Benjamin non poté negare a se stesso di sentirsi sollevato dopo aver ascoltato le parole che il più piccolo gli aveva detto, mentre lo teneva stretto a lui e gli accarezzava la schiena. Da quando si era reso conto di avere un disperato bisogno di stare accanto a Federico, da quel momento, la sua paura più grande era stata quella di essere deriso dal biondo e che questo lo allontanasse del tutto dalla sua vita.
Benjamin aveva sempre lottato contro i suoi sentimenti, aveva sempre trovato un modo di scappare da questi e rinchiudersi nel suo mondo privo d'amore, aveva fatto dell'odio contro l'amore il suo segno distintivo ma poi aveva conosciuto Federico e, con estrema naturalezza, pian piano tutto era cambiato.
Lo conosceva da meno di due mesi ed escludeva categoricamente che si trattasse di amore, ma non sapeva quale termine usare per definire quello che stava nascendo dentro di lui. Esteticamente Federico lo attraeva come solo poche ragazze erano riuscite a fare in vita sua, stava bene con lui ma temeva che quel sentimento, se così poteva essere definito, fosse solo frutto del suo bisogno inconscio di avere qualcuno accanto a lui che si prendesse cura di lui come mai nessuno aveva fatto.
Teneva a Federico e non voleva farlo soffrire ne usarlo in nessuno modo. Era troppo importante per lui per perderlo.
Federico era una di quelle persone che, nel bene e nel male, avrebbe voluto per sempre al suo fianco.Erano passate due settimane da quando Benjamin e Federico hanno stipulato quel tacito accordo, secondo il quale entrambi si sarebbero vissuti con estrema naturalezza quello che gli stava accadendo e di non pressarsi in alcun modo. Qualsiasi cosa li stesse unendo con il tempo si sarebbe rivelato con la sua vera forma e, in qualsiasi caso, lo avrebbero accettato con gioia sperando che fosse per entrambi la stessa cosa.
In quei giorni entrambi erano stati felici come non lo erano da tempo, probabilmente Benjamin neppure ricordava quando fosse stata l'ultima volta che era stato così tanto felice, e nessuno dei loro amici riusciva a spiegarsi a che cosa fosse dovuta così tanta felicità.
I due avevano deciso che in pubblico si sarebbero limitati ad una pacca sulle spalle o, al massimo, ad un abbraccio. Benjamin era nuovo a quel genere di comportamento, non sapeva neppure che cosa provava verso il più piccolo e non se la sentivo di baciarlo in pubblico, un po' si vergognava e pensava fosse prematuro. Federico, invece, era abituato a mostrarsi in giro per quello che era e aveva sempre fatto tutto quello che desiderava fare, poco e nulla gli importava di quello che la gente pensava e un po' gli dispiaceva doversi limitare nel suo rapporto con Benjamin ma lo capiva e non voleva assillarlo, del resto era una delle regole non scritte del loro accordo. Gli avrebbe dato il tempo di cui necessitava e gli avrebbe offerto tutto il suo aiuto.
Per Benjamin era disposto a tutto.-"Ben ti calmi?" Gli chiese Federico, ormai stanco di vedere l'altro camminare avanti e indietro nella loro stanza ed era certo che presto sarebbe comparso un solco sul pavimento, e sospirò avvilito mentre si massaggiava le tempie.
-"Vorrei ma non ci riesco." Rispose il moro, mentre si mordicchiava le unghie delle mani già ridotte all'osso, e continuò il suo giro senza fine nel poco spazio che divideva i letti dalle scrivanie. "Non ci voleva, non ci voleva per niente!" Esclamò il ragazzo e si fermò per sospirare rumorosamente.
-"Ma sapevi sarebbero venuti." Replicò il più piccolo e, approfittando che l'altro si fosse fermato, si alzò per raggiungerlo. "Hai sempre saputo che i tuoi genitori sarebbero venuti a parlare con gli insegnanti." Aggiunse.
Ottobre stava ormai giungendo al termine, mancava poco più di una settimana alla festa di halloween che avrebbe portato via con sé ottobre, e il giorno seguente ci sarebbero stati i primi incontro degli insegnanti con i genitori. Benjamin aveva sempre saputo che i suoi genitori non avevano alcuna intenzione di mancare, ma non pensava che sarebbero venuti addirittura con un giorno d'anticipo per tenerlo sotto controllo.
-"Sì ma non sapevo sarebbero venuti un giorno prima!" Esclamò in risposta Benjamin. "E non hanno nemmeno avuto il coraggio di chiamarmi per dirmelo, l'ho dovuto sapere dagli insegnanti!"
Il biondo gli circondò le spalle con un braccio e lo tirò verso di lui.
-"Ben ti ricordo che loro non sanno che hai un cellulare." Gli ricordò il ragazzo e gli baciò la fronte, nel tentativo di calmarlo. "Gli insegnanti erano l'unico modo per comunicare con te." Aggiunse e gli accarezzò la schiena. "E poi ti avrebbe fatto piacere parlare con loro? Rispondi sinceramente." Concluse.
Il più grande premette la testa contro la spalla del minore e sospirò, per poi scuotere la testa.
Il sedicenne sorride intenerito da quella reazione e lo portò con sé verso il suo letto, si sedette e fece sedere questo sulle sue ginocchia.
-"Andrà tutto bene." Gli disse e gli accarezzò una guancia. "Hai studiato molto e gli insegnanti sono orgogliosi dei tuoi risultati."
-"Gli insegnanti sono orgogliosi ma i miei genitori mai, soprattutto mio padre. A lui non basta mai nulla di quello che faccio." Sospirò il più grande.
-"Questa volta andrà bene e se anche non fosse orgoglioso problemi suoi. Tu hai fatto grandissimi progressi e se non vorrà festeggiarli lui, allora lo faremo noi."
Benjamin ghignò malizioso e si leccò le labbra.
-"E come vorresti festeggiare?" Replicò e iniziò ad accarezzargli il petto, coperto da una felpa azzurra.
Prima che Federico potesse rispondere qualcuno bussò alla porta della camera e costrinse i due ad allontanarsi.
-"Aspetti qualcuno?" Gli chiese Benjamin e si alzò dalle sue gambe.
Il più piccolo scosse la testa e si alzò, a sua volta, dal letto.
-"Io non aspetto mai nessuno." Rispose e scrollò le spalle. "Forse sarà qualcuno del dormitorio." Ipotizzò.
Il moro annuì, per concordare con lui, e si diresse verso la porta. Lentamente abbassò la maniglia e quando aprì la porta si ritrovò davanti ad una cascata di capelli biondi e degli occhi chiarissimi, del colore del ghiaccio, che lo investirono con la loro allegria e il suo inebriante profumo.
-"Fratellino!" Esclamò la ragazza vestita con un maglione bianco e un jeans che, senza chiedere alcun permesso, entrò nella stanza e gettò le braccia al collo del moro, che era così simile a lei esteticamente. "Mi sei mancato così tanto!"
L'espressione di stupore di Benjamin si trasformò presto in un sorriso di gioia e strinse le braccia tatuate intorno all'esile busto della bionda.
-"Serena!"
Dopo tanto, finalmente, Benjamin stava di nuovo abbracciando sua sorella.

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The college || Fenji.
FanfictionThe college || Fenji. «Un eccesso di troppo costringerà un ragazzo, abituato al lusso, a rinunciare a tutte le sue abitudini. Tra quei bianchi corridoi la sua vita cambierà. Lui cambierà.»