ragazzo.
Benjamin emise un urletto poco virile quando l'altro gli strinse il naso tra due dita e rischiò di cadere all'indietro.
-"Ma che stai facendo?!" Urlò Benjamin, per quanto gli era possibile.
-"Vai, leggi il testo." Gli ordinò il biondo. "Vedrai che così il tuo accento migliorerà."
-"Ma morirò anche!"
-"Dettagli." Minimizzò il sedicenne. "Almeno passerai l'esame, adesso sbrigati."Benjamin, che faticava a respirare, iniziò a leggere le prime righe del testo di francese che gli era stato assegnato dall'insegnante e si sorprese di scoprire che l'altro aveva ragione, il suo accento era notevolmente migliorato.
-"Stai andando bene." Gli ripeteva di continuo Federico per incoraggiarlo e gli sorrideva, mentre l'altro temeva di poter morire da un momento all'altro.
Mentre i due ragazzi erano impegnati con il francese la porta della loro stanza si aprì, cogliendoli di sorpresa, e i due ragazzi si ritrovarono davanti una coppia al biondo sconosciuta mentre Benjamin li conosceva come le sue tasche.
-"Mamma, papà." Gracchiò il ragazzo con voce stridula per il naso tappato dal biondo.
Fermi sulla soglia della loro stanza c'erano i genitori di Benjamin, che ormai non vedeva da un mese e che pensava non avrebbe rivisto fino alla fine di ottobre per l'incontro con gli insegnanti, e questi li stavano guardando abbastanza straniti. Paul, il padre, aveva la sua solita espressione seria mentre Meredith sembrava divertita da quella situazione.
-"Cosa?! Loro sono i tuoi genitori?!" Strillò Federico e spalancò gli occhi.
-"Sì, siamo i suoi genitori." Annuì la donna, stretta in un vestito rosso che le arrivava fino alla ginocchia, e sorrise al biondo.
-"Ti dispiacerebbe lasciare il naso di mio figlio?" Borbottò Paul, con tono poco amichevole.
Il volto di Federico divenne prima pallido come le loro lenzuola, per poi diventare più rosso del vestito di Meredith e imbarazzato si allontanò dal diciassettenne.
-"Che cosa ci fate qui?" Chiese Benjamin, usando un tono di voce simile a quello del padre, e si toccò il naso arrossato.
-"Non si saluta più?" Replicò Paul e chiuse la porta alle spalle della moglie.
-"Non mi sembra che voi mi abbiate salutato prima di spedirmi qui."
-"S- se volete v- vado via." Balbettò Federico, rosso dalla vergogna.
-"No, Federico, questa è la tua stanza e puoi restare tutto il tempo che vuoi." Rispose il moro, senza però voltarsi a guardarlo.
Paul, cogliendo di sorpresa tutti i presenti, con pochi passi raggiunse il biondo e allungò una mano verso di lui.
-"Io sono Paul, il padre di Benjamin. Piacere di conoscerti." Si presentò l'uomo.
Il sedicenne trasalì a quelle parole e indugiò un momento prima di stringere la mano dell'uomo, a tratti molto simile a Benjamin.
-"I- io sono Federico." Balbettò il ragazzo. "Federico Rossi." Aggiunse, con un minimo di sicurezza in più.
-"So già chi sei." Replicò l'uomo. "Non avrai davvero creduto che mio figlio fosse capitato in stanza con te per puro caso?" Quasi rise Paul.
-"Non ci credo!" Esclamò Benjamin, ad un passo dall'arrabbiarsi. "Hai fatto ricerche su Federico?!"
-"Ho fatto ricerche su tutti i ragazzi del tuo anno, Benjamin." Rispose Paul, con estrema naturalezza. "E Federico, con la sua ottima media, l'assenza di provvedimenti disciplinari e le belle parole che ogni insegnante ha per lui mi è sembrato il compagno di stanza ideale." Spiegò.
-"Ma quando la smetterai di controllare la mia vita e decidere per me?!" Urlò Benjamin.
-"Ben, calmati. Arrabbiarti non ti farà bene." Disse sua madre e si avvicinò per accarezzargli la schiena.
Benjamin però l'allontanò bruscamente, rischiando di farla cadere.
-"Tu sei come lui!" Strillò il ragazzo. "Mi trattate come se fossi un bambino incapace di decidere. Credete che io sia un caso umano quando, in realtà, l'unica cosa che voglia è non essere come voi!" Continuò ad urlare il ragazzo, sotto lo sguardo di Federico che cercava di non immischiarsi in diatribe familiari ma pronto a difendere il suo compagno di stanza in qualsiasi momento. "E adesso andatevene da qui, non voglio vedervi!"

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The college || Fenji.
FanfictionThe college || Fenji. «Un eccesso di troppo costringerà un ragazzo, abituato al lusso, a rinunciare a tutte le sue abitudini. Tra quei bianchi corridoi la sua vita cambierà. Lui cambierà.»