Un altro giorno era giunto al proprio termine. Il sole aveva già finito il turno di lavoro, lasciandosi alle spalle un cielo rosa pesca. Qualche nuvola plumbea era sparsa qua e là. Di tanto in tanto sgocciolavano per qualche minuto e poi chiudevano i rubinetti. Anche il clima stava andando a puttane, forse era più incasinato lui della sottoscritta. Daryl aveva rimandato la nostra partenza all'indomani mattina, a suo avviso avremmo evitato un acquazzone. Alla prima occhiata, quel manto sfumato a causa del tramonto, non pareva essere intenzionato a sbandierare un terribile diluvio, eppure l'arciere era convinto di ciò. Non mi ero opposta, mi fidavo del suo istinto da cacciatore. Sul tetto, osservavo le fronde piegarsi al vento. Daryl era andato a caccia, a procurarci la cena. Dopo quel momento etereo in cui egli aveva mostrato la propria fragilità, non avevamo più affrontato il discorso. In fin dei conti, non c'era altro da dire. Mi premeva maggiormente esserci riconciliati. Amavo stare da sola, ma ciò comportava il libero sfogo dei miei pensieri, cosa che al momento non era dei migliori scenari. In qualche modo, ripercorsi tutto quello che era diventata la mia vita allo scoppio dell'epidemia. E cazzo se ero cambiata. A stento non mi riconoscevo. Ora come ora, mi sentivo stranamente debole. Certo, in una situazione di pericolo, avrei sicuramente saputo cavarmela, su questo non avevo dubbi. Ma, per essere più precisi, intendo dire di sentirmi debole a livello emotivo. Mi stavo lasciando trascinare da tutte queste stronzate sentimentali di sottofondo, quasi stessi dimenticando che al giorno d'oggi non vi era più spazio per loro. La priorità era rimasta sempre la stessa, immutata da anni : sopravvivere. Dovevo concentrarmi soltanto su questo, eppure non ne ero più capace. Era più facile a dirsi che a farsi. Mi sporsi sulle tegole, avendo udito un fruscio. Daryl emerse dalla fitta vegetazione, scuotendosi come un cane fradicio. Puntò lo sguardo su di me, avendo percepito il rumore del mio spostamento. Fece cenno di no con la testa, prima di entrare in casa facendo oscillare la balestra vicino alle gambe. Bene, niente selvaggina. Sospirai, tornando a scrutare la natura. Era passato molto tempo dall'ultima volta che ero stata costretta a vivere all'aperto. Alexandria era un lusso che non potevamo permetterci di perdere. Il legno della finestra cigolò, informandomi del fatto che Daryl l'aveva appena varcata. Posò sulle mie gambe un barattolo di vetro. Lo presi, scuotendolo per osservarne l'interno giallognolo.-Eccoti servita la cena. - esclamò, affondando due dita nel proprio contenitore - Cetrioli sottaceto.
Non riuscii a trattenere un verso di disgusto. Odiavo, e non esagero, i cetrioli. Mai piaciuti. Figuriamoci immersi nell'aceto. Chissà da quanto tempo erano a galleggio in quella sbobba indistinta.
-Adesso fai pure la schizzinosa? - rimproverò biascicando - Alexandria vizia.
Stappai il barattolo e l'odore pungente mi arrivò dritto al cervello. Daryl mi fissava, continuando a masticare con bocca semi aperta, incurante dello spettacolo affatto piacevole. Immersi le dita in quella poltiglia, estraendo un cetriolino ricurvo marroncino.
-Sembra uno stronzo. - constatai.
Sollevò le sopracciglia, piegando le labbra di lato prima di rituffarsi su un altro ortaggio.
-Ne ha anche il sapore. - ammise, ignorando il fatto che tale affermazione non mi fosse d'aiuto.
Lo addentai comunque, obbligata dai rantolii dello stomaco privo di carburante. Al primo morso, compresi di aver fatto un terribile errore. Erano marci, se così possono essere definiti. Purtroppo la conservazione nell'aceto aveva dei lati negativi, quali sapore esageratamente acido e mutamento della consistenza originaria. Adesso quei bastardelli erano di un morbido rivoltante. Quel poco che avevo ingurgitato mi tornò alla gola. Serrai le labbra con il dorso della mano e spinsi nuovamente il bolo al proprio percorso.
-Come diavolo fai a mangiarli? - chiesi accigliata.
Mosse le spalle, scuotendo la mano per privarla di quel liquido rancido.

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Una nuova vita || The Walking Dead
FanficKendra, una semplice ragazza, vittima anch'essa del nuovo mondo infetto. In queste pagine virtuali leggerete la sua storia, il suo passato, i suoi incontri, ciò che il destino le ha riservato dopo l'epidemia. Questa è la mia prima ff dedicata alla s...