Capitolo 54

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“INCORREGGIBILE BASTARDO”
CAPITOLO 54

Stropiccio gli occhi infastidita dalla luce solare del mattino e mi copro gli occhi.
Christian è attaccato a me, un braccio avvolto attorno alla mia vita e una gamba che mi tiene salda attaccata al letto.
Sospiro rumorosamente e cerco di spostarmi dalla sua presa.
Borbotta qualcosa nel sonno, ma lascia andare comunque la presa attorno a me.
Gli lascio un dolce bacio sulla fronte e scendo dal letto.
La casa è illuminata dalla luce naturale del sole e crea un'atmosfera calda e magica.
Apro la porta-finestra e lascio che la fresca brezza mattutina sfiori delicatamente il mio volto.
I primi raggi mattutini si riflettono nelle acque cristalline, scintillando come milioni di luci colorate.
Dipingono sull'acqua una lunga scia di un giallo acceso, mentre le delicate onde sulla superficie si infrangono sulle pale che reggono il molo.
Sembra che infondo a questo lago palpitasse un cuore.
Sfilo i sandali e cammino a piedi scalzi lungo il molo e mi siedo sul suo bordo, sollevo leggermente la vestaglia di seta mettendo a penzoloni le gambe.
I miei piedi sfiorano la superficie dell'acqua, lasciandomi piccole goccioline d'acqua fresca sul dorso che risplendono sotto raggi brillanti.
All'orizzonte, cielo e terra  si fondono creando un unico sfondo.
Come se fosse un perfetto quadro antico dei pittori romantici inglesi Turner o Constable.
L'aria frizzante attraversa le ciocche dei miei capelli, accarezzandomi dolcemente.
Il cielo è di un azzurro limpido; le nuvole frastagliate all'orizzonte giocano con il sole ed i suoi raggi.
Tutto sa di vita.
Questo giorno nuovo, questa meravigliosa atmosfera mi permette di sorridere al passato ed accogliere il futuro a braccia aperte.
Ormai accanto a me ho la mia dolce metà, che condividerà ogni mio attimo di felicità e dolore promettendomi che qualsiasi cosa sarebbe successo ci saremmo amati per sempre.
I raggi del sole si riflettono anche sul piccolo cerchietto che circonda il mio dito accanto alla fede.
Metto la mano davanti a me e la osservo con occhi pieni d'amore.
Le parole che mi ha dedicato risuonano continuamente nella mia mente, come se avessi attivato il replay.
Un sorriso pieno di gioia e amore si stampa sulle labbra.
Per quante parole abbia da dire sulla punta della lingua, alla fine sono i miei silenzi a parlare.
La sua presenza sommata al suo amore fanno sorgere infiniti sogni in me, infiniti sentimenti contrastanti.
Tutto mi sembra Christian.
Ovunque guardi vedo sempre e comunque qualcosa connessa  a lui.
È come se fossi nata per dirgli che mi hanno donato gli occhi per guardare solo e soltanto lui.
È come se mi avessero dato le braccia per abbracciarlo e stringerlo al mio petto.
Ed il mio cuore esita per stringere le sue mani.
Le mie gambe scoprono un nuovo sentiero tutto da esplorare ogni volta che le nostre mani si sfiorano, perché è il suo cuore a guidarmi.
Affogai nei suoi occhi il primo giorno che lo incontrai.
Da allora, fino ad adesso non sono mai ritornata a galla.
Mi sono sciolta in essi, intrecciando la mia anima alla sua.
Mi sono ritrovata catapultata in un universo tutto nuovo, dove riesco a sognare anche ad occhi aperti.
Mi sono persa in lui per sbaglio o per pura casualità, ma il punto è che adesso non voglio seguire il sentiero che mi può portare all'uscita.
Il suo amore mi ha donato una nuova vita, mi ha donato un paio di ali che mi fanno volare in alto.
Ed io non sono disposta a rinunciare a tutto ciò.
Incrocio le braccia al petto e osservo, assorta nei pensieri, l'orizzonte.
La mia vita viene circondata da forti braccia.
Le mie gambe vengono affiancate da lunghe gambe fasciate nei pantaloni del pigiama.
La mia spalla viene sormontata dalla sua testa, e l'incavo del mio collo riempito di piccoli baci.
“Buongiorno” il silenzio che mi avvolgeva viene smorzato dalla sua voce.
“Buongiorno a te” mormoro appoggiandomi sul suo petto.
“Non ti ho trovata a letto” sussurra.
“Non avevo più sonno” spiego “ così sono uscita fuori e mi sono intrattenuta con questo meraviglioso panorama” indico davanti a me.
“Stai bene?” chiede premurosamente.
“Molto bene” lo tranquillizzo “e tu?”
“Anche io, mai stato meglio piccola”.
Porto lo sguardo sull'orizzonte e fisso le imponenti rocce che circondano il bacino del lago.
“Sai cosa penso?”
“Cosa?” chiede.
“Mi piacerebbe venire a vivere qui...non ora...magari quando ormai  saremo anziani...quando non saremo più in grado di sopportare il caos newyorchese, potremmo pure prendere in considerazione la mia idea di trasferirci qui...che ne pensi?”
“Perché questa proposta?”.
Mi giro tra le sue braccia e lo fisso dritto negli occhi.
È visibilmente perplesso, mentre io sono sicura di quello che mi passa per la testa.
“Sembrerà una cosa stupida...” sorrido “ma.....” esito.
“Ma?”
“Praticamente, mi piacerebbe venire a vivere qui....saremo lontano da tutti...solo tu ed io...e nessuno che vorrà rovinare la nostra vita...potremmo passeggiare in eterno mano nella mano lungo queste distese verdi...mi piacerebbe ascoltare le tue lamentele sul troppo caldo o sul troppo freddo...magari commentare le partite degli Yankee...vivere io per te, e tu per me...qualche volta essere circondati dai nostri figli ormai troppo grandi, vedere i nostri nipotini correre allegramente per le stanze di questa graziosa casa...ricordarci di questo momento...ricordarci con tanta fatica le parole che ci siamo sussurrati molte volte...dirti anche allora che sei la scelta migliore della mia vita...” mando giù il groppo che si forma in gola, mentre gli occhi si inumidiscono “vivere nella consapevolezza che siamo ormai prossimi alla morte e...”
“Piccola...” mette le mani a coppa sul mio viso e mi zittisce.
Lascio che le lacrime scorrano liberamente sulla mia guancia.
“Aspetta Christian...fammi finire...a me piacerebbe vivere qui e...ed ogni notte andare a letto con il dubbio se l'indomani ci risveglieremo oppure insieme raggiungeremo un posto migliore...” sussurro con un sorriso misto alle mie lacrime “È il mio più grande desiderio...chiudere gli occhi tra le tue braccia...tra le braccia dell'uomo che ho amato, e che continuerò ad amare in eterno”
Anche gli occhi di Christian sono umidi, si morde il labbro inferiore e scuote leggermente la testa.
Senza preavviso mi attira tra le sue braccia, dandomi la possibilità di seppellire il mio viso nel suo petto.
“Mi va bene qualsiasi posto...vivrei anche in una baracca...l'importante è che ci sia tu...mi basta quello...e potremmo venire a vivere qui...potremmo fare tutto quello che vorrai...passeggiare, chiacchierare, piangere e ridere...vivremo ogni singolo secondo della nostra vita come se fosse proprio l'ultimo...e un giorno, insieme, raggiungeremo quel meraviglioso posto...e lì vivremo in eterno” sussurra dolcemente.
Sorrido sul suo petto e avvolgo le braccia attorno alla sua vita.
“Però adesso, se non vuoi stare qui a versare altre lacrime, andiamo a fare un giro in barca? Abbiamo tutta una vita per collezionare ricordi, ma pochissimi per viverne almeno la metà..”
“Sai portare una barca?” chiedo sollevando la testa.
“Tesoro” mi lancia un'occhiata “sono in grado di pilotare un aereo, cosa vuoi che sia una misera barchetta” dice fieramente.
“Sai portare un aereo?” chiedo sorpresa.
Mi fissa un attimo senza esprimere nessuna emozione, ma dopo un po scoppia in una sonora risata.
“No, non so portare l'aereo” dice ridendo di gusto “l'ho detto così, tanto per dire qualcosa”
Scuoto la testa divertita e gli do un pizzicotto sul braccio.
“Aii” mormora toccando il punto in cui l'ho pizzicato “sei una selvaggia” ride.
“Sì, una selvaggia affamata del suo uomo” rido a mia volta buttandomi di peso su di lui, e gli mordo la spalla.
Ci ritroviamo distesi sul molo a ridere di gusto come se fossimo due bambini.
Ci baciamo ripetutamente, realizzando che questi momenti rimarranno incisi nel nostro cuore in eterno.
“Andiamo a prepararci” ormai sfinito dal troppo ridere, Christian si mette in piedi e mi solleva da terra.
Lo seguo dentro casa, e mentre lui si prepara io vado in cucina per preparare qualcosa da portare per la nostra gita in barca.
Nella dispensa della cucina trovo dei panini e dei salumi, così preparo dei panini imbottiti e prendo anche del succo di arancia fresco.
Sistemo tutto quello che ho preparato in un piccolo cesto da picnic e lo appoggio sull'isola della cucina, per poi raggiungere Christian nella nostra stanza.
Lo trovo intento ad indossare una maglietta bianca, mentre ha già indossato dei bermuda in blu e dei mocassini neri.
Mi avvicino alla mia valigia e cerco qualcosa che possa fare al caso mio, e alla fine opto per una camicia bianca leggera e larga abbinata a dei pantaloncini neri con le ballerine dello stesso colore.
Mi vesto velocemente e sciolgo i capelli, lascio il viso senza trucco e seguo Christian in soggiorno.
“Hai preparato la colazione?” chiede alzando sulla fronte gli occhiali da sole e dando una rapida occhiata all'interno del cesto.
“Sì” annuisco “ho preparato dei panini e poi sto portando del succo d'arancia”
“Molto bene” sorride “andiamo allora?”
“Sì” mi avvicino a lui e unisco la mia mano alla sua.
“Aspetta, ti manca una cosa” scioglie la presa dalla mia mano e ritorna indietro nella nostra stanza.
Quando riappare in soggiorno tiene tra le mani un grazioso cappello di paglia con un grande nastro rosa che termina in un grande fiocco.
“Ecco, con questo sei proprio perfetta” mi sistema il cappello in testa e lascia un delicato bacio sulle mie labbra.
Mi prende per mano e dopo aver preso il cesto mi porta verso il molo.
L'atmosfera di poco fa è sempre la stessa, se non fosse che adesso i più evidenti raggi solari rendono ancora più magnifico il lago ed il suo paesaggio.
Christian scende per primo in barca e dopo aver sistemato il cestino mi aiuta a scendere.
Posiziona accuratamente i remi negli appositi anelli comincia a remare, allontanandosi sempre di più dal molo.
L'acqua comincia ad accarezzare lentamente i fianchi dell'imbarcazione, mentre il paesaggio che stamattina ammiravo dal molo si fa più nitido ai miei occhi.
Sembra la scena di un film della Disney.
Mi sembra di essere nel cartone animato della Sirenetta, nella scena della gita sul lago di Ariel ed Eric.
La nostra barca che scivola dolcemente sulla superficie dell'acqua, la natura che ci circonda, il sole che illumina il tutto e il mio principe che governa l'imbarcazione.
Mi guardo attorno con occhi sognanti, constatando quanto è rilassante il posto e pian piano rilasso  anche la mia mente.
Christian è silenzioso.
Lo sguardo celato dietro agli occhiali da sole, mi impedisce di capire dove ha puntato lo sguardo.
Ma sulle labbra sfoggia un meraviglioso sorriso.
Il sorriso di una persona felice.
“Perché sorridi?” gli chiedo.
“Niente, ti guardavo e mi è venuto spontaneo sorridere” dice “è esattamente la reazione che mi aspettavo da parte tua”
“Ormai mi conosci bene”.
Annuisce e continua a remare.
“Posso portarla io?” gli chiedo indicando i remi.
“Ne sei sicura? Non vorrai mica buttarmi in acqua” ride.
Sollevo un sopracciglio e lo guardo con una smorfia di disappunto.
“Non sono così scema” ribatto seccamente.
“Ok ok, non ti scaldare dolcezza” scherza “vieni, siediti qui” dice con un cenno davanti a sé.
Mi alzo sorridente, facendo traballare la barca, e mi siedo dove mi ha indicato e lui mi passa i remi.
Siamo faccia a faccia e osservo la piccola dimostrazione che mi da sul come portare quell'affare.
Annuisco convinta e cerco di muovere al meglio le braccia.
I remi si muovono fuori dall'acqua e la barca non compie nessun tipo di movimento, se non dondolare a destra e sinistra.
Christian tiene una mano davanti alla bocca e soffoca a stento delle profonde risate.
“Cosa ridi?” gli chiedo fulminandolo con lo sguardo.
“Oh, niente niente” dice rosso in viso “sto solo ammirando la destrezza con cui stai facendo andare velocemente questa semplice barca...altro che il mio jet, arriveremo prima su questa” dice scoppiando a ridere.
“Non ce la faccio a portarla” sbuffo con il broncio.
“Dio, sei proprio buffa con questa faccia” ride.
Perdo le staffe e, dopo aver sistemato i remi negli appositi anelli, mi occupo di Christian.
“Mi prendi in giro?” gli chiedo dando dei forti pizzicotti alla sua pancia.
Lui sembra non farsi nulla e continua a ridere di gusto.
“Mi fai il solletico” dice “stai ferma, posso finire in acqua” mi avverte.
Ignoro le sue parole e continuo con la mia lenta tortura.
Ride di gusto e cerca di prendere le mie mani per farmi smettere, ma il mio troppo scherzare gli fa perdere l'equilibrio e lo fa cadere all'indietro in acqua.
Mi sporgo in avanti dalla barca e fisso allarmata il punto in cui è caduto Christian, ma niente sembra emergere da esso.
Vedo solo il riflesso del mio viso deformato dalla paura.
Il panico prende il sopravvento, mentre osservo l'acqua che lentamente si calma.
“Christian” sposto alcune ciocche di capelli dal viso e provo a chiamare ad alta voce il suo nome, ma niente e nessuno mi risponde “oh mio Dio...oh mio Dio...oh mio Dio...” mormoro stringendo tra le mani i bordi dell' imbarcazione.
La paura materializza nella mia mente pensieri poco piacevoli, mentre con lo sguardo cerco almeno  qualche segno di vita.
Mi sporgo di nuovo in avanti e guardo l'acqua.
Niente, proprio niente.
Mi guardo attorno, osservando questo muto paesaggio che adesso non mi comunica nient'altro che solitudine.
Mordo nervosamente il labbro, mentre alcune lacrime rigano il mio viso.
“Christian....” la mia voce trema, così come trema tutto il mio corpo.
Ho paura.
Paura di averlo perso così all'improvviso.
Paura di questa solitudine improvvisa.
La terza volta che osservo nell'acqua, all'improvviso dal nulla spunta Christian.
Sobbalzo dalla paura perdendo l'equilibrio e finisco anche io in acqua.
Chiudo gli occhi, mentre l'acqua mi avvolge completamente.
Sento il peso dell'acqua sopra la mia testa, mentre le orecchie si tappano sotto la pressione.
Ad un certo punto sento delle forti braccia che mi circondano avvicinandomi al petto, e che mi portano di nuovo fuori dall'acqua.
Tossisco rumorosamente e tolgo dagli occhi l'acqua d'eccesso, mentre Christian comincia a ridere probabilmente del mio stato.
Lo fisso sconvolta, mentre la rabbia monta in me.
“Stai bene?” chiede ridacchiando.
“Ma sei cretino?” sbotto irritata “mi hai fatto spaventare!!”
“L'ho visto, anzi l'ho sentito” continua “eri tutto il tempo a chiamare il mio nome”.
Ruoto gli occhi al cielo e sbuffo esasperata.
“Ho seriamente avuto paura di averti perso Christian!!” lo rimprovero “come hai potuto scherzare con una cosa del genere?!”.
“Volevo vedere cosa facevi” dice a mo di scusa.
“Sei un pazzo Christian” sospiro rumorosamente.
Mi stampa un bacio all'angolo della bocca e mi aiuta a salire di nuovo sulla barca, per poi raggiungermi anche lui.
Ci fissiamo in silenzio, mentre strizziamo i vestiti per espellere l'acqua in eccesso.
I miei occhi scuri, nei suoi profondi occhi chiari.
Qualcosa che non possiamo trattenere monta in noi.
Cerchiamo di ignorare quell'impulso, ma alla fine cediamo.
All'improvviso, entrambi all'unisono, scoppiamo a ridere senza un motivo preciso.
Ridiamo come se non ci fosse un domani, con le lacrime agli occhi e le mani strette attorno alla pancia.
“È stato....ehm bello!” ride Christian.
“Sì, se non fosse stata per la tua pagliacciata da disperso” sbuffo.
“Pensa alla parte positiva, adesso ci stiamo ridendo su” spiega.
“Questo sì” sorrido.
“Ecco, quindi invece di lamentarti come una vecchia rompi coglioni fammi compagnia mentre divoro la tua colazione” mi fa l'occhiolino.
Scoppio in una sonora risata sentendo il suo tono di voce e mi appresto a servirgli la colazione.
“Ho una fame...” mormora Christian addentando il panino che gli porgo “colpa dell'intensa attività fisica a cui mi sottoponi”
“Davvero? Se è così stancante possiamo pure evitare di fare quel genere di attività” gli rispondo a tono sorridendo.
“No no, stavo scherzando” si corregge subito.
“Ah pensavo”
“Sei una bastarda” dice guardandomi con gli occhi a fessura.
“A furia di stare con te ormai divento come te” scuoto la testa.
“Pechè io sarei bastardo?”
“Me lo chiedi pure?”
Sorride tra i baffi e continua a mangiare.
“Cosa ti piacerebbe fare stasera?” chiede all'improvviso.
“Non credo che non hai pensato a nulla” sorrido.
“Hai ragione” ammette “volevo portarti un po fuori, e magari cenare in qualche posticino a Rochester”
“Per me va bene, lo sai che mi fido dei tuoi piani”
“Molto bene, anche perché ho già prenotato tutto” ride.
Scuoto la testa divertita e lo fisso con occhi pieni  d'amore.
È perfetto.
È dannatamente perfetto come marito.
Ritorniamo alla casa dopo qualche oretta.
“Ti dispiace se controllo le email del lavoro?” chiede esitante chiudendo la porta di ingresso.
“No, per niente” lo tranquillizzo “io nel frattempo mi occupo del pranzo.” sorrido.
“Va bene” mi lascia un umido bacio sulle labbra e si affretta a raggiungere la nostra stanza per prendere il computer.
Raggiungo la zona cucina e svuoto il cestino da picnic e tiro fuori l'occorrente per preparare i Burrito.
Dalla cucina osservo Christian in soggiorno.
Non si è spostato di lì da quando siamo arrivati.
Fissa e digita nervosamente qualcosa al computer, e continua a picchiettare sul morbido tessuto del divano.
Lascio la carne a cuocere sul fuoco e mi avvicino a lui.
“Qualche problema?” chiedo toccandogli la spalla.
“Ehi” solleva la testa per guardarmi e riporta velocemente lo sguardo sul display “sì” sospira “sono nervoso per un contratto che deve firmare l'azienda...” lascia in sospeso.
"E cos'è successo?" chiedo sedendomi accanto a lui.
"Ho avviato un nuovo progetto..." sfiora con il dito il touchpad del portatile apre una presentazione PowerPoint "volevo stipulare nuovi contratti con l'azienda francese di O'pry....ho mandato queste diapositive all'azienda molti mesi fa...ma non hanno ancora mandato una risposta...non so...forse non sono nelle circostanze di approvarlo" sospira.
"Posso vederlo?" indico con un cenno della testa il computer.
"Certo" lo gira in modo che io possa guardare e mi fissa in attesa di una risposta.
Do una rapida lettura alle varie diapositive.
Principalmente si tratta di una nuova idea di business per la sua azienda.
Il franchising con l'azienda di O'pry, permetterà alla nostra azienda di espandere il marchio anche nel territorio europeo.
L'obiettivo che si è fissato è quello di invogliare la gente ad investire i propri risparmi, permettendo così alle banche di concedere più prestiti alle aziende e ai singoli privati.
Per quanto non ne sappia nulla in materia, il ragionamento che ha espresso sottoforma di diapositive sembra filare, e mi stupisce che O'pry non abbia accettato.
"Scusami, O'pry non era quello che ho incontrato qualche mese fa in azienda?" chiedo.
"Sì." annuisce.
"E cosa aveva detto riguardo a questo progetto?"
"Beh, era d'accordo..." si tocca nervosamente le tempie e chiude gli occhi "mi aveva chiesto di apportare delle modifiche al prototipo di bilancio e l'ho fatto...ma non ho ricevuto risposta....ormai sono più di due settimane che aspetto"
"Christian, il business non è fatto di persone frettolose...bisogna avere pazienza...ed intelligenza...e tu hai la seconda, ma la prima scarseggia" spiego "prova ad aspettare...secondo me sta riflettendo sul tuo progetto...e magari ha anche l'idea di accettarlo!".
Cerco di tirargli su il morale, spiegando pazientemente una possibile causa per cui O'pry esita.
E Christian sembra anche ascoltarmi.
Chiude il documento PowerPoint, e ritorna a controllare le email.
"Penso che tu abbia ragione...se non accetta la proposta mi affiancherò ad un'altra azienda...non mi mancano le richieste" dice in tono altezzoso.
"Sei un incorreggibile bastardo" gli metto le mani a coppa attorno alla guancia e gli bacio dolcemente la fronte.
"Incorreggibile?" chiede sorridendo divertito.
"Sì, prima eri un irresistibile bastardo...ora un incorreggibile bastardo" mi alzo dal divano "ed è per questo che ti amo" gli faccio l'occhiolino e mi dirigo nuovamente in cucina.
Unisco la carne ormai pronta al riso e la avvolgo nelle piadine, per poi sistemarle nei piatti e chiamare Christian a tavola.
"È pronta la cena"
Chiude il computer e si fionda in cucina alla velocità della luce.
Gli servo il pranzo e insieme mangiamo chiacchierando dei progetti della sua azienda.
Il pomeriggio sistemiamo le nostre valigie e ci mettiamo in viaggio verso Rochester.
Prima di andare in giro per la città, lasciamo i nostri bagagli in aeroporto.
Christian mi porta a visitare alcuni dei monumenti più importanti della città, tra cui le famose cascate del fiume Genesee.
Ed è proprio in uno dei locali vicino ad esse che ceniamo.
Faccio fuori gli antipasti e il primo nel giro di pochissimi minuti, e quando arrivo al dolce sono già piena.
Christian mi guarda sorridente e soddisfatto.
"Mio dio, sembri una che non ha mangiato per anni" scherza.
"Lo so" sospiro "di questo passo diventerò una balena"
"A me piaci in qualsiasi versione" dice a petto alto.
Scuoto la testa e sbuffo.
"Non voglio diventare una balena" ribatto seccamente "anzi, penso proprio di prendere in considerazione le passeggiate mattutine"
"Sì certo...finisci il tuo dolce che tra un po abbiamo il volo" dice.
Annuisco e mando giù pure il dessert in silenzio.
Quando siamo sul jet uno strano senso di panico prende il possesso della mia mente.
Io non voglio ritornare a casa.
Ritornare a casa mi mette paura.
Come se la nostra bolla d'amore potesse scoppiare da un momento all'altro.
Osservo silenziosamente Christian, che a differenza mia è molto sereno.
Ben, Corinne e Jack.
Tutti e tre mi vengono in mente, portando dietro pensieri poco piacevoli.
Il loro stare in silenzio e non dare nessun segno di vita mi mette ansia.
Tre persone che girano con lo scopo di distruggere sia me che mio marito.
Tre persone che vogliono il male di Christian.
Tre persone da cui devo proteggere il mio amore per Christian ed il nostro bambino.
So benissimo di non essere al sicuro.
Ma cosa mi devo aspettare?
Da cosa dobbiamo cominciare a proteggerci?
Sospiro pesantemente e sposto lo sguardo fuori dall'oblò.
Data la mancanza di luce non vedo nulla.
Stiamo sorvolando l'oblio, cupo e freddo come i pensieri che attaccano la mia mente.
Abbiamo appena cominciato a giocare.
Per quanto l'inizio della partita sia facile e gradevole, una dose di pericoli abbastanza pericolosa ci attende al mio primo vicolo buio.
E non so se è il caso di proseguire, oppure cercare di uscirne già adesso che siamo entrambi salvi.

Incorreggibile Bastardo [2]Where stories live. Discover now