Capitolo 37 : Frida Kahlo

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Riuscivo a fatica a tenere gli occhi aperti. Abraham continuava a riempirci i bicchieri quasi fosse acqua. Nessuno osava fermarlo, ormai eravamo partiti tutti per la tangenziale. Un fastidioso cerchio alla testa continuava ad insistere affinché ponessi un freno a tutto ciò, eppure una piccola parte di me voleva continuare a divertirsi. Per una volta dopo mesi, mi stavo divertendo con tutti senza bisticciare. Perfino il rosso sembrava a suo agio con me accanto. Insomma, valeva la pena approfittarne. Dopo poco però, percepii dei crampi allo stomaco. Avevo bevuto troppo, questo era ovvio. Mi tirai su a fatica, poggiando le mani al tavolo come per trovare il giusto equilibrio. Michonne mi strattonò, pregandomi di non andare. Ricaddi sulla sedia. E inutile dirvi che continuai per un'altra oretta. Quando mi fu versato l'ennesimo bicchiere, capii di essere arrivata davvero al limite, dato che non riuscii nemmeno ad arrivare alla bocca che lo rovesciai addosso. Ridemmo tutti fino a piangere, trattenendoci la pancia dal dolore. Rick si voltò nella nostra direzione, occupato com'era a parlare con Deanna, e scosse la testa sorridendo. Penso fosse contento di vedere i suoi amici ubriachi ma felici. Dato comunque il macello e l'alcool ghiacciato addosso, decisi di salutarli sul serio. Glenn mi fece il broncio, mentre Tara era già k.o. stesa sul tavolo.

-Mi dispiace, ma se non smetto finisco in coma etilico. – sbiascicai.

Abraham mi guardò stringendo gli occhi come per focalizzarmi.

-Ma se siamo solo all'inizio. – obiettò, ruttando.

Al suono del rutto tutti scoppiarono di nuovo a ridere. Eravamo ridicoli, ma era troppo divertente. Non seppi resistere. Comunque ormai avevo preso la mia decisione e li salutai, cercando di non ribaltarmi. Poggiai una mano alla parete, sperando di non cadere, e camminai lentamente verso la porta. Probabilmente barcollavo terribilmente, perché con la coda dell'occhio vidi Maggie scompisciarsi. Tsk, voglio vedere voi dopo. Ero quasi alla porta quando qualcuno mi afferrò per il girovita, facendomi roteare. La testa vibrò come se fossi stata gettata in una centrifuga.

-Sicura di farcela? – domandò Spencer sorreggendomi.

Annuii con un sorrisino ebete, muovendo la mano come se stessi scacciando un mosca a rallentatore.

-Lo prendo per un no. – confessò.

Risi ed egli mi accompagnò fuori. Il ghiaccio esterno mi diede uno schiaffo al volto, fu quasi utile per riprendersi un poco. All'improvviso era diventato davvero freddo fuori. Spencer mi guardò rabbrividire e corse in casa lasciandomi lì come una beota. Feci qualche passo, stringendomi nella camicetta. Udii alcuni passi, era tornato.

-Tieni questo. – disse, mettendomi sulle spalle un giacchetto.

Rimasi stupita di quel gesto.

-Grazie. – balbettai.

Mi sorrise e continuò a starmi vicino nel caso avessi bisogno.

-Divertita?

-Molto. – ammisi.

Se fossi stata ancora meno coscienziosa, avrei continuato a bere col gruppo.

-Bene, ne sono felice. – affermò sempre sorridente – Mi sarebbe piaciuto unirmi, ma temevo di essere di disturbo. Eravate un bel quadretto.

Rise. Probabilmente eravamo stati molto chiassosi. Per il resto del tragitto però restammo in silenzio e quando giungemmo di fronte alla casa, mi sentii in colpa di aver lasciato la festa.

-Da qui in poi posso sbrigarmela da sola. – dissi, gesticolando.

Si scompigliò i capelli alla nuca, sforzandosi di credermi. Doveva vedermi proprio in pessimo stato. Levò comunque le mani al cielo in segno di resa.

Una nuova vita || The Walking DeadWhere stories live. Discover now