Per quanto dura per lui possa essere stata, Federico si sentiva meglio dopo aver condiviso anche quel lato del suo passato con il moro. Federico si era fatto coraggio e aveva raccontato che cosa gli era successo la prima volta che credeva di essersi innamorato, gli aveva raccontato di Christian e di che cosa era successo tra di lui, il biondo nel raccontarlo aveva riprovato il dolore di quel periodo ed era felice ci fosse Benjamin al suo fianco.
Il più grande aveva ascoltato in silenzio l'intero racconto del minore, si era limitato a stringergli la mano quando sentiva la sua voce incrinarsi e a sorridergli quando faceva una pausa. Era felice che il più piccolo si fosse aperto in quel modo con lui, per mesi gli aveva chiesto spiegazioni riguardo quell'argomento e in parte gli dispiaceva averlo forzato, dopo tanto però poteva dire di capire davvero Federico. Di conoscerlo.
Dopo il racconto del minore i due avevano fatto ritorno a casa loro, avevano chiamato i loro amici per scusarsi dell'accaduto ma loro avevano già capito che cosa fosse successo, loro conosceva Christian e in parte la loro storia. Quella notte Benjamin strinse il biondo a lui, per una notte fu Federico a dormire con la testa sul suo petto e lui era certo di poter toccare il cielo con un dito mentre sentiva il respiro caldo di Federico infrangersi contro la sua pelle nuda.
Federico addormentato era uno spettacolo unico per i suoi occhi e, in quei momenti, Benjamin sentiva di poter scoppiare per il troppo amore.
Quel ragazzo lo aveva stregato.Erano passati diversi giorni dalla sera in cui Federico si era messo a nudo davanti agli occhi del moro, in quei giorni il moro aveva fatto di tutto pur di non fargli pesare quelle sue parole, lo aveva trattato come sempre. Con amore.
Nonostante il caldo afoso di metà luglio i due ragazzi erano costretti a recarsi a lavoro ogni giorno, di malavoglia lasciavano la loro fresca dimora e, ancor più di malavoglia, le braccia e le labbra dell'altro per poi ritrovarsi la sera a raccontarsi le loro giornate e a scambiarsi sorrisi innamorati.
In quei giorni nessuno dei due aveva riparlato di Javier, l'ex di Benjamin, ma entrambi sapevano che da un momento all'altro sarebbe arrivata la sua telefona e sarebbe toccato a Benjamin decidere se rivederlo o no.Era l'ora di pranzo di un giovedì come tanti altri prima che arrivasse quella fatidica telefonata che provocava ansia nel più piccolo, il moro si affrettò a rispondere e a Federico non sfuggì il suo sorriso quando lesse il nome del suo ex sullo schermo. Il biondo ascoltò attentamente la telefonata ma non commentò, lo fece solo al suo termine, quando Benjamin gli disse ciò che non avrebbe mai voluto ascoltare.
-"Federico." Lo chiamò il maggiore e ripose il suo iPhone nella tasca del suo pantaloncino di jeans. "Oggi pomeriggio incontrerò Javier." Gli disse e nella sua voce non c'era traccia del tono che Federico si aspettava, anzi, sembrava felice.
Federico poggiò la forchetta e il coltello nel piatto quasi vuoto e si pulì la bocca con il tovagliolo in stoffa, prima di parlare.
-"A che ora?" Gli chiese con tono piatto, voleva fingere distacco ma nei suoi occhi era ben visibile la guerra che stava avvenendo dentro di lui.
-"Alle quattro." Rispose allegro il moro che sembrava non aver notato lo sguardo dell'altro.
-"Capisco." Annuì il più piccolo e gettò un'occhiata all'orologio attaccato sul muro della cucina. "Hai ancora un po' di tempo per prepararti allora." Aggiunse. "Immagino tu voglia farti bello per lui." Lo stuzzicò il ragazzo e assottigliò gli occhi color cielo.
Benjamin batté le palpebre più volte prima di sghignazzare e avvicinarsi a lui.
-"Solo perché incontro Javier non significhi che io non ti ami." Gli disse. "Resterò con lui circa mezz'ora, se possibile anche meno, però penserò sempre a te." Aggiunse e gli prese il viso tra le mani. "Io amo te."
Il biondo annuì ma il suo volto non cambiò, continuava a non voler mostrare le proprie emozioni.
-"Bene." Replicò. "Divertiti allora."Dopo quella loro piccola conversazione i due ragazzi non parlarono di nuovo, il biondo uscì di casa per svolgere delle commissioni mentre il maggiore si preparava per il suo incontro. Quando arrivò il fatidico momento sperava nel ritorno di Federico ma questo non accade, il ragazzo era imbottigliato nel traffico e gli mandò un messaggio in cui gli diceva che lo amava.
Con il sorriso stampato sul volto Benjamin uscì di casa e si diresse al bar dove Javier lo attendeva, non troppo lontana da casa sua e di Federico.
-"Benjamin!" La familiare voce di Javier risuonò nelle orecchie del moro e per un momento gli sembrò di essere ancora in Argentina, nella piazza di Buenos Aires quando correva da lui perché aveva bisogno di lui.
Il moro si voltò verso di lui e abbozzò un sorriso, conosceva bene la camicia azzurra che Javier indossava, a quel semplice indumento erano legati tanti bei momenti.
-"Ehi." Borbottò il moro e si passò una mano tra i capelli ancora un po' bagnati.
L'uomo attirò l'altro a lui e lo strinse in un abbraccio.
-"Qué bonito verte, poder abrazarte y tocar." Sussurrò l'uomo e strinse più forte il moro. "Me has hecho falta hasta morir."
Il più grande interruppe quel contatto, seppur con un po' di tristezza, e abbassò lo sguardo.
-"Non parlare in spagnolo, per favore." Disse.
Il suo ex ragazzo fu un po' stranito dalla sua richiesta, in fondo quella era la sua lingua madre.
-"Credevo ti avrebbe fatto piacere." Rispose. "Che ti avrebbe dato la sensazione di casa, come in Argentina." Aggiunse.
Benjamin alzò lo sguardo e riservò un'occhiata dura all'uomo davanti a lui.
-"L'Argentina non era la mia casa." Replicò con tono duro. "Me ne sono andato per dei motivi seri." Aggiunse. "Non per delle stupidaggini come in molti credevano." Concluse alludendo alla sua famiglia e anche a Javier stesso.
Javier sospirò ma annuì.
-"Sai." Iniziò a parlare. "Sono cambiate molte cose da quando tu sei andato via." Aggiunse con tono pacato, il leggero venticello caldo gli scompigliava i capelli corti e scuri.
C'era qualcosa in quella situazione, in quelle parole, che fecero sobbalzare il moro. Che cosa era successo in sua assenza?
-"Che cos'è successo?" Gli chiese allarmato.
L'uomo gli indicò un tavolo in acciaio accanto a loro e sorrise.
-"Sediamoci."I due si erano seduti al tavolo indicato da Javier e avevano ordinato dei succhi di frutta e degli snack, agli occhi della gente potevano sembrare una normale coppia ma nessuno sapeva quanto tormentato e felice fosse il passato che condividevano.
-"Che cos'è successo in Argentina?" Gli chiese il maggiore mentre poggiava sul tavolo il bicchiere di succo di frutta all'arancia.
Javier si sistemò meglio sulla sedia e fece incontrare i loro occhi.
-"I tuoi genitori si sono separati." Gli disse. "Di nuovo e questa volta non credo ritorneranno insieme." Aggiunse.
Il moro rimase sorpreso di quella notizia, davvero per la sua famiglia contava così poco da non avergli neppure parlato della separazione dei suoi genitori?
-"Perché?" Gli chiese mentre si smuoveva sulla sedia, come se questa iniziasse a scottare.
-"Per te." Rispose l'uomo e il moro non poté fare a meno di sgranare gli occhi. "Quando sei partito tua madre è come impazzita, non riusciva a credere di aver lasciato che suo figlio andasse via da lei.
Nelle settimane successive si è resa conto di quanti sbagli avesse commesso con te, primo di tutto non accettarti, e voleva in qualche modo rimediare. Voleva venirti a cercare ma tuo padre gliel'ha impedito dicendo che era meglio perderti che averti ancora in giro, tua madre allora gli ha urlato quanto sbagliato fosse come padre, gli ha detto che l'unico che andava ripudiato era lui e non tu, tu eri sangue del suo sangue. Hanno litigato per ore e, infine, tua madre ha preso le sue cose ed è andata via.
Solo i tuoi fratelli hanno dei contatti con lei ma tuo padre non lo sa, lui aspetta ancora che torni per chiedergli scusa." Gli spiegò brevemente.
-"E suppongo voglia che io faccia lo stesso." Replicò Benjamin e serrò i pugni. Suo padre era sempre stato un mostro. "Magari accompagnato da una bella ragazza incinta di mio figlio." Aggiunse e una breve risatina isterica gli lasciò le labbra carnose.
Il suo ex fidanzato inclinò la testa da un lato e gli prese la mano, facendolo sobbalzare.
-"Tu non devi chiedere scusa proprio per nulla." Gli disse. "Tu sei perfetto così come sei."
Il più grande abbassò il capo imbarazzato e si morse il labbro inferiore.
-"Me lo ripetevi sempre." Sussurrò. "Mi ripetevo sempre che ero perfetto così come sono..."
-"Perfetto per me." Concluse per lui Javier e gli strinse di più la mano. "E lo penso ancora." Aggiunse. "Penso ancora che tu sia perfetto per me, Benjamin."

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Married? || Fenji.
FanfictionMarried? || Fenji. «Una notte nata per divertirsi, per dimenticare i problemi della vita e svagarsi, la vita di due sconosciuti cambierà, si ritroveranno a condividere una vita. Tra di loro nascerà l'amore o resterà semplice divertimento?»