Capitolo Settantatreesimo

1.2K 78 22
                                        

Arrivammo all'altare maggiore, dove il vescovo ci attendeva con un sorriso stampato sul volto.
Mary era in seconda fila, in piedi.
Francis si sedette accanto a lei.
Henry occupava il lato opposto.
Clare e Jamie erano nel mezzo.
Bash mi accompagnò davanti, in primafila, e si sedette accanto a me.
Qualche curioso si affacciò sulla soglia, impaziente di scorgere qualche reale.
La funzione fu breve, poi il vescovo ci chiamò accanto a lui.
Bash mi aiutò a salire i gradini, e ci fermammo di fianco all'altare.
Scrutai i visi dei presenti, tutti preparati e impomatati.
Avevano delle facce austere.
Poi scorsi Greer, Lola, Kenna e Ayley e sorrisi.
Loro ricambiarono il sorriso.
« Francis-James Duval de Poitiers I, Principe di Francia, figlio di Sebastian de Poitiers e di Elizabeth Audrey Duval, io ti battezzo, in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti, Amen».
Bash stringeva tra le braccia il piccolo, sorridente, mentre il vescovo gli bagnava la testolina con l'acqua benedetta.
Con un cenno, chiamò Francis e Clare, che salirono accanto a noi.
A loro volta, battezzarono il piccolo.
Sul viso di Francis apparve un sorriso addolcito, e pian piano, toccò a Clare.
Osservai Jamie, che sorrideva osservando la scena.
Poi i suoi occhi si posarono su di me, ed io distolsi rapidamente lo sguardo.
La cattedrale si riempì del pianto di Francis, che vagiva a causa del contatto con l'acqua fredda.
Tutti applaudirono, e Bash mi guardò soddisfatto.
Francis I era l'unica connessione che, a discapito di tutto, avrebbe sempre legato Bash e me indissolubilmente.
Forse lui era più vincolante di un matrimonio.
Quando la funzione terminò, ci ritrovammo sullo scalino all'uscita della cattedrale.
Con mio immenso stupore, Mary si avvicinò a me, e osservò il piccolo.
I suoi occhi diventarono lucidi, e per qualche secondo mi sembrò si fosse commossa.
Un lampo di tristezza le attraversò il bel viso, e con l'indice accarezzò la guancia vellutata del piccolo.
« Ha gli occhi di Bash » disse, quasi soprappensiero.
Non dissi nulla, e lasciai che la Regina si godesse quel suo momento di totale vulnerabilità.
« E' bellissimo » disse, sorridendo.
In quell'istante, aveva abbandonato la regina che era in lei, l'austerità, l'odio, gli oneri.
Era solo una bellissima ragazza che si stupiva di fronte alla dolcezza di un bambino.
« Grazie » risposi timidamente.
Non fece in tempo a dire qualsiasi cosa, che Lola, Kenna, Ayley e Greer mi accerchiarono, tutte eccitate.
« Oh, posso tenerlo in braccio? » disse Kenna. Io risi « ma certo ».
Una mano mi si posò sulla schiena, e una voce parlò alle mie spalle.
« Sì, ma fai attenzione... non è una bambola».
Era Bash.
Mi scostai, perché ciò che aveva fatto poteva risultare sconveniente.
Lui tenne ancora la mano per qualche secondo sulla mia schiena, e fece scorrere l'indice lungo la spina dorsale.
Chiusi gli occhi per qualche secondo, poi lui ebbe il decoro di spostarsi.
« Dov'è Francis? » domandai.
« Lì » disse Lola.
Francis stava vicino alla nostra carrozza, in disparte.
Decisi di raggiungerlo.
« Beth » disse una voce alle mie spalle, e mi voltai.
« Jamie » mormorai.
« E' stata una bella funzione » affermò. Sembrava impacciato.
Io inclinai latesta di lato, non mi sembrava proprio il tipo di conversazione che portava avanti un tipo come lui.
« Grazie per averci invitati » continuò lui.
Io scossi la testa.
« Oh, Jamie èstato un piacere » dissi, sinceramente.
Lui rimase in stasi per qualche secondo.
Mi guardava, con uno strano sorriso disegnato sul volto, e si torturava le mani.
« Sianar bòidheach » disse, e sembrò che parlasse più a sé stesso che a me.
« Cosa? » chiesi.
Non capivo quel tipo di gaelico, quindi non riuscii a intendere cosa avesse appena detto.
Sembrò ridestarsi, e scosse la testa, aggiustandosi i capelli fulvi con una mano.
« Niente, niente » disse, e all'improvviso sembrò che avesse fretta di allontanarsi.
« Jamie, va tutto bene? » chiesi.
« Aye... Aye. A dopo, Beth » disse, e si allontanò.
Tutta la conversazione mi sembrò al di fuori della mia comprensione.
« Perché ti sei allontanato? » mormorai, abbracciando da dietro il principe.
« Volevo lasciarvi qualche momento da soli » disse, voltandosi, e stringendomi tra le sue braccia.
« Mi mancavi ».
Francis mi prese il volto tra le mani, e mi posò un lungo bacio sulle labbra.
Io gli passai una mano tra i capelli, e tirai qualche ciocca tra le dita.
« Se fai così, mi diverrà difficile mantenere il controllo di me stesso » ammise.
« Ma che stanno facendo quelle lì? » continuò.
Io mi voltai, e vidi Lola che accarezzava la fronte di Francis.
Sentii anche le altre che dicevano: « Ora dallo un po' a me, dai! »
Lola scuoteva la testa severamente, e diceva a tutte di non esagerare.
Sarebbe stata una buona madre, un giorno.
« Voglio sposarti a Notre-Dame » disse, all'improvviso.
« Lo so » mormorai « anche io voglio sposarti lì. »
« Sceglierai tu stessa gli addobbi per la chiesa...e »
« Beth ».
Mi voltai ancora.
Francis sembrava infastidito.
« Bash, cosa c'è? » disse lui.
« Dobbiamo tornare a corte. L'usanza vuole che i genitori debbano viaggiare nella stessa carrozza con il bambino ».
Francis si rabbuiò.
« Da quando è in vigore questa usanza? Non ne ho mai sentito parlare » disse, tagliente.
« Francis, per favore » chiese, implorante.
« E' proprio necessario? » domandai io.
Non volevo che Francis stesse male ancora.
« D'accordo - disse Bash - se proprio non vuoi... »
« Andate » intervenne Francis.
Ci girammo entrambi per guardarlo in faccia.
Non l'aveva fatto perché a lui andava bene, l'aveva fatto per suo fratello.
Si vedeva dal modo in cui i suoi occhi luccicavano di frustrazione.
« Andate » ripeté.
Io mi avvicinai, e gli presi una mano.
« Francis, ne sei sicuro? »
« Non chiedermelo più, o potrei cambiare idea» disse, accarezzandomi una guancia con un sorriso triste.
« Grazie » mormorai.
Francis si avviò in silenzio verso la carrozza, ed io e Bash ci avviammo verso la carrozza reale.
« Mary andrà con Francis » disse Bash, prima che io potessi domandare.
« Non credo che la cosa mi entusiasmi » dissi, mentre mi accomodavo sul sedile di pelle.
« Perché hai voluto che io venissi con te? » mormorai.
Bash tirò un lungo sospiro, e si sfregò le mani sui pantaloni.
« Beth io... » disse, ma la voce gli tremò. Guardò il bambino, poi il paesaggio fuori dal finestrino.
« Bash continua » dissi, fremendo.
« Io... io » mormorò ancora, senza finire la frase.
Gli presi la mano, e pensai che avesse bisogno di un po' di incoraggiamento prima di parlare.
« Puoi ancora dirmi tutto, lo sai » dissi, non senza difficoltà.
Lui si aprì in un sorriso dolce, e i suoi occhi si fecero nuovamente tristi.
« Non posso dirlo » terminò.
« Cosa non vuoi dirmi? »
Mi guardò ancora una volta, e tenne la bocca semiaperta per prendere aria.
« Voglio sposarti ».
Spalancai gli occhi.
« Che cosa? » mormorai, allibita.
« Voglio sposarti ancora » ripeté lui.
Quando tornai con la mente a quel momento, ricordai che Bash era già sposato e che quindi ciò che aveva detto non aveva alcuna reale importanza.
Sorrisi, tristemente, e gli accarezzai il dorso della mano.
« Sei già sposato » dissi, con un filo di malinconia nella voce.
Per un attimo avevo dimenticato tutto, e quando Bash aveva pronunciato quelle tre semplici parole, io ci avevo sperato.
Ci avevo creduto, e mi ero persa.
Poi avevo realizzato che ciò che stava dicendo era impossibile.
Forse era stato tutto frutto di un vaneggiamento momentaneo, che io avevo assecondato per un mero interesse personale.
« Lo so » disse lui, chinando la testa.

You'll also like

          

BASH

Ero riuscito a dirle ciò che avevo intenzione di fare.
Sebbene avessi tentennato per un tempo che mi era sembrato troppo lungo, quando lei mi aveva preso la mano, mi aveva indotto a dirle tutto.
Aveva strappato via da me le ansie, le paure, i dubbi e mi aveva indotto fiducia e sicurezza che solo lei era in grado di darmi.
« Voglio sposarti » dissi, con tutto il coraggio che Dio mi aveva donato in quel momento.
La vidi sbarrare gli occhi, e un lampo di speranza era apparso nei suoi occhi.
Sorrisi, non mi aveva dimenticato.
Non aveva dimenticato il nostro amore,e sebbene si ostinasse a negarlo, nei suoi occhi riuscivo a capire che mi amava ancora, e se glielo avessi chiesto avrebbe accettato.
« Voglio sposarti ancora » dissi di nuovo.
Il lampo di speranza che aveva aleggiato nei suoi occhi fino a quel momento, svanì, e con lui anche tutte le mie sicurezze, e la mia forza, svanirono.
Mi sfregò il pollice sul dorso della mano, provocando brividi lungo tutto il braccio.
Quanto avrei voluto prenderle quel palmo, e baciarne ogni centimetro.
Quanto avrei voluto spingermi verso di lei, e baciare quelle labbra che continuavo a sognare ogni notte.
Ma non potevo farlo.
« Sei già sposato » mormorò lei.
Non lo aveva creduto possibile.
Ma forse l'idea dell'annullamento non le sfiorava neppure la mente, e a chi, d'altronde avrebbe sfiorato?
Era totalmente fuori dalla sua portata, un annullamento reale.
Sarebbe stato fuori la portata di tutti, ma non della mia.
« Lo so » dissi, alla fine.
Quanto pazzo ero, per fare una cosa del genere?
Ero irrimediabilmente pazzo.
Pazzo di lei.
Quella donna mi aveva stregato

BETH.

Arrivammo a corte, dove Bash aveva preparato un banchetto per il battesimo del piccolo Francis.
Tutti a corte furono stregati dagli occhi di gatto del piccolo, che erano uguali a quelli del suo bellissimo padre.
A Francis ovviamente fu assegnato il posto accanto al mio, ed io gli tenni la mano per rassicurarlo.
Si avvicinò all'orecchio, credevo che stesse per dirmi qualcosa, e invece, annusò i miei capelli.
« Ti amo, non dimenticarlo mai » mormorò.
Quell'espressione mi lasciò di sasso.
« Lo so Francis, ti amo anche io... ma perché mi dici questo? »
Lui scrollò le spalle, e si passò una mano tra i morbidi capelli biondi.
« Lo dico perché lo devi sapere ».
A fine cena, Francis fu fermato da alcuni funzionari di corte.
Bash, invece, stava parlando con alcuni uomini che erano arrivati al castello la mattina stessa, e che lui per ovvi motivi non aveva potuto ricevere prima.
Con la coda dell'occhio, scorsi Condé che stava parlando con la Regina Mary.
Quel bastardo.
Si accorse di me, e puntò gli occhi sul mio viso.
Fece un piccolo inchino con la testa, ed io ricambiai l'inchino, disgustata quasi quanto era disgustato lui.
Sgattaiolai di nascosto fuori dalla sala da ballo, e inspirai la fresca aria di fine Febbraio.
Il cielo era limpido come una fonte di montagna, pieno di stelle.
Mi passai una mano tra i capelli, esausta.
Il piccolo era insieme a Lola, che da quando era arrivato a corte, non era riuscita a lasciarlo un attimo a me o a suo padre.
Mi fidavo di lei.
« Stanca della corte? »
Una dolce, profonda voce alle mie spalle mi fece sobbalzare.
« Jamie » dissi, voltando completamente la testa verso di lui.
« Dov'è Clare? » mormorai.
« E' dentro. Sta intrattenendo un'interessantissima conversazione sulla politica dell'Inghilterra con Re Henry ».
Io sorrisi.
« Capisco. E voi eravate stanco? »
« Aye » disse lui.
« Non ho mai amato le grandi folle. »
« Credo di non aver mai sentito qualcuno rivolgersi a dei reali con l'appellativo di "folla". Non credo che a loro farebbe piacere».
« Non m'importa » disse lui, facendo qualche passo avanti e posizionandosi accanto a me.
« Per vedere le stelle in questo modo, bisogna allontanarsi da tutte le luci. Nella mia casa, a Lallybroch se ti sdrai sul prato di notte vieni accecato dal loro splendore » mormorò, come perso nei ricordi.
« E' bella, la vostra casa? » dissi, aggiustandomi le spalline.
« Aye » disse.
« E' la casa dove sono cresciuto. Ora sono il laird, ma non posso... » si fermò, puntando improvvisamente lo sguardo sul mio viso, come se si fosse spinto oltre un confine invalicabile.
Fece un sorrisetto nervoso, poi si voltò a guardare il bosco.
« Non ci tornate da molto? » chiesi ancora.
Per qualche strano motivo, ero attirata da quell'uomo.
Volevo sapere qualcosa su quell'alone di mistero che lo circondava, qualcosa sul suo passato, sul suo presente.
Volevo sapere qualcosa della sua storia.
Scosse la testa, facendo muovere un ricciolo fulvo sulla fronte.
« No, non ci torno da troppo » disse.
Decisi di rischiare, e di fare una domanda che non avrei avuto il diritto di fare.
« Perché? »
Jamie mi guardò, non si aspettava neppure lui quella domanda così avventata.
Non avevo il diritto di sapere.
La sua espressione mutò all'istante, si fece più dura.
Le sue labbra si strinsero, e i suoi occhi puntarono sul mio viso.
« Scusate, io non avrei dovuto... ehm, vado dentro » dissi, terribilmente imbarazzata sotto al suo sguardo accusatorio.
Mi sentii improvvisamente afferrare per un polso.
La sua stretta era vigorosa, ma poi Jamie la allentò, diventando dolce.
« Aspettate » mormorò.
Mi fermai, con il cuore che andava a mille.
« E' una lunga storia. Ed è dolorosa da raccontare » disse, alla fine.
Non aveva il dovere di dirmi quelle cose.
« Sono stata maleducata, Jamie. Non avrei dovuto chiedervi nulla del genere, perdonatemi».
« No » disse lui.
« Non avete nulla di cui scusarvi, sono io che non sono ancora predisposto a ricordare » disse, e i suoi occhi lasciarono trasparire una tristezza coinvolgente.
« E' molto doloroso, pensarci? » mi azzardai a dire.
« Aye » rispose subito lui.
« Non credevo che voi poteste celare così tanto dolore ».
La frase mi uscì dalle labbra prima che potessi riflettere sul suo reale significato.
Lui fece un sorrisetto divertito, quasi incuriosito, ed io arrossii.
« Perché dite questo? »
« Beh, p-perché sembrate così... così duro, così austero. Sembra che niente e nessuno possa colpirvi. Almeno è questa l'impressione che avete fatto a me... » balbettai, imbarazzata.
Jamie sorrise ancora, e si avvicinò a me.
« Siete così... così » disse, spostando i suoi occhi, scrutando il mio viso.
« Beth! »
Ci voltammo all'unisono, e vedemmo Bash che avanzava verso di noi.
Jamie si ritrasse immediatamente indietro, e chinò il capo.
« Beth, gli altri stanno passando ai saluti, e ti reclamano » mormorò Bash, spostando lo sguardo da lui a me.
E mi parve molto perplesso.
« Permettete, vado in cerca di Clare » disse Jamie, congedandosi con un inchino accennato.
Bash non fece domande, né io avevo voglia di dire qualsiasi cosa.
Salutammo tutti, Lola a malincuore si staccò dal piccolo Francis e lo diede a me.
« Non voglio separarmi ancora da lui » disse Bash, mentre gli accarezzava la manina chiusa.
« Cosa posso fare? » dissi, seriamente dispiaciuta.
Era pur sempre suo padre.
Lui scosse la testa e non rispose.
Francis ed io tornammo alla nostra carrozza. Ero sfinita.
Francis mi toccò i capelli, e spinse la mia testa sulla sua spalla, poi mi alzò il viso e lo baciò dolcemente.
Mi addormentai, stanca.
Arrivammo a casa, e sia Francis e io, che Jamie e Clare, scendemmo dalle rispettive carrozze.
Clare ed io facemmo un tratto di strada insieme, scambiandoci opinioni sulla serata appena trascorsa alla corte francese.
Clare era rimasta entusiasta dei giardini, un po' meno delle persone e della loro filosofia di vita.
Delusa al massimo dalla loro idea politica.
« Clare, posso farti una domanda? » chiesi, mentre passeggiavamo allontanandoci dagli uomini.
« Certo » disse, guardandomi.
« Da quanto tempo conosci Jamie? » mormorai, incerta.
« Quattro mesi, credo » continuò lei.
Io annuii.
« Quindi avrai sicuramente preso un po' di confidenza colgaelico » dissi.
Lei disse di sì.
Decisi di mentire.
« Quando ero piccola, e mio padre portò a casa un suo cliente dalla Scozia, quest'ultimo si rivolse a me e mi disse "sianar bòidheach". Perdona la mia pronuncia, ma è passato tanto tempo ed io non la ricordo alla perfezione.
Mio padre non mi hai mai detto cosa significasse... tu hai qualche idea? »
Non ho mai capito se Clare avesse realmente creduto alla mia storiella, fatto sta che si voltò verso di me, assumendo uno strano atteggiamento.
Come se mi fosse sfuggito qualche dettaglio per me inutile, per lei fondamentale.
« E' semplice » disse lei.
« Letteralmente significa 'sei bellissima'».
L'aria mi si bloccò in gola.
Che cosa diamine aveva appena detto?
« Sei sicura? » domandai, torturandomi nervosamente le mani.
Lei annuì.
« Ma certo, più che sicura ».
« Grazie » dissi semplicemente, mentre la mia temperatura corporea saliva irrimediabilmente.
Era uno scherzo.
O io avevo capito male, o Clare aveva tradotto male.
Jamie non aveva potuto dire una cosa simile.
Non anche lui.
No.

* * *

« Bash si è assentato da corte, Mary ha richiesto la mia presenza perché mia madre si è ammalata e nessuno riesce a calmarla » mormorò Francis, mentre entrava nella stanza da letto.
« Che cosa? » dissi.
« Mi pare strano che mi abbia chiamato, quando a corte c'è ancora Condé. Pensavo si fidasse di lui » disse, in maniera acida il principe.
« Si fida più di te » mormorai, avvicinandomi a lui.
Accarezzai i morbidi capelli del principe, e gli sorrisi.
« Quando andrai via? » chiesi, sospirando.
Non mi andava a genio che il fantasma della corte tornasse di tanto in tanto a incombere su di lui, ma quella volta si trattava di sua madre, non potevo impedire che si recasse da lei.
« Parto stasera stessa ».
« Che cosa? » dissi, con una fitta di delusione. « Così presto? »
Lui annuì, baciandomi il naso.
Poi mi baciò una guancia.
Poi la fronte, e il collo, e la gola, e le labbra.
« Posso? » disse, col respiro spezzato.
« Non chiederlo mai » mormorai, ugualmente affannata.
Mi adagiò dolcemente sul letto, mi svestì velocemente.
Non riusciva adessere tranquillo come al solito, fremeva.
« Non riesco a staccarmi da te » disse, continuando ad ansimarmi sul collo.
Gemetti, e gli passai una mano tra i capelli.
Gli tolsi la camicia, e gli abbassai i pantaloni. Lui mi accarezzò il viso, e punto gli occhi azzurri nei miei.
Aveva il volto arrossato dal desiderio, la bocca rossa schiusa.
Mi avvicinai al suo viso, e lui mi tirò il labbro inferiore, senza farmi male.
Un mio gridolino, lo accese ancora di più.
Mi strinse le dita sui fianchi, e appoggiò la fronte sulla mia.
Io sospirai, e gli affondai le unghie nella schiena, gettando la testa all'indietro.
Mi intrappolò le labbra, e mi baciò avidamente.
« Ti amo così tanto » mormorò, con la voce roca.
Mi fece scendere una mano lungo la pancia, e mi accarezzò le gambe.
Mi afferrò una coscia con la mano, e mi spinse a cambiare posizione.
Mi trovai a cavalcioni su di lui.
Le sue mani premevano lungo i miei fianchi, ed io mi aggrappavo alle sue braccia.
Assecondai le sue mosse, e quando fu quasi al culmine, mi poggio una mano dietro la schiena, spingendomi sul suo petto.
Poi sospirò, stremato.
Continuò ad accarezzarmi la schiena, appagato. Ora si era addolcito, ma aveva ancora il fiato corto e la pelle arrossata.
Alzai il viso, assonnata, e osservai i suoi capelli. Mi sfuggì una risata divertita.
« Cosa c'è? » disse, ridendo di rimando.
« I tuoi capelli, sono un adorabile disastro » mormorai, baciandogli le labbra.
Si girò su un fianco, e mi cinse con le braccia.
« Non me ne voglio andare » disse.
Io scossi la testa.
« Non voglio che tu te ne vada, però tua madre sta male » sussurrai, accarezzandogli l'accenno di barba.
« Dovrò portare Clare con me » disse, tutt'a un tratto.
« Cosa? » mormorai confusa.
« Nostradamus è andato in un villaggio vicino, per curare degli ammalati che non hanno soldi per pagare i dottori, lui li cura gratuitamente. Avrò bisogno delle competenze di Clare per capire mia madre da cosa è affetta ».
Io sbuffai, visibilmente irritata.
« Non potrei venire io... non me ne intendo di malattie. » dissi, scoraggiata.
« Non credo ci vorrà molto, Beth ».
Io mi girai su un fianco, dal lato opposto al suo. Francis fece aderire il suo corpo nudo alla mia schiena.
« Sei arrabbiata? » disse, con una nota di preoccupazione nella voce dolce.
« No » mormorai, ma non sembravo convincente nemmeno a me stessa.
Francis si chinò, e mi diede un bacio sulla colonna vertebrale, poi un altro sulle spalle, poi un altro ancora, provocandomi dei brividi di piacere lungo tutto il corpo.
Sorrisi, mentre lui mi metteva un braccio lungo il fianco, e con la mano, mi faceva aderire ancora di più al suo corpo.
« Perché sei arrabbiata? » mi sussurrò sul collo.
« Sono gelosa » dissi, ed era vero.
« Di Clare? » disse, divertito.
Gli diedi un pizzico sul fianco, che lo fece sobbalzare, e poi ridere.
« Ascoltami » mormorò.
Si infilò sotto le lenzuola, e mi fece girare a pancia in su.
Si chinò supino su di me, e mi iniziò a baciare tutto l'addome, la clavicola, il seno, la pancia.
I suoi baci mi facevano fremere di nuovo, sebbene avessimo fatto l'amore da pochi minuti.
« Non c'è nessun'altra donna che suscita il mio interesse all'infuori di te,Beth ».
Mi baciò.
« Non c'è nessun'altra donna con cui vorrei fare l'amore come faccio con te »
Seguì un altro bacio.
« Non c'è nessun'altra donna che vorrei sposare, se non te. Non c'è nessun'altra donna che vorrei come madre dei miei figli, eccetto te».
« Nessun'altra donna che amerò mai come amo te. »
Sorrisi, a quelle parole.
Francis avrebbe voluto un bambino con me, e la situazione sarebbe diventata ancora più complicata se fosse davvero accaduto.
Tornò a sdraiarsi accanto a me, e mi cullò tra le sue braccia.
Dopo un po', mi addormentai.

* * *

Once Upon a Time, a Reign | Completa, in revisione |Where stories live. Discover now