Neve - 4

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Il pomeriggio lo passarono a leggere dei libri che ognuno si era portato con sé poi verso l'ora di cena lui uscì un momento per prendere delle cassette di legna per tener acceso il fuoco e lei si offrì di occuparsi della cena.

Nella dispensa non era rimasto molto così decise di cucinare una semplice tortilla di patate.

"È freddissimo fuori, speriamo che questa notte non geli o questa neve ci metterà molto tempo a sciogliersi" - le disse rientrando - "Speriamo proprio di no anche perché non ci siamo ancora decisi a spalarla, dopo ti do una mano" - gli assicurò, lui finì di sistemare la legna, ravvivò il fuoco e poi la raggiunse.

Delicatamente le appoggiò le mani sui fianchi e la testa sulla sua spalla destra per osservare da vicino cosa stava cucinando - "Questa sera tortilla!"

"Sì, poi ci sono ancora un paio di tapas che sono avanzate a pranzo"

"Molto bene"

"Domattina bisognerebbe fare la spesa però"

"Non c'è problema, vado io, dimmi cosa manca" - le rispose separandosi da lei - "Ho annotato alcune cose su un foglietto che ho in borsa ma non so se ti serve altro"

"Recupero il foglietto e poi controllo"

"Bene, qui tra venti minuti è pronto" - lo avvertì mentre lo vide salire le scale.

Entrò nella camera degli ospiti e si guardò intorno fino a che non riuscì a trovare la sua borsetta.

Avvicinandosi alla sedia sulla quale era appoggiata inciampò in una ruota della valigia. Fortunatamente non cadde perché riuscì in tempo ad appoggiarsi al letto ma in quel modo alcuni vestiti che lei aveva stirato qualche ora prima caddero a terra. Prontamente li raccolse e li piegò nuovamente uno ad uno.

Avendo sentito dei rumori e non vedendolo tornare si diresse al piano superiore e quando entrò nella stanza lo trovò con in mano un paio di sue mutande in pizzo - "Ti giuro che non è come sembra" - ci tenne a chiarire imbarazzato - "sono inciampato nella valigia e mi sono caduti i tuoi vestiti, te li stavo ripiegando" - le disse. Imbarazzata quanto lui gli si avvicinò per dargli il biglietto e riprendersi ciò che era suo, la imbarazzava che lui le vedesse.

Ramón, invece, non riusciva a smettere di pensare a quello che gli era venuto in mente quando se le era trovate davanti: un giorno, uno qualsiasi della settimana appena passata, lei le aveva indosso mentre stavano lavorando e già intuiva quanto potessero starle bene.

Forse non si sarebbe suggestionato così tanto se non avesse letto quella storia ma il problema è che lo aveva fatto.

Lunedì mattina. Erano tre giorni che abitavano insieme, ormai si erano abituati alle esigenze e ai ritmi dell'altro.

Come accordato lui andò a fare la spesa. María si svegliò piena di energie e mentre riordinava la cucina si accorse di un pacchetto di farina di cocco che stava per scadere allora decise di cucinare un dolce. Era anche un modo per festeggiare, erano stati giorni molto piacevoli. Non aveva la giusta quantità di tutti gli ingredienti ma dimezzando le dosi ci riuscì lo stesso.

Dalla finestra lo vide arrivare e gli andò incontro per aiutarlo con le borse della spesa. Appena Ramón mise piede in casa si accorse subito del buonissimo profumo che proveniva dalla cucina - "Perché sento odore di cocco?"

"Non so, sarà una tua impressione" - mentì - "Non prendermi in giro" - le chiese ridendo - "cos'hai cucinato? Possibile che tu non riesca a smettere di cucinare nemmeno con il frigo vuoto!?" - le chiese facendola ridere - "Lo scoprirai più tardi" - gli assicurò.

Insieme prepararono un pranzo a base di pesce e mentre lo stavano mangiando le confessò - "Mi mancherà non vederti cucinare o addormentarti mentre leggi un libro..."

"In effetti è bello vivere qui. C'è tranquillità, calore... Grazie davvero, mi sono trovata benissimo qui con te. Mi sembra di essere a casa"

"Sappi che ogni volta che ne avrai bisogno potrai tornare"

"Sei meraviglioso!" - gli assicurò con un sorriso. Si alzò prendendo il piatto di entrambi e tornando indietro gli disse - "È arrivato il momento di assaggiare quello che ho cucinato stamattina, spero sia buono"

"Lo sarà sicuramente!"

"L'ho preparato come regalo d'addio" - gli spiegò - "Detta così sembra brutto"

"Dai, chiudi gli occhi" - gli chiese mettendo sul tavolo il vassoio con sopra il dolce - "apri la bocca" - prese un biscotto e fece per darglielo ma poi le tornò in mente la storia: ...prese un biscotto e glielo avvicinò alle labbra poi cambiò idea e invece che un biscotto, gli diede un bacio...

Scacciò quel pensiero e glielo fece assaggiare veramente - "Mmm buonissimo!" - commentò riaprendo gli occhi - "Sarei capace di mangiarmene un vassoio intero!"

"Puoi mangiarne quanti ne vuoi ma non esagerare! Non vorrei stessi male"

"Tranquilla" - le rispose prendendo il vassoio ed andandosene - "Pensi di non offrirmene nemmeno uno!?" - gli chiese facendo finta di essere sconvolta e rincorrendolo - "Sono tutti miei!" - esclamò mangiandone un altro. María lo raggiunse e cercò di rubargli almeno un biscotto ma Ramón la bloccò avvolgendole la vita con un braccio per tenerla ferma. Quando si accorse di averla così vicina si perse a guardarla negli occhi e si distrasse. María approfittò di quel momento per rubargliene uno dal vassoio.

Vittoriosa si sedette sul davanzale interno della finestra del salone per mangiarselo. Quel posto della casa le piaceva molto, era certamente uno dei suoi preferiti.

Quella finestra era particolare, diversa da tutte le altre. Forse era stata pensata dai vecchi proprietari della casa proprio per sedercisi sopra e leggere un libro, cosa che lei aveva fatto più volte quel weekend. D'altra parte il davanzale era molto largo e abbastanza lungo per starcisi con le gambe appena piegate. Ramón aveva scelto delle tende lunghe fino a terra, volendo si sarebbero potute chiudere e quella zona si sarebbe trasformata in un piccolo rifugio. Era davvero confortevole. Dal vetro, inoltre, si poteva osservare il piccolo bosco presente sul retro della casa.

Ramón, rapito dalla bellezza di Maria, non poté fare altro che sedersi di fronte a lei.

E se... mi innamorassi di te?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora