Non appena mi sdraiai, sentii di nuovo bussare alla porta.
Alzai gli occhi al cielo, era una congiura. « Miss Elizabeth? » annuii.
Questa volta si trattava di una donna. Sembrava essere nobile dal portamento, e dai gioielli, ovviamente.
Indossava un vestito di seta verde zaffiro, con uno scialle pregiato adagiato sulle spalle.
I capelli corvini erano raccolti in due bande, che si riunivano in uno chigon decorato con delle perline. Il viso era austero e, seppur non troppo giovane, molto bello. « Posso entrare? » La richiesta mi sembrò davvero strana, ma non mi sentii di rifiutare. La donna entrò, ed io chiusi la porta. Scrutò la stanza, toccando mobili, oggetti, vestiti. Poi, si sedette su una delle poltrone, e nella mia camera, mi invitò a fare lo stesso.
Nelle mani recava una busta. « Vi starete chiedendo il perchè di questa visita. » « In realtà mi sto chiedendo per primo chi siate voi. » La donna rise, e poi annuì. « Avete proprio ragione, vi chiedo scusa. Sono Diane de Poitiers, la madre di Sebastian. »
Spalancai gli occhi, e una sorta di timore riverenziale nacque in me alla vista di quella donna. Non solo Diane era la madre dell'uomo che amavo, ma era anche l'amante storica del Re, riuscita a mantenere il suo posto per interi decenni. « Oh, io non immaginavo che.. » Con una mano mi chiese di stare zitta, ed il mutismo non tardò ad impossessarsi di me. « Credo che abbiate sentito parlare di me. » Io annuii, certo che avevo sentito parlare di lei!
« Io ho sentito parlare di voi. » « Di me? » chiesi stupita. « Già, da mio figlio. »
Mi sentii vacillare.
E così Sebastian aveva parlato a sua madre di.. me? Ma per quale dannatissimo motivo?!
« Vostro figlio? » Diane annuì. « Questa è da parte sua. » disse, e mi porse la lettera che aveva stretto nelle mani fino ad allora, ed io la afferrai. « Qualcosa non va? » « Oh, no. A quanto pare Bash vi ha semplicemente scritta. » La busta però, era aperta. « Perchè è aperta? » « Perchè ho il diritto di sapere quello che mio figlio sta combinando. » Mi alzai, furibonda. « Io non credo. Vostro figlio sta per diventare il futuro Re di Francia, perchè sua madre dovrebbe controllargli addirittura le lettere? » Sbottai. « Perchè sua madre ha il diritto di assicurarsi che suo figlio abbia il meglio per il suo futuro. » Disse con una calma glaciale. « Ebbene? Voi vi assicurate di ciò leggendo le lettere che spedisce? » « Beth, devo sapere Bash che intenzioni ha .. Mio figlio ha perso totalmente il senno per voi, e questo potrebbe compromettere la sua legittimazione. » « Sciocchezze! - sbraitai - Bash è andato in Vaticano per sistemare proprio le pratiche della legittimazione, perchè mai dovrebbe comprometterla? E poi, se state parlando di me e di lui, io non sono la sua amante! E se anche lo fossi, i Re hanno il privilegio di averle delle amanti, e voi ne siete la prova vivente. Ciò non comprometterebbe nulla. E detto questo, IO NON SONO LA SUA AMANTE. » dissi, scandendo bene ogni parola. « Bash ufficialmente è andato in vaticano per sistemare la faccenda della legittimazione, è vero, ma potrebbe anche darsi che non sia così. Beth, non permetterò ne a voi, ne a lui di rovinare i piani. » « Quali piani? Vi preoccupate che se Bash non diventasse Re voi perdereste tutti i privilegi che potreste avere in quel caso, eh? Avete paura che se Francis salisse al potere, Catherine non perderebbe occasione di cacciarvi via? » « Come osate! » disse balzando in piedi. « Sì, vi preoccupate dei vostri privilegi.. non di quelli di Bash. » « Siete una stupida ragazzina impudente, con la lingua troppo lunga. Badate bene alle mie parole.. questa storia si è spinta troppo oltre. Non mettetevi contro di me, potreste pagarne le conseguenze. » « Fuori dalla mia stanza, immediatamente. » « Voi mi state cacciando? » « Fuori. » dissi puntando il dito verso la porta. Adesso la calma glaciale era mia alleata.
Diane, con un'espressione frustrata e denigrata si aggiustò lo scialle sulla spalle, e senza dire nemmeno una parola, si avviò nel corridoio. Mi lanciò un'ultima occhiata truce, poi sbattè violentemente la porta alle sue spalle.
Quel castello mi stava davvero mettendo alla prova. Ogni cosa era contro di me, avevo poche persone di cui fidarmi sul serio.
Sembrava che ognuno trovasse il modo e la scusa per attaccarmi.
Ma io mi ero da sempre ritenuta una persona forte, e non mi sarei fatta abbattere da nulla.
Non da loro.
La determinazione, quella doveva essere la mia guida.
Poi, ripensando alle parole di Diane, riflettei su dei passaggi che al momento non avevo considerato. In che senso Bash potrebbe essere andato in Vaticano per una questione differente? Estrassi dalla busta già aperta la lettera e iniziai a leggere:
"Salve,
piccola curatrice ! Che si dice al castello? Domani sarò di ritorno, e non potrei essere più felice, perchè mi manchi. Qui a Roma c'è un gran tumulto, la gente è allegra, non si ferma mai!
Oggi incontrerò il papa, e discuteremo finalmente di quella questione.
Sono così agitato, Beth. Credo che possa davvero andar bene. Spero solo di mantenere il sangue freddo, e di spiegare per bene tutte le mie motivazioni. Mi serviresti tu, adesso. Mi maledico per aver voluto mantenere le distanze da te, perchè adesso mi mancano da morire le tue labbra, e le tue braccia e le tue mani. Perdonami, Beth. Non vedo l'ora di tornare.Ti amo,
Bash."
Quella strega di sua madre aveva letto tutto. Non potevo crederci, era una violazione della mia intimità!
Della nostra intimità.
Ma tralasciando questo, era stato maledettamente dolce, il mio Bash.
Avrei tanto voluto capire, però, che cosa intendesse quando parlava della "questione a buon fine."
Sembrava tutto un enigma, insieme a lui.
Ma mi ero innamorata di lui anche per questo. Rimisi la lettera nella busta e la posai sul comodino.
Sentii bussare alla porta, di nuovo.
Non avevo un attimo di pace. « Beth, sono Francis. »
Andai ad aprire, sorpresa della visita. « Francis, che ci fate qui? » « Nostradamus è tornato e gli ho parlato della vostra forma virale. Se volete seguirmi, ci sta aspettando. » « Francis, davvero non ce n'è alcun bisogno. Sto già meglio. » « No, Beth, preferisco sapere che cosa avete, e se c'è bisogno farvi curare. Vi prego. » Annuii.
Francis era così dolce, protettivo, e cercava in tutti i modi di assicurarsi il mio benessere. Seguii il principe, che mi portò nella sala dove ci stava aspettando Nostradamus. « Salve. » salutai. « Lady Elizabeth. » disse lui.
Mi indicò un lettino, dove mi fece sdraiare. Francis rimase in piedi, con un dito sulle labbra, assorto. Nostradamus iniziò con delle semplici procedure, di routine.
Controllò la fronte, il polso, la gola. « Miss Elizabeth, sembra che non ci sia niente che non vada. » sentenziò.
« Si, beh, lo avevo detto anche io a vostra grazia, ma ha comunque preferito farmi controllare. Grazie Nostr.. » « In ogni caso, vorrei fare un ultimo controllo. » Mi sdraiai di nuovo, titubante. « Vostra grazia, devo chiedervi di lasciare la stanza. E' un controllo.. particolare. » Francis spostò gli occhi da lui a me, quasi insofferente. « Perchè? Nostradamus, c'è qualcosa che non va? » chiese preoccupato. « No, no.. vostra grazia, è tutto a posto, soltanto che vorrei appurare un'ultima cosa. Se non vi dispiace.. » Francis annuì, seppur non covinto fino in fondo.
Si avvicinò a me e mi posò un bacio sulla fronte. « Vi aspetto fuori. » mormorò. « Miss Elizabeth, non avete contratto alcuna forma virale. Ho già un'idea, in realtà, e credo che il controllo che ne seguirà non farà altro che confermare la mia tesi. » disse Nostradamus col suo timbro pacato e rassicurante.
Io, seppur rassicurata non lo fossi per niente, annuii comunque, e lasciai che facesse ciò che ritenesse più giusto.
Da una borsa estrasse degli strumenti strani, la cui sola vista mi fece rabbrividire. « Posso? » disse lui, indicandomi la gonna. « Devo sollervarla? » chiesi, sperando che la sua risposta fosse negativa. « Ho paura di sì, lady Elizabeth. » disse sorridendo.
Avvampai, per l'imbarazzo, ma feci come mi disse. La tirai fin sopra la pancia, e rimasi solo con le calze e le mutandine.
Nostradamus abbassò anche quelle, ed io mi ritrovai a fissare il soffitto, più rossa delle tende che coprivano la finestra della stanza, sudata e accaldata. « Adesso vi darò dei colpetti sulla pancia, e premerò in alcuni punti. Dovete dirmi se sentite dolore, va bene? » « Va bene. » Nostradamus iniziò la procedura. « Ahi! » non ricordo se fu il quarto o il terzo colpo a procurarmi un leggero dolore. Nostradamus si asciugò delle inesistenti goccioline di sudore dalla fronte, poi prese uno degli strumenti dal tavolo e lo avvicinò alla mia parte più intima. « Potreste sentire un pò di dolore, ma solo all'inizio. » In effetti fu proprio così, sentii una leggera fitta, seguita dalla sensazione estranea di freddo quando Nostradamus infilò la sonda dentro di me. Si inginocchiò davanti al tavolo, e rimase così per qualche minuto. Quando finalmente si rialzò, prese gli strumenti e li poggiò in un catino con dell'acqua sterilizzata. Mi alzai, sistemandomi, e rimasi in piedi accanto a lui. « Ebbene? » chiesi, trepidante per l'attesa.
Nostradamus sorrise, appoggiandosi al tavolo che campeggiava dietro di lui. « Elizabeth, non so se il sospetto vi avesse sfiorata, ma da quello che mi avete detto, suppongo proprio di no. Quindi, non posso fare altro che darvi la mia benedizione e le mie congratulazioni. » « C-cosa? » « Siete incinta, Elizabeth. »
Vacillai pericolosamente, tanto che Nostradamus dovette afferrarmi prima che potessi crollare al suolo come un sacco di patate. « Lady Elizabeth. » disse Nostradamus, ridendo. Quando mi riebbi, ricordai la rivelazione di poco prima. « Come incinta? Siete sicuro? » chiesi, con il cuore che mi pulsava a mille. « Sì, lady Elizabeth, ne ho viste tante di situazioni simili. Quindi, congratulazioni. » Mi portai le mani alle labbra. Realizzai in quel momento che una vita stava iniziando a crescere dentro di me. Mio figlio. Nostro figlio. Il figlio di Bash. Poggiai dolcemente le mani sulla pancia, e pensai che da quel momento in poi, la mia vita sarebbe cambiata totalmente. « Nostradamus, non deve saperlo nessuno. Nessuno, avete capito? Nemmeno il principe Francis. » « Abbiamo un giuramento, lady Elizabeth, non possiamo promulgare i referti dei nostri pazienti. Quindi state tranquilla. » Sorrisi, e ringraziai Nostradamus.