Seventy six.

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Federico aveva sentito il suo cuore spezzarsi dopo la risposta di Benjamin alla sua domanda, dopo le parole del moro lui credeva di aver smesso di vivere per un momento. Tutto intorno a lui era scomparso e riecheggiava solo il rumore del suo dolore in quella stanza priva d'amore.
Il biondo avrebbe voluto piangere, urlare e cacciarlo da quella casa ma non ci riuscì, continuava a fissarlo e, nonostante tutto, continuava a pensare di avere davanti agli occhi l'amore della sua vita. Federico avrebbe voluto chiedergli se sarebbero rimasti insieme ma non lo fece, aveva paura della risposta e non ebbe neppure il coraggio di chiedergli se lo amasse per lui. Era certo che sarebbe potuto morire ad una risposta negativa. Lui non poteva accettare che Benjamin non lo amasse più.
I due restarono in silenzio per un tempo indefinito, gli occhi di Federico erano fissi sul più grande mentre questo non riusciva a ricambiare il suo sguardo, si limitava a tenere lo sguardo basso e a sentirsi morire ogni volta che guardava il viso pallido e triste di Federico. Troppo era il senso di colpa, troppa era la consapevolezza di aver ferito quel ragazzo che non voleva più sposare.
Ad un certo punto Benjamin si alzò, forse stava diventando troppo da sopportare per lui, e uscì da quella camera. Uscì senza sentire le ultime parole di Federico, le ultime parole prima che scoppiasse a piangere.
-"Ti amo, Bibi..."

Erano passati diversi giorni da quando i due ragazzi avevano scoperto di non essere davvero sposati, non lo avevano comunicato ancora a nessuno dei loro amici perché lo avrebbe reso troppo reale. Troppo doloroso.
La situazione in casa era drasticamente cambiata, Benjamin e Federico si rivolgevano a stento la parole e la sera, nel letto, non si abbracciavano più. Una sera il moro era, perfino, andato a dormire nell'altra stanza e non aveva sentito Federico piangere perché sapeva di averlo perso.
Il biondo aveva cercato di instaurare un dialogo con il maggiore ma questo non aveva mai voglia di parlare con lui.
-"Non so ancora che cosa dirti, Federico, non ho ancora una risposta alla tua domande." Gli diceva Benjamin. "Quindi preferisco non parlarti."
E Federico annuiva, soffrendo senza dire neppure una parola.

-"Ben..." Lo chiamò Federico a voce bassa, come se avesse paura di sopportarlo.
I passi striscianti di Federico lo condussero in salotto, dove c'era il moro seduto sul divano con la sua macchina fotografica tra le mani e il computer sul piccolo tavolo davanti a lui. "Ben." Lo chiamò di nuovo, alzando di poco il tono di voce.
Il moro si voltò verso di lui ma nessun comparve sul suo volto.
-"Che c'è?" Gli chiese, il suo tono non era freddo o distaccato. Era il tono di chi non provava niente ed era quello che faceva soffrire di più il minore.
-"I- io sto u- uscendo." Balbettò il più piccolo e si passò una mano tra i capelli biondi ancora umidi per la doccia.
Fuori il cielo di agosto era buio, piccole stelle brillanti illuminavano la città quasi deserta.
-"Stavo pensando di andare a prendere una pizza per cena, se per te va bene." Aggiunse il più piccolo.
Benjamin si strinse nelle spalle e annuì.
-"Come vuoi." Gli disse e tornò a concentrarsi sulla sua macchina fotografica.
Il biondo sospirò e si allontanò da lui. Lo aveva perso?

Federico era uscito da circa quindici minuti, Benjamin non aveva mai lasciato il divano e si costringeva a pensare solo al suo lavoro. Non voleva pensare all'espressione del più piccolo mentre usciva, non voleva pensare al modo con cui lo aveva rifiutato durante quei giorni. Non voleva pensare neppure che lui e Federico non erano sposati davvero. Non voleva pensare a Federico.
Ad interrompere ogni suo pensiero, che riguardassero il minore o meno, ci pensò il campanello di casa che iniziò a suonare insistente.
-"Federico ha dimenticato le chiavi." Sospirò il ragazzo e poggiò la macchina fotografica sul tavolo, accanto al computer, prima di alzarsi e andare ad aprire la porta. "Federico quante volte devo dirti di non dimenticarti le chiavi?" Disse il maggiore e aprì la porta di casa.
-"Non sono Federico, per mia fortuna."
Javier.
Benjamin era rimasto a bocca aperta, l'ultima persona che si aspettava di vedere davanti casa sua era proprio Javier. Erano giorni da quando l'uomo aveva smesso di inondarlo di messaggi e telefonate, sembrava scomparso e Benjamin si era anche dimenticato di lui.
-"J- Javier." Balbettò. "C- che ci fa qui?" Gli chiese.
L'uomo sorrise e si avvicinò a lui, per accarezzargli una guancia.
-"Vedo che ti faccio sempre lo stesso effetto, tesoro." Disse e si sporse in avanti per baciargli la guancia. Senza neppure attendere il permesso del moro, Javier entrò in casa e si diresse verso il salotto.
Il moro scosse la testa vigorosamente, chiuse la porta e si affrettò a seguirlo.
Javier non doveva essere lì.
-"Come hai scoperto dove abito?" Gli chiese il moro mentre lo seguiva in salotto.
-"Dovresti saperlo che io so sempre tutto di te." Rispose l'uomo e gli sorrise.
-"T- tu non dovresti e- essere qui..." Balbettò Benjamin, cercando di essere convincente.
Il suo ex sorrise divertito e si avvicinò a lui, tirandogli la cintura del suo jeans per attirarlo a lui.
-"Non dovrei essere qui, immagino sia per Federico, e va bene." Iniziò a parlare e gli cinse la vita con le braccia. "Tu però vuoi che io resti qui?" Gli chiese e fece incontrare i loro occhi.
Benjamin sentì il suo cuore battere all'impazzata, le guance si tinsero di rosso mentre si sentiva sempre più a suo agio tra quelle braccia.
Quella situazione ricordava tanto al moro quando, in Argentina, Javier si intrufolava in camera sua dalla finestra. Quando i suoi genitori non volevano farlo uscire. Javier lo consolava, gli ripeteva che lo amava e finivano per passare la notte stretti l'uno all'altro.
La situazione in cui si trovavano in quel momento era però diversa. Loro non erano in Argentina. Quella non era la casa dei suoi genitori.
Quella era la casa di Federico, la casa di suo mar...
No. Federico non era nulla per lui.
-"Sì." Sussurrò il più grande e abbassò il capo. "Io voglio che tu resti."
Javier ghignò soddisfatto e gli prese il viso tra le mani.
-"Allora resto." Disse e prima che Benjamin avesse l'opportunità di dire qualsiasi cosa, lo baciò.
In un primo momento il moro cercò di divincolarsi da quel contatto, quando però le braccia di Javier lo strinsero più forte lui si rilassò e rispose al bacio con la stessa, se non di più, passione di Javier.

Benjamin non seppe dire che cosa successe e non seppe dire neppure quanto tempo fosse passato prima che si ritrovasse sul divano, sdraiato sotto il corpo di Javier che continuava a toccarlo ovunque.
Le labbra di Javier si spostavano tra le labbra del moro e il suo collo, mordicchiando di tanto in tanto e facendo mugolare il ragazzo sotto di lui.
-"Eres mío, bizcochito, eres mío." Gli sussurrò Javier all'orecchio prima di mordergli il lobo e intrufolare le mani sotto la canotta bianca e larga del moro.
Il moro, per tutta risposta, strinse le gambe sul bacino dell'uomo e gli circondò il collo con le braccia, mentre gettava la testa all'indietro per dargli maggiore accesso al suo collo.
In pochi secondi la maglia del moro finì sul pavimento, accanto a quella di Javier.
-"Vuoi che continui, piccolino?" Gli chiese Javier e gli morse il labbro inferiore.
Per tutta risposta, Benjamin, mugolò qualcosa e iniziò ad armeggiare con la cintura dell'altro.
-"Lo prenderò come un sì." Sorrise l'uomo e fece unire le loro labbra.

-"Che caldo." Sbuffò Federico mentre si dirigeva verso la porta di casa sua. "E queste pizze bollenti non migliorano la situazione." Aggiunse e lanciò un'occhiata ai due scatole di pizza che reggeva tra le mani.
A fatica, Federico, tirò fuori le chiavi dalla tasca dei suoi pantaloni di cotone nero e le infilò nella toppa.
-"Finalmente a casa." Sospirò e, una volta dentro, chiuse la porta alle sue spalle.
Federico aprì la bocca per chiamare l'altro e avvisarlo del suo ritorno, dei rumori però glielo impedirono.
-"Che succede?" Si chiese e aggrottò la fronte.
Il ragazzo, cautamente, si diresse in salotto e ciò che vide gli fece desiderare di poter scomparire per sempre.
Le pizze caddero sul pavimento, mentre gli occhi del ragazzo si riempivano di lacrime e un sonoro singhiozzo lasciava le sue labbra.
-"I- io..." Cercò di dire il biondo ma le parole gli morirono in gola.
Benjamin e Javier, seminudi e avvinghiati l'uno all'altro sul divano, si voltarono in contemporanea verso Federico e le loro reazioni furono totalmente diverse. Javier ghignò soddisfatto mentre il volto di Benjamin perse ogni colore e si affrettò ad allontanare l'altro.
-"Fe- Federico!" Esclamò il moro e spinse Javier via da lui.
Federico singhiozzò ancora una volta, mentre guardava l'altro dritto negli occhi.
-"Mi fai schifo."
-"Federico no!" Urlò Benjamin mentre l'altro correva via. "Lasciami spiegare."
Troppo tardi.

Married? || Fenji.Where stories live. Discover now