La dolce e innocente Elizabeth, figlia di contadini è cresciuta lontana dalla città e dagli sfarzi della corte francese, e il suo unico diletto nella vita è quello di fermarsi ad osservare i paesaggi dalla collinetta della campagna, e delinearne i p...
« Ciao. » mormorai. « Ciao. » « E così domani hanno indetto un altro ballo? Francis mi ha detto tutto. » Bash storse la bocca. « Perchè mio fratello ti gira costantemente attorno? » « Bash, smettila.. io gli voglio bene. Possiamo ritornare al ballo? Mi ha detto anche che tu vorresti andarci con me. » « Oh.. in tal caso, il mio fratellino ha riguadagnato qualche punto. » Feci una smorfia, per prenderlo in giro. « Allora? » lo incalzai. « Sì, è così. Desidererei andarci con te. » Incrociai le braccia. « Lo sai che se ci vai con me, dichiarerai apertamente di avere una "relazione" extraconiugale con me? Cioè confermeresti i pettegolezzi che fanno di me una puttana. » « Beth! Chi ha detto questa cosa? » io risi. « Chi? Tutti, Bash. Ormai lo pensano tutti. Te lo ripeto, io ti amo, ma non voglio essere la tua amante. Il ruolo delle amanti è un ruolo labile, non potranno mai competere con le Regine. Se Mary dovesse decidere di mandarmi via avrebbe tutto il diritto di farlo, e per il bene del tuo paese tu non potresti opporre resistenza. » Bash sbuffò, perchè sapeva che quello che dicevo era tremendamente vero. « Allora? Cosa hai intenzione di fare? » mi domandò. « Oh, non lo so. Francis mi ha consigliato di venire lo stesso al ballo. » « Francis, Francis, Francis. C'è qualcosa che mio fratello ti dice che tu non prenda in considerazione? » « Oh, sì certo. Quando dice che sei intelligente. » dissi ironicamente. « Bash - provai a farlo focalizzare sulla mia voce - mi pare che qui stiamo confondendo i ruoli. Fino a prova contraria sei tu quello che deve baciare Mary in presenza dei reali, e sono io quella che deve abbozzare un sorriso fingendo che non mi importi nulla. Non viceversa. Allora, se davvero ti da così fastidio che io venga al ballo .. non ci vengo. Fine del discorso. » feci per andarmene, ma lui mi fermò. « No, no. Scusami. » Mi poggiò una mano sulla guancia, e mi sorrise. « Bash, ci guardano tutti. » « Non m'importa. Io ti amo, voglio che tu venga al ballo. » Gli posai un bacio sul palmo della mano. « Se ti fa davvero piacere, verrò. Di sicuro. » mormorai. « Per il vestito, tuo fratello ha detto che potrebbe farmi avere un abito di Mary. Cioè quelli che praparano per lei. » « Chissà perchè mi anticipa sempre. Lo avevo pensato anche io. » « Così per te va bene? Posso farmi accompagnare da lui? » « A patto che mantenga da te una distanza di circa tre metri. » Io risi, contagiando anche lui. « Vostra Grazia. » mi spostai immediatamente, quando vidi che un uomo si avvicinò a Sebastian. « Il Re Antoine di Navarre e suo fratello chiedono di voi. » « Sì, grazie Narcisse. Vengo subito. » mormorò Sebastian. « Cos'è tutto questo fermento, oggi? » domandai, vedendo intorno a me tante facce nuove. « E' quasi Natale. I reali si riuniscono da noi per le festività e .. per stilare qualche nuovo conveniente trattato di pace. Ci vediamo più tardi. » disse allontanandosi. Quello che mi faceva male era che in pubblico non poteva dichiararsi apertamente, perchè oltretutto glielo avevo chiesto io. Mi spaventava diventare la sua amante, per tanti motivi. Sapevo che la posizione dell'amante era rispettata a corte, ma se un giorno Bash si fosse stancato di me? Non avevo sicurezze, lui era il Re e poteva fare ciò che voleva. La Regina non avrebbe mai avuto questi dubbi, perchè il matrimonio non può essere annullato, e questo le conferiva il potere di condividere le decisioni con suo marito. Ma io? Se fossi diventata la sua amante non avrei avuto alcun contratto, alcun vincolo stabile che garantisse per me. Non ero certa di avere il suo amore incondizionato per sempre. E tutti quei motivi mi frenavano. Mi resi conto che l'uomo che aveva chiamato Bash, Narcisse, era ancora accanto a me e tutti e due stavamo guardando Bash che si allontanava verso i reali. « Voi siete Beth, giusto? » Mi voltai verso di lui. Non era un ragazzino, era un uomo fatto. Aveva i capelli castani e profondi occhi azzurri. Le mani erano incrociate dietro la schiena, e mi stava osservando con quello che non riuscii a capire se fosse un sorriso o un ghigno. Mi intimidiva.
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Mi spostai leggermente, perchè la sua vicinanza mi metteva a disagio. « Sì. » dissi semplicemente. « Perchè è la prima volta che vi incrocio? » disse ancora. « Non sono una che gira spesso per il castello. » Lui annuii. « Non credo che la loro venuta a corte sia davvero così disinteressata. » continuò. « Perchè? » dissi, incuriosita. « Re Antoine e suo fratello Louis Condé non sono il tipo di persone che fanno visite di cortesia. Soprattutto per le rivalità che dividono i Valois dai Borbone. » « I Valois? » ripetei. « Già. Sono i cugini di Francis. » disse, semplicemente. « Oh. » dissi, cominciando a capire il motivo della loro presenza a corte. « Beth! » Francis mi raggiunse, posizionandosi accanto a me. « Vedo che hai conosciuto Narcisse. » « Già, io stesso le ho chiesto perchè non ci siamo mai incontrati in giro. Non sono il tipo che si lascia sfuggire un visino del genere. » Istintivamente, a quelle parole, mi spinsi verso Francis. Il principe capì il mio disagio e mi poggiò una mano sulla schiena, cominciando ad accarezzarmi, per cercare di farmi capire che ero al sicuro. « Narcisse, credo che i tuoi impegni ti impediscano di rimanere qui ancora per molto. » « Purtroppo è così. Beth..» disse, porgendomi la mano. Spalancai gli occhi, presa alla sprovvista. Se non gli avessi dato la mano avrei fatto la figura della stupida, se gliel'avessi data non sapevo che reazione avrei potuto avere. Tenevo una mano libera lungo il fianco, e stringevo più forte che potevo il vestito. Francis senza farsi notare, fece scivolare la sua mano lungo la mia, mi fece lasciare la presa sul vestito e la strinse a sua volta. Allungai la mano verso Narcisse, che non poggiò nemmeno le labbra su di essa, fortunatamente. Dopo aver fatto un leggero inchino si allontanò, tornando da Bash. « Grazie, Francis. » mormorai. Il principe mi lasciò la mano, rimandendo comunque al mio fianco. « Bash ha detto che posso venire con te a dare un'occhiata a quei vestiti. » Lui sorrise « Sono felice che per una volta sia d'accordo con me. » disse, seriamente sorpreso. « Lo sono anche io.. » commentai, allontanandomi insieme a lui. « Allora, chi sono Re Antoine e Louis Condè? » « Li hai conosciuti? » « No, no. Me ne ha parlato Narcisse. Perchè sono qui? Intendo la vera ragione. » « Diciamo che la loro è una visita di cortesia, ma credo siano qui per avere il nostro appoggio nelle campagne militari. Navarre si trova in una posizione strategica per la Francia e questo potrebbe aiutarci a rafforzare le truppe contro l'Inghilterra. » « Credevo che con l'incoronazione di Bash e Mary la minaccia fosse sedata. » « Non è così semplice, Beth. Di sicuro gli estremisti elizabethiani non desisteranno tanto facilmente. Soprattutto nel vedere sul trono di Francia un figlio naturale di Re Henry. » « Ah.. non capisco però il perchè di tutte queste guerre. Io non riesco a tollerare gli spargimenti di sangue. » « Il potere, Beth. Avere sempre più potere, acquistare sempre nuovi territori, espandere il proprio dominio ed entrare nella storia. Credo sia per questo. » « Che fanatici che siete, voi reali. » Francis rise. « Non siamo tutti così, se fosse per me, mi basterebbe mantenere la pace in Francia. Ma purtroppo il punto di vista non è unico, dolce Beth. Vieni, la sala è questa. » Entrammo in una sala enorme, era una sorta di armadio immenso. C'erano decine e decine di donne, con stoffe pregiate, che lavoravano incessantemente per rendere ogni abito unico. Molti arrivavano da terre straniere, erano alcune compagnie che inviavano vestiti alla Regina per farglieli indossare e promuoverli, affinché diventassero una moda per le donne facoltose che ovviamente potevano permetterseli. Mentre camminavo col Delfino, notai che una delle donne lì dento ci fissava insistentemente. Era molto giovane, aveva i capelli biondo cenere e gli occhi nocciola. « Quella ragazza ti sta fissando insistentemente. » mormorai a Francis. « In realtà, qui ci guardano un pò tutti. » « Non deve importarti. » si schiarì la voce. « Signore, salve. » tutte fecero un profondo inchino a Francis. « Questa è la nostra artista di corte, ed è qui per cercare un vestito per il ballo di domani sera. Voglio che vi mettiate a sua completa disposizione, che la soddisfacciate e la aiutiate nella scelta. » « Ma questi sono i vestiti riservati alla regina Mary. » disse la ragazza dagli occhi nocciola. Francis le lanciò uno sguardo glaciale, e lei si fece piccola piccola. « Non credo che la mia parola possa essere messa in discussione, Natalia. » Lo guardai, evidentemente conosceva quella ragazza. « Perchè non rimani con me? » proposi. « Potresti aiutarmi nella scelta. » I suoi occhi si illuminarono alle mie parole, e un bellissimo sorriso comparve sul suo volto da ragazzino. « Davvero lo vorresti? » sorrisi « Ma certo. » Lui annuì « Ne sarei entusiasta. » « Lucrezia! » dissi, individuando la donna che mi aveva servita il giorno della mia ufficializzazione. La donna mi sorrise affettuosamente, e avanzò verso di me. « Sarò lieta di servirvi ancora, mia cara Beth. Vostra Grazia, se volete seguirmi. » Entrambi sorridemmo, e Lucrezia aprì le porte che nascondevano degli abiti semplicemente meravigliosi. « E così conosci quella ragazza. » sussurrai a Francis mentre camminavamo. Lui sospirò leggermente, e voltò lo sguardo dal lato opposto al mio viso, per cercarla con gli occhi. Lei era ancora lì, che guardava il principe con un'espressione mortificata sul volto. « Sì, sì.. la conosco. Prima che Mary venisse al castello avevamo una specie di relazione. » Osservai il volto della ragazza, e provai una sorta di gelosia. « Ti sei dato da fare, eh? » dissi, e solo una volta che le parole mi furono uscite dalla bocca mi resi conto del tono acido con cui le avevo pronunciate. "Stupida" dissi tra me e me. « Cosa? » chiese Francis. « Niente. » pronunciai con una voce stridula. « Beth, tutto bene? » Francis stava sorridendo, io avvampai. Evidentemente aveva capito che in me c'era qualcosa che non andava, ma non disse nulla per delicatezza.