Capitolo 61

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INCORREGGIBILE BASTARDO
CAPITOLO 61

Seduti attorno all'Isola della cucina, di fronte a me, Gillian e Morgan mi osservano attentamente.
Dopo le mie recenti fughe dalla casa, entrambi hanno iniziato a tenermi sotto controllo senza perdermi di vista.
"Se mi guardate così mi scioglierò a breve" scherzo finendo la tazza di latte.
"Con lei è anche poco stare così attenti" sbuffa Gillian "l'abbiamo persa di vista già due volte, ed è arrivata al punto di farsi mettere le mani addosso da un uomo ubriaco e farsi seguire da un altro armato...è il minimo tenerla sotto perenne controllo" conclude.
"Ero curiosa di vedere cosa nascondesse Jack" mi difendo "non riuscivo a prendere sonno sapendo che c'era qualcosa che non avevo potuto scoprire."
"E almeno è riuscita a vederla questa cosa?" chiede Morgan.
"No" sospiro "c'era una stanza chiusa con catenacci e catene...non sono riuscita a vedere niente...era troppo buio l'interno....e poi è arrivato quel tizio...e sono scappata...e bla bla bla..." rilasso le spalle abbattuta.
"Si rilassi signora" mi tranquillizza Gillian "abbiamo mandato una pattuglia di poliziotti a setacciare il posto."
"Davvero?"
"Sì signora" annuisce "siamo comunque delle guardie del corpo...abbiamo i nostri contatti al dipartimento di polizia...cosi abbiamo chiesto il loro intervento"
"Wow..." mormoro annuendo "voglio proprio vedere cosa trovano lì dentro".
"Lo scopriremo presto..." dice Gillian sicuro "ieri sera siamo dovuti rientrare visto che con noi c'era lei...e poi noi eravamo soltanto due, e loro di più sicuramente....se fosse successo qualcosa a lei, potevamo benissimo morire lì...altrimenti ci avrebbe pensato Mr Ross a farlo al suo ritorno..."
"Vi sono eterna debitrice..." mormoro accennando un sorriso "dirò a Christian che siete stati davvero delle ottime guardie...e che mi avete salvato ben due volte dai pericoli".
"Non è per il merito signora...è nostro dovere" dice Gillian con un vago gesto della mano "e poi, quello che si è preoccupato di più è Peter...era lui che si è preoccupato quando si è messa a pedinare Jack..."
"Parlerò con Peter" annuisco "non avevo intenzione di farvi preoccupare..." mormoro "volevo solo riuscire a scoprire cosa sta succedendo attorno a me...fidatevi, non è una cosa carina sapere che pure la mia ombra può essere una potenziale accusata".
"La capisco signora..." sospira Gillian "ma noi siamo qui con lei....siamo qui per proteggerla, ed è giusto che facciamo parte di tutto..."
"Lo so Gillian...prometto che non farò più niente del genere...."
Sorrido educatamente e sistemo la mia tazza nel lavello della cucina.
"Riguardo a stasera signora?" si informa Morgan, cambiando discorso.
"Stasera mi tocca andare al compleanno del figlio di Claire..." sbuffo.
"Non vuole andarci?"
"Voglio andarci" dico sicura "ma sapere che ci sarà Ben...ecco, questo mi urta"
"Può sempre darsi per malata" consiglia Gillian.
"No" scuoto la testa "voglio vedere com'è messo Ben..se ha qualche piano o se ha rinunciato...sicuramente cercherà più volte di avvicinarsi a me, ci sarete voi e tutta la mia famiglia...quindi non farà niente di azzardato, ma due paroline le può scambiare...ed io voglio farlo".
"L'importante è che lei non faccia niente di azzardato" mi rimprovera Gillian.
"Niente di azzardato, promesso" sorrido raddrizzando il petto.
Ricambiano il mio sorriso e annuiscono.
"Ma posso chiedervi una cosa?" aggrotto la fronte.
"Certo" annuiscono contemporaneamente.
"Come avete fatto a trovarmi? Cioè, non vi ho mai detto dove andavo...nemmeno mi sono fatta vedere...come avete fatto?"
Gillian sorride e guarda Morgan.
"Siamo guardie del corpo addestrate a dubitare anche della nostra stessa ombra...di lei Mr Ross ci ha raccontato parecchie cose..." dice ridendo leggermente "tutte le auto di Mr Ross hanno incorporato il GPS...quindi non può sfuggire dal nostro controllo"
"Ma stavate dormendo...quando...quando ho preso la pistola intendo..." dico piano.
"Io stavo dormendo" conferma Morgan "ma le guardie in soggiorno no...forse le era sembrato così, ma non stavano dormendo...sapevamo che avrebbe provato a scappare" spiega.
"Siete proprio dei grandi" faccio una smorfia "dovrò architettare qualcosa di più astuto la prossima volta" scherzo.
Entrambi mi guardano storto, ma poi scoppiano a ridere.
"Vuole andare in ufficio?" chiede Morgan cambiando discorso.
"Si si.." annuisco "non ho niente da fare qui a casa...almeno mi distraggo un po" alzo le spalle.
"Benissimo, allora andiamo Mrs Ross"
Prendo la borsa e la ventiquattrore, e seguo le due guardie che raggiungono a passo svelto il parcheggio della villa.
Come ogni mattina, Peter, mi aspetta accanto all'auto.
Ma questa volta il suo viso è inespressivo.
Apro la portiera della macchina e dopo aver messo le mie cose dentro, la richiudo e mi avvicino a lui.
"Buongiorno Peter" sorrido.
"Buongiorno Mrs Ross" risponde cupo e svogliato.
Sospiro rumorosamente e rilasso le spalle.
"Sei arrabbiato con me?" chiedo.
Mi lancia un'occhiata rapida e poi annuisce.
"Peter..." sospiro "lo so che ho fatto una cavolata ieri...ma credimi, ho bisogno di sapere più cose possibili per formulare almeno una vaga idea di quello che succede attorno a me..."
Mi rivolge un'occhiata di comprensione, ma non mi rivolge parola.
"Perdonami se sono stata un'incosciente...prometto che non lo farò più...." dico sincera.
"Posso fidarmi di lei?" chiede accennando un lieve sorriso.
Mi faccio contagiare da lui e sorrido pure io.
"Puoi fidarti Peter" annuisco.
Mi sorride educatamente.
"Mi sono preoccupato molto...Mr Ross mi ha affidato la sua sicurezza e quella di vostro figlio...." spiega "e sapere che lei la stava mettendo in rischio mi ha fatto stare in pensiero..."
"Hai ragione...ma sono riuscita a poter agire su Jack...e per me è una grande vittoria..."
"Ma niente è risolto Mrs Ross"
"Lo so...seguo la politica del diamo tempo al tempo...quindi aspetterò".
"Va bene, andiamo adesso?" chiede indicandomi l'auto.
"Certo" annuisco e salgo a bordo della macchina.
In pochissimi minuti Peter, mi accompagna in ufficio.
E, dopo essermi messa d'accordo per quando essere raggiunta per il pranzo, mi dirigo verso l'ascensore per poi raggiungere José.
"Buongiorno" sorrido facendo capolino nel suo ufficio.
"Oh, buongiorno Abby" sorride alzando lo sguardo dalla pila di fogli che stava controllando "tutto bene?"
"Tutto bene" confermo "mi potresti dare il programma di oggi?" chiedo senza girarci attorno.
"Certo...dammi un secondo..." sposta alcuni file sulla sua scrivania e prende un foglio tra le mani.
"Ecco....è questo..." dice dopo aver dato una veloce lettura al suo contenuto.
Apro maggiormente la porta e mi avvicino per prendere ciò che mi porge.
"Ehi" richiama la mia attenzione.
"Dimmi"
"Com'è finita con....con la questione di Mr Ross ecco..." mormora a bassa voce.
"Non sono arrivata a nessun risultato ancora" rispondo con noncuranza "vedremo più in avanti...".
"Vuoi ancora appoggiarti al detective?" si informa.
"Non lo so..." alzo le spalle "per adesso sembra andare tutto bene...quindi no, non penso di dover chiedere aiuto a lui...magari più in la..." sospiro facendo un vago gesto con la mano.
"Okok" annuisce.
"Hai sentito Christian?" gli chiedo io.
"Io? No no" scuote la testa "non l'ho sentito più da quella sera"
"Va bene tranquillo, chiamerò io più tardi"
"Fammi sapere" dice mente io mi dirigo verso la porta del suo ufficio.
"Certo, ti farò sapere" sorrido.
Annuisce tra sè e mi sorride educatamente.
"Bene, allora vado..." dico indicando il corridoio.
"Ok Abby".
Lo saluto con un gesto della mano e mi incammino verso il mio ufficio, scortata da Gillian.
"Mrs Ross" richiama la mia attenzione prima che io entra in ufficio.
"Gillian, dimmi"
"Una chiamata per lei" dice indicando l'apparecchio che tiene tra le mani.
"Per me? Chi è?" chiedo aggrottando le sopracciglia.
"Mr James, l'ispettore di polizia" spiega allungandomi il cellulare.
"Oh grazie".
Prendo il cellulare e lo avvicino all'orecchio, mentre entro nel mio ufficio.
"Pronto?"
"Pronto...Mrs Abby Ross?" chiede una voce profonda dall'altro lato.
"Sì, sono io...con chi parlo?"
"Mrs Ross, sono Mr Sullivan James...chiamo dal dipartimento di polizia di New York." spiega.
"Oh, Mr James...dica"
"Mrs Ross, Gillian mi ha raccontato la situazione riguardo a quella fabbrica abbandonata che voleva perquisita..."
"Sì, avete già fatto tutto?" mi informo.
"No" sospira "andremo domani mattina....lei è disponibile per venire con noi?" chiede "Gillian mi ha spiegato che ci e già andata..."
"Ehm....aspetti un attimo"
Sposto il cellulare dall'orecchio e raggiungo Gillian fuori dal mio ufficio.
"Gillian, dobbiamo andare anche noi?" chiedo sorpresa.
"Si" annuisce "visto che voleva vedere a tutti i costi quel posto porteremo anche lei...e riuscirà a scoprire ciò che non ha potuto vedere" dice.
"Oh...grazie Gillian!!" sorrido riconoscente.
Ritorno sui miei passi e riprendo la chiamata.
"Mr James, è confermato per domani." dico.
"Oh, perfetto..."
"Allora si faccia trovare al dipartimento domani mattina alle 9 Mrs Ross" dice prima di attaccare.
Ringrazio l'ispettore e chiudo la chiamata, per poi sorridere soddisfatta.
Riuscirò a vedere cosa nasconde Jack, e potrò aggiungerlo oppure toglierlo dalla lista dei sospettati.
Sospiro sollevata e riporto il cellulare a Gillian, per poi dedicarmi al lavoro.
Programmato per oggi, oltre ai soliti impegni di routine della gestione dell'azienda, ho anche un incontro con una delle aziende bancarie che si vuole unire alla nostra e la presentazione di un contratto di associazione con noi.
José mi ha fornito una scaletta, redatta ovviamente da mio marito, che mi spiega come interagire con loro.
Mi siedo sulla mia poltrona girevole e leggo attentamente il contenuto della scaletta che devo studiare, quando il mio cellulare inizia a vibrare.
Sbuffo rumorosamente e appoggio i fogli sulla scrivania, per poi prendere il cellulare.
È una chiama di Helen.
Mi stampo un sorriso a trentadue denti sulle labbra e rispondo alla sua chiamata.
“Helen!!” rispondo allegramente.
“Ma ciao sconosciuta!! Dove diavolo sei sparita? Da quando mi avete cercato tu e tuo marito con quella notizia bomba non vi siete fatti sentire!!” dice tutto d'un fiato.
“Ehi ehi, tranquillizzati...ti spiego tutto!” cerco di calmarla.
“Lo spero per il tuo bene” mi rimprovera dolcemente “dove sei? Possiamo fare una video chiamata?”
“Helen...” sospiro “sono a lavoro.”
“Lavoro?” chiede chiaramente perplessa.
“Sì, Christian è fuori città...così sto gestendo io l'azienda” spiego.
“Oh...ma guarda...” dice “allora si che puoi” dice fermamente “tuo marito non c'è...quindi non sei controllata da nessuno”.
“Queste idee malefiche possono venire in mente solo a te” rido.
“Forza muoviti...” mi fa pressione.
“Aspetta, aspetta...” mormoro avviando il computer di Christian.
Apro l'applicazione per le video chiamate e faccio partire la chiamata.
“Eccola qui...” mormora lei pochi secondi prima di vederla apparire nel monitor del computer.
Sorrido raggiante e la saluto con un gesto della mano.
“Ciao Helen, ti trovo bene!”
“Chiudi la chiamata cretina” mi ricorda scoppiando in una sonora risata.
Scuoto la testa imbarazzata e chiudo la chiamata per poi incontrare il suo sguardo sul computer.
“Ecco, brava...” sorride “ciao Abby, anche io ti trovo bene” dice scrutandomi con attenzione.
“Davvero?” chiedo un po sorpresa “ultimamente sono un po stressata...” ammetto sospirando rumorosamente.
“Troppo lavoro?” chiede.
“Magari fosse il lavoro...” sbuffo.
“Allora? Non mi dire che è ancora la questione di Roach...ops Ben volevo dire...” dice correggendosi.
“Sì...” confermo “il suo problema...e anche Christian che è scomparso...” mormoro molto piano.
“Christian è scomparso?!” urla strabuzzando gli occhi.
“Shh!” la zittisco “e comunque, non ne sono certa...ma a volte sembra di sì...altre volte no...è tutto così intricato e confusionario...”.
La vedo aggrottare confusa la fronte e fissarmi in attesa di una risposta più chiara.
“Aspetta un attimo...” le dico per poi alzarmi.
Raggiungo la porta d'entrata per l'ufficio e chiudo le persiane, dopo aver tranquillizzato Gillian che mi guarda storto.
Ritorno davanti al computer e continuo la chiamata con Helen.
“Forza racconta” dice impaziente.
Prendo una generosa boccata d'aria e le racconto tutto.
“Praticamente, due giorni fa Christian è partito per la Francia...ma da allora stanno succedendo delle cose un po....ehm strane direi”
“Cioè?”
“Il segretario di Christian riceve email da lui...ma quando gli chiedo informazioni sul loro conto lui mi nega tutto...non mi chiama mai...e non ho mai nessuna notizia, né di lui né di tutto quello che riguarda la Francia...Ben è fin troppo tranquillo, e sembra essere sia colpevole che innocente...in più, ieri ho rivisto Jack...lo ricordi no? Quello che si era inventato la storia di Corinne...ho deciso di seguirlo, ma non ho trovato nulla...almeno, ancora non lo so di certo...l'ispettore della polizia mi ha chiamato oggi, domani penso che andrò a dare un'occhiata...”
“Accidenti...” mormora grattandosi nervosamente la testa “e come stai reagendo a tutto questo? Per giunta mentre sei incinta...stai bene? Mi dispiace aver detto cazzate poco fa...” si scusa.
“Ehi...non ti devi scusare di nulla” scuoto la testa “anzi mi hai strappato qualche risata...ultimamente non ricordo nemmeno come si fa a ridere...” sospiro.
“Ma ne stai parlando con qualcuno? Non è che fai come la questione di Ben...” mi guarda male.
“No no...” la tranquillizzo “sto scambiando delle opinioni con Josè, il segretario di Christian...e con le mie due guardie...ma non riesco ad arrivare ad un punto certo e non pieno di dubbi...” spiego.
“Beh...magari parla con...ehm Beatriz...” dice “lei saprà supportarti...oh tesoro, quanto vorrei essere lì” sospira abbattuta.
“Ho deciso di parlarne con lei stasera...durante la festa di compleanno del figlio di Ben...”
“Che stronzo....” sibila a denti stretti.
“Già...” sbuffo “non capisco perché succede tutto solo e soltanto a ne...”
“Non dire così tesoro....” mi tranquillizza “non hai mai fatto del male a nessuno...vedrai che tutto si risolverà nel migliore dei modi...”
“Lo spero!”.
“Ma sì dai” dice dolcemente “vediamo se riesco a raggiungerti in questi giorni...così ti faccio un po di compagnia...”
“Grazie Helen...” sorrido.
“Non devi ringraziarmi stupida” dice scuotendo la testa “vedrai che riusciremo a ritrovare il tuo adorato maritino” mi tira su di morale.
“Va bene” sorrido.
Mentre chiacchiero con Helen, sento qualcuno bussare alla porta dell'ufficio.
“Aspetta Helen” le dico prima di abbassare il volume.
“Avanti”.
Da dietro alla porta vedo spuntare Josè.
“Abby, i clienti sono già qui”dice chiamandomi ad uscire da lì.
“Va bene, ricevili” gli dico “arrivo subito”.
Annuisce e mi lascia sola.
“Helen...il lavoro mi chiama” sbuffo riprendendo la chiamata.
“Oh...ok” sorride “ci sentiamo più tardi in caso...ok?”
“Va bene...appena sarò un po libera ti chiamo” confermo.
La saluto velocemente e chiudo la chiamata.
Dopo aver preso i file che mi servono per l'incontro con i clienti, mi alzo dalla poltrona girevole e mi incammino verso la sala conferenze.
Il grande tavolo della, posto nell'ampia sala, è circondato da tre uomini in completi eleganti.
“Buongiorno signori” saluto entrando.
“Buongiorno a lei” replicano in coro, guardandomi un po perplessi.
“Sono Mrs Abby Ross, la moglie di Christian Ross...” spiego cancellando le loro espressioni confuse.
“Oh Mrs Ross!” uno di loro si alza in piedi e mi tende la mano “piacere di conoscerla, sono Gerard Di Mauro” dice stringendo la mia mano.
“Il piacere è mio Mr Di Mauro...prego, si accomodi”.
Rivolgo un educato cenno con la testa e prendo posto davanti a loro.
Josè mi raggiunge e si siede accanto a me.
“Josè....” richiamo la sua attenzione bisbigliando.
Si avvicina a me e mi rivolge la sua attenzione.
“Josè...non ho letto la scaletta che mi ha presentato Christian....” mormoro a denti stretti.
“Come?” mantiene un'espressione neutra mentre il suo tono di voce trasuda nervosismo allo stato puro.
“Sì...” annuisco.
“Ma cosa stavi facendo?” sussurra.
“Ecco...”
“Possiamo cominciare?” chiede Mr Di Mauro.
“Ma certo...” sorrido riportando l'attenzione su di loro.
“Bene...come lei già sa, Mr Ross ed io manteniamo un rapporto di affari solido da moltissimi anni...” dice “e come ogni mese, volevo verificare di persona che tutto tra la mia società e quella di Mr Ross vada bene” spiega il motivo della sua visita.
“Oh, ok...” annuisco “ho dato un'occhiata alla scaletta che mi ha fornito mio marito...” spiego “ed in base a quella, non c'è nessun cambiamento rispetto ai mesi scorsi...” spiego tranquillamente "moltissime aziende stanno chiedendo di essere relazionate a voi...e se avremo il supporto dell' azienda francese potremmo espandere anche il vostro marchio...."
Spiego tutti i punti che Christian mi ha dettato nella scaletta, e riesco a convincere Mr Di Mauro a continuare ad avere rapporti con la nostra società.
"Sono convinto che Mr Ross riuscirà a stipulare tutti i contratti che si è messo in testa di firmare....è fin troppo sveglio e bravo in ciò che fa...non per caso siamo suoi soci" sorride Di Mauro.
È in quel momento che mi viene un'idea.
Se proponessi una videochiamata a Christian?
Riuscirei a scoprire se è in pericolo come diceva, o se è in Francia come tutti noi pensiamo.
Studio mentalmente un piano per riuscire a convincere Christian, mentre saluto velocemente Mr Di Mauro.
"Mr Di Mauro" gli tendo la mano "è stato davvero un piacere aver avuto l'opportunità di conoscerla" sorrido.
"Anche per noi Mrs Ross...appena arriverà suo marito confermeremo tutto ciò di cui abbiamo discusso"
"Va bene Mr Di Mauro" sorrido "a presto allora".
Lascio a José l'incarico di accompagnarli all'ascensore e corro verso il mio ufficio.
"È successo qualcosa?" chiede subito Gillian allarmato.
"No no" lo tranquillizzo "avevo dimenticato il cellulare" mento.
"Oh ok..." si calma e va a sedersi al suo posto, mentre io entro dentro.
Prendo il cellulare appoggiato sulla scrivania e digito velocemente il numero di Christian.
"Ti prego, fa che non scatti la segreteria..." mormoro mentre aspetto che la chiamata si colleghi.
Con mia fortuna partono gli squilli, e sperando che rispondi mormoro una preghiera.
"Pronto..."
"Christian!!" rispondo felicissima.
"Piccola" dice dolcemente "che sorpresa..."
"Come stai Christian? Non ti sento da molto..." mormoro picchiettando la penna sulla scrivania.
"Sto benissimo" mi tranquillizza "e tu piccola?"
"Anche io" annuisco "sto molto bene..."
"Menomale piccola" sospiro.
"Senti Christian...ho chiamato per una cosa precisa" aggiungo.
"Certo, dimmi tutto"
"Avresti del tempo per una videochiamata?" provo a chiedere.
"Una videochiamata?" ripete perplesso.
"Sì" confermo decisa.
"Per favore..." supplico.
"E va bene...." sbuffa.
Ignoro quei suoi comportamenti e mi affretto a collegare la chiamata.
Accendo il pc e apro l'applicazione per le videochiamate.
"Ti sto chiamando io" dice al telefono
Dopo qualche secondo vedo comparire la chiamata, e senza perdere tempo la accetto, chiudendo la chiamata del cellulare.
Dapprima lo schermo appare tutto nero, ma poco dopo vedo l'immagine di mio marito apparire sul monitor.
"Christian!!" sorrido come un ebete.
"Vedo che sei felice di vedermi" dice piano.
"Certo" annuisco "anche se sono solo due tre giorni, mi manca vederti..." spiego.
"Lo so piccola...lo stesso è per me" dice dolcemente.
"È quella? La stanza in cui alloggi in Francia intendo" chiedo osservando ciò che riesco a vedere alle sue spalle.
È una stanza modesta, nè di lusso nè scadente.
Alle spalle di mio marito si apre un'ampia finestra, che lascia filtrare dalla finestra la luce solare.
"Sì, è questa" dice guardandosi alle spalle "non è il massimo...ma va bene comunque" alza le spalle.
"Me la fai vedere?" chiedo con un sorriso da un orecchio all'altro.
"Ma parla con me piuttosto" dice con il broncio.
"Con te ci sto già parlando" gli ricordo "voglio anche vedere dove starai per la restante settimana".
"E va bene..." mormora spostando il suo computer un po a destra ed un po a sinistra.
"Chi è quel tizio lì?" chiedo intravedendo un uomo in una parte della stanza.
"Chi? Trystan? È colui che mi....ehm guida qui in Francia".
"Oh, ok...comunque non vedo proprio nulla della stanza" dico con il broncio "mi manderesti qualche foto?"
"Della stanza?" chiede visibilmente perplesso.
"Della stanza" confermo annuendo.
"O-ok" balbetta.
Lo vedo prendere tra le mani il cellulare e scattare un paio di foto.
"Mandale su whatsapp" gli dico mentre lo vedo appoggiare il cellulare davanti a sè.
Sbuffa un paio di volte e fa come gli viene chiesto.
"Mr Ross" lo interrompe Trystan, avvicinandosi "nous sommes en retard" dice in francese.
Vedo solo il suo corpo, ma la faccia no.
'E abbassati' mormoro mentalmente.
"Un instant, j'arrive" risponde Christian "Je dois envoyer cette photo"
Christian gli mostra il cellulare e Trystan, dopo averle guardate, si allontana.
"Cosa voleva?" chiedo.
"Nulla, siamo in ritardo per una riunione" dice armeggiando con il cellulare.
"Ma che ora è lì?" chiedo.
"Ehm.." si gira e controlla l'orologio da parete "le 7" dice.
"E fa sempre così tanta luce?" chiedo.
"Beh sì, ancora non sono cominciate le giornate brevi" alza le spalle.
Il mio cellulare si illumina, e nella barra delle notifiche vedo i messaggi di Christian.
"Tu cosa stai facendo lì?"
"Ho appena finito un incontro con Mr Di Mauro" spiego "e presumo che sia rimasto colpito e che voglia continuare ad avere relazioni con noi" aggiungo.
"È un cliente molto importante per l'azienda...tienitelo stretto".
"Ma è l'unico incontro che avrò con lui" sbuffo "poi tienitelo stretto tu" scherzo.
"Certo, ma non si sa mai...magari lo vedrai altre volte...è molto esigente Di Mauro" dice con una smorfia.
"Vedremo" tronco il discorso "comunque Christian, ho un sacco di cose da fare....vorrei stare qui a chiacchierare con te, ma sono troppo impegnata...e lo stesso tu..." mormoro "quindi, magari ci sentiamo domani ok?"
"Ok" annuisce chiaramente deluso.
"Mi dispiace Christian...." mormoro "ma ho troppo da fare"
'Digli del compleanno' mi consiglia la mia vocina.
Ignoro le sue parole e continuo a guardare Christian.
"Va bene piccola" annuisce "ci sentiremo dopo" dice.
"Certo, a dopo Christian" sorrido "ti amo"
"Anche io piccola" sorride.
Chiudo velocemente la chiamata, e interrompo la registrazione del cellulare che avevo precedentemente impostato.
Con la stessa velocità con cui ero entrata in ufficio, esco e mi avvicino a Gillian.
"Gillian ascoltami" mi avvicino dicendo.
Sobbalza dallo spavento e mi guarda perplesso.
"M-mi dica" balbetta.
"Gillian, devi farmi un enorme favore" mormoro "mi devi stampare delle foto nel formato più grande che possa esistere....poi, mi devi mettere in un DVD il video che ho registrato"
"Di che si tratta?" chiede.
"Te lo dirò dopo...fai questa cosa"
"Va bene" annuisce.
Gli mando le foto ed il video, e lui le salva sul suo cellulare.
"Lei non viene?" chiede inarcando un sopracciglio.
"No" dico sicura "non scapperò dall'ufficio tranquillo" sorrido.
"Posso fidarmi?" chiede.
"Sì" lo tranquillizzo.
Annuisce visibilmente perplesso, ma si allontana comunque dalla Ross Medias.
Mi richiudo in ufficio e aspetto pazientemente che mi porti ciò che gli ho chiesto.
Mi stanno frullando un sacco di cose in testa, e per confermare le mie ipotesi ho bisogno di quelle foto.
Se ciò che penso verrà confermato, potrò muovere le prossime pedine della scacchiera.
Spero che sia così, altrimenti non so cosa fare.

Incorreggibile Bastardo [2]Where stories live. Discover now