-"Quindi mi stai dicendo che..."
-"Che se tu vuoi stare con Federico per me non ci sono problemi, e ovviamente neppure per tua madre, a patto però che tu con lui stia davvero bene." Lo interruppe il padre. "Non sono il mostro che hai sempre creduto, Benjamin, voglio solo il meglio per te e non sono stupido, mi rendo conto che il meglio per te è proprio Federico.
Ti auguro di essere felice con lui, è un bravissimo ragazzo e tu una splendida persona, vi meritate di essere felici insieme."
Il più grande rimase colpito da quelle parole e ancor di più dal tono di voce, estremamente dolce, usato da suo padre. Paul non si era mai lasciato andare a complimenti o rassicurazioni con Benjamin, anche perché questo non glielo aveva mai permesso, e in quegli anni aveva iniziato a pensare che suo padre non tenesse a lui, che quasi lo odiasse.
-"Non mi stai prendendo in giro, vero?" Replicò Benjamin, diffidente com'era per natura.
Paul rise fragorosamente e scosse la testa.
-"Perché dovrei prenderti in giro?" Controbatté il genitore. "Dico sul serio, voglio solo che tu sia felice."
-"Non ti importa che io stia con un ragazzo e non una ragazza?"
Paul scrollò le spalle e scosse nuovamente la testa.
-"Non mi importa del sesso della persona con cui stai." Rispose. "Se davvero vuoi bene a Federico, tieni a lui, io non ho alcun problema. Devi essere tu a scegliere la persona con cui vuoi stare, non io."
Il più grande non si era mai davvero posto la domanda se suo padre fosse omofobo o meno, non avevano mai parlato dell'argomento e fu una piacevole sorpresa per il ragazzo scoprire che dopo tutto suo padre non fosse così tremendo come pensava.
-"Grazie." Sussurrò Benjamin e abbozzò un sorriso. "Grazie davvero."
-"Non devi ringraziarmi." Replicò l'uomo. "Viviti questa storia con estrema tranquillità, la tua famiglia è dalla tua parte." Aggiunse. "E comunque anche tua madre sospetta qualcosa e adora già Federico, quando glielo dirai scappate o inizierà con uno dei suoi interrogatori." Ridacchiò.
-"E immagino che Federico sarà felice di risponderle, anche lui non scherza con le domande." Rispose Benjamin, ridacchiando a sua volta.
-"Abbiamo portato il gelato!" Esclamò Federico che stava entrando in sala da pranzo, seguito da Meredith che reggeva due vaschette di gelato.
-"Era ora! Pensavo vi foste congelati insieme al gelato." Lo preso in giro il moro, guadagnandosi una linguaccia da parte del minore che, nel frattempo lo aveva raggiunto.
-"Potevi anche alzarti tu e andare a prenderlo se eri tanto impaziente." Replicò il più piccolo e si sedette accanto a lui.
-"Ha ragione lui." Annuì Paul, dando ragione al biondo.
-"Ma dovresti dare ragione a me, sono io tuo figlio!"
-"Smettetela di discutere e mangiate il gelato prima che si sciolga." Li interruppe Meredith e porse al marito una delle due vaschette di gelato che reggeva.
-"È successo qualcosa con tuo padre?" Sussurrò il più piccolo, direttamente all'orecchio del compagno.
-"Ti racconto dopo, adesso mangia."Federico non rimase molto sorpreso quando il moro gli raccontò della chiacchierata avuta con suo padre, nonostante i pochi e non esattamente piacevole incontri con lui il più piccolo non aveva una cattiva idea dell'uomo. Nonostante tutto gli sembrava una brava persona che voleva il meglio per suo figlio, anche se i suoi metodi non fossero esattamente piacevoli. Il biondo però era felice che Benjamin avesse rivalutato suo padre e che si sentisse più sicuro di se stesso, anche se un po' lo imbarazzava l'idea che Paul li avesse visti in atteggiamenti intimi.
I giorni a casa del moro passarono velocemente, il più piccolo riuscì a non pensare alla sua famiglia e si beò delle attenzioni che Benjamin gli dedicava. Anche Meredith era venuta a conoscenza della loro relazione e, come il padre, si era mostrata entusiasta e felice per loro, anche se non aveva risparmiato loro il solito discorso sulle precauzioni da usare durante il sesso imbarazzando tutti i presenti, compreso Paul che tentava di continuo di cambiare argomento.
Serena non riuscì a raggiungere la famiglia per Natale, che era finalmente giunto, e si assentò anche al pranzo di Natale promettendo però di presenziare al cenone di capodanno.
Il pranzo di Natale passò molto velocemente, i quattro si divertirono a parlare del più e del meno e nel pomeriggio i due guardarono i soliti film di Natale mentre i genitori del moro organizzavano la cena con i parenti, che si sarebbe tenuta quella sera.
-"Sono agitatissimo." Sospirò Federico, mentre si infilava la camicia bianca che Meredith gli aveva procurato per quella sera.
Il moro lo raggiunse e, da dietro, gli circondò la vita con le braccia, alzandosi sulle punte per essere circa alla sua stessa altezza.
-"Tranquillo, piccolo." Disse il moro. "Andrà tutto bene." Aggiunse. "I miei parenti sono tanti, esagerati in alcune situazioni ma sono facilmente trascurabili." Continuò. "Questa è solo una cena fatta per tradizione, è da decenni che i miei nonni la fanno, non per un reale interesse di riunirci. Durante il resto dell'anno a stento ci salutiamo, quindi poco importa quello che faranno o diranno."
Il più piccolo sospirò e si voltò tra le braccia del maggiore.
-"È comunque la tua famiglia e mi piacerebbe fare una bella figura con loro, a prescindere dal tuo rapporto con loro." Rispose.
-"Farai una bella figura, è impossibile il contrario." Lo rassicurò Benjamin. "Basta solo che tu sia te stesso, non lasciarti influenzare da nessuno. D'accordo?"
-"D'accordo."Meno di un paio d'ore dopo la casa si riempì di persone che condividevano lo stesso sangue del moro, vestite con abiti lucenti e gioielli che quasi splendevano più dei lampadari. Federico si sentiva invisibile tra quelle persone di alto rango, nonostante il moro continuasse a rassicurarlo e avesse occhi soltanto per lui. Anche Paul e Meredith gli fecero i complimenti per la sua eleganza e gli dissero di non preoccuparsi, sarebbe andato tutto bene.
Più di una persona, che aveva identificato essere gli zii del moro, era passata a salutare Benjamin e a rivolgere strane occhiate al ragazzo.
-"In realtà sono qui solo per capire chi sei tu, non per salutare me." Gli disse il più grande, mentre si dirigevano verso la grande tavolata allestita per la cena. "In diciassettenne anni credo mi abbiano saltato solo all'ospedale quando sono nato, ma solo perché dovevano non perché volessero." Aggiunse, facendo ridacchiare il compagno. "Adesso non badare a loro, rilassati e goditi il Natale."
Federico annuì e fece come gli era stato richiesto, si sedette accanto al compagno e rivolse una veloce occhiata a tutti i presenti.
Il leggerò chiacchiericcio che si era creata a tavola venne interrotto dalla voce di un signore sulla cinquantina e dai capelli brizzolati che tossì.
-"Benjamin." Disse l'uomo, guardando con occhi assottigliati il ragazzo. "Direi che un po' tutti ci stiamo facendo questa domanda ma che nessuno ha il coraggio di fare, per paura di sembrare invadente." Aggiunse l'uomo, sfornandosi di sembrare divertito. "Possiamo sapere chi è il ragazzo biondo al tuo fianco?"
Il moro ghignò, facendo trasalire il minore che già si aspettava il peggio, e annuì.
-"Si chiama Federico, zio." Rispose il diciassettenne. "Ed è il mio fidanzato."

STAI LEGGENDO
The college || Fenji.
FanfictionThe college || Fenji. «Un eccesso di troppo costringerà un ragazzo, abituato al lusso, a rinunciare a tutte le sue abitudini. Tra quei bianchi corridoi la sua vita cambierà. Lui cambierà.»