Capitolo 83.
||Natalie
Riesco a convincere Jake di non prendere l'ascensore e di farsela tutta a piedi.
Lui sbuffa rumorosamente e alla fine, dopo aver accettato mi lancia una sfida:
"Se arrivo per primo io, quando torniamo a Boston devi guardare insieme a me un film, che decido io, e poi dormire nel mio letto per tutta la notte. Se vinci tu, farò tutto quello che vuoi.." ride lanciando una sguardo alle scale da percorrere dal primo all'utimo piano.
Studio la sua sfida e dopo non essere riuscita a rifiutare dico semplicemente:
"d'accordo, accetto.. Al mio tre" prendo un bel respiro e allaccio la scarpa che mi si è sciolta.
"Uno..due....." e "..tre!" strillo cominciando a farmi spazio tra la folla.
La gente ci guarda indignata e sconvolta. Tutti quanti, tranne una coppia di vecchietti che se ne stanno da parte a sorridere tenendosi la mano.
Jake è dietro di me e non sembra per niente preoccupato di essere in svantaggio. Anzi. Sorride e con una disinvoltura disarmante corre gradino dopo gradino.
Torno a guardare avanti e continuo a scansare la gente, scusandomi con un: "permesso, scusi è urgente!Mi scusi!" ripetendolo a ogni persona alla quale vado incontro, urlandola.
Poco dopo non ho più traccia di Jake.
Continuo a correre, convinta di arrivare per prima, ma appena metto piedi sul terrazzo dove è possibile osservare il panorama trovo Jake seduto accanto a un ragazzo. Se la ridono e se ne stanno accovacciati in disparate.
Come è possibile che è arrivato per primo?
Mi avvicino, cercando di fare lunghi respiri per far tornare il battito cardiaco alla normalità e mettere a tacere il fiatone.
"Jake.." dico tra un respiro affannoso e l'altro, portandomi un mano sulla fronte per asciugarmi il sudore.
"Ehi, Nat, finalmente! Ti stavo aspettando.." ridacchia.
"Lui è Daniel, mi ha fatto compagnia mentre aspettavo che arrivavi" dice indicandomi il ragazzo dai capelli rossi accanto a lui.
"Oh, emh..buongiorno Daniel. Da quanto siete qui? Tanto per sapere.." Mi siedo tra le gambe di Jake che istintivamente mi cinge la vita attirandomi a se.
"Da.." dice il ragazzo spostando lo sguardo sul suo orologio da polso, "esattamente tredici minuti. Ma siete fidanzati?"
"Noi..in realtà" dico impacciata
guardandomi le scarpe.
"No, non proprio.." continua Jake.
Il ragazzo sembra essere in confusione e ci guarda accigliandosi.
"È mia moglie!" improvvisa.
Mi impedisco di tossire e farmi andare di traverso la poca saliva che ho in bocca e sforzo un sorriso.
"Oh..marito e moglie eh. Viaggio di nozze?" chiede Daniel.
Scuoto la testa, "No, siamo qui per un weekend" precedo Jake.
"Wow, fantastico.. vedo che siete molto giovani, da quanto siete sposati?" domanda. "Sei mesi" mento, "Jake, andiamo ora?"cerco di mettergli fretta per evaquare il prima possibile.
"Si, Andiamo" saluta il ragazzo che ha conosciuto poco fa e mi cinge le spalle con un braccio mentre con l'altro fa un gesto teatrale mostrandomi il fantastico mondo che è davanti i miei occhi.
"New York!" Esclama, "è per te tutto
questo spettacolo Nat"
"Per me?"
"Per chi altro altrimenti?" Sorride sfiorandomi le mani,
"La nostra New York" Sorrido.
"Cosa?" a quel punto capisco di aver espresso il mio pensiero a voce troppo alta, "la nostra New York" ripeto.Ci baciamo e ci scattiamo delle foto.
"Devi proprio spiegarmi come hai fatto a salire qui prima di me. Ero io quella in vantaggio"
Ridacchia e alza le spalle, "chissà..forse conoscevo una strada alternativa.." Scoppiamo a ridere entrambi dopo che gli lancio uno schiaffo sul braccio, "Stronzo! Non vale!"Quando siamo di nuovo per le scale gli domando: " Perché hai mentito a quel ragazzo?" Lui scuote le spalle con noncuranza, "volevo...volevo soltanto dire a quel tipo una stronzata, sai così, come per impedirgli di vedere come sto, interiormente intendo.."
"E..come stai? Interiormente, intendo?"
"A pezzi" dice per poi voltarsi verso di me, "avevi ragione. Questo amore ci farà a pezzi e di noi non rimarrà più niente se non lacrime amare e due cuori distrutti" continua. Sento le lacrime pizzicarmi gli occhi, "l'hai detto anche tu: ' l'amore ti consuma'" dico citando le sue stesse parole. "Già.." mormora. "Comunque sará meglio sbrigarci, ci staranno aspettando.."
