Capitolo 53

17.9K 722 64
                                    


"INCORREGGIBILE BASTARDO"
CAPITOLO 53

L'interno della casa è completamente al buio.
Tutte le finestre sono chiuse, ma per illuminare un po l'ambiente sono state accese moltissime candele sparse qua e là per la casa..
Il pavimento del soggiorno è interamente ricoperto da palloncini di tutti i colori, che riportano delle dolci frasi d'amore sul dorso.
Ne prendo alcuni tra le mani e leggo i messaggi.
"Che pazzo..." mormoro leggendo alcune delle frasi "Christian, so che sei stato tu...dove sei?" chiedo al vuoto.
Nessuno mi risponde.
Un grande sorriso si stampa sulle mie labbra, mentre osservo il resto della casa.
Infiniti petali di rose sparsi qua e là creano una specie di percorso che devo seguire, con grandi e grossi mazzi di rose di tanti colori sistemati in bellissimi ed elaborati vasi trasparenti ai lati.
Mi avvicino ad uno di essi e prendo una delle rose tra le mani.
È il mazzo con le rose arancioni, e tra di esse spicca il bianco di un bigliettino.
-Mi hanno detto che la rosa arancione è simbolo del fascino...come può essere che questa rosa richiude i suoi petali di fronte al tuo di fascino?-
Scuoto la testa imbarazzata e proseguo verso il secondo vaso di fiori.
-Una rosa bianca, pura come il tuo cuore e l'amore eterno che lo riempie...-
Salgo un altro gradino e mi piego sulle gambe per prendere il bigliettino nel mazzo di rose blu.
-Cupa e misteriosa come il segreto che nascondi dietro ai tuoi profondi occhi-
Raggiungo il vaso con le rose gialle.
-Vivace e un po gelosa, forse è della tua gelosia che mi innamorai-
Sicuramente si riferisce a quella volta in cui lo trovai in quell'hotel con quella tipa.
Faccio una smorfia e raggiungo l'altro vaso.
È il mazzo delle rose rosa.
-Delicata, tenera e gentile...in una sola parola: TU-
Unisco anche questo bigliettino tra le mani, e raggiungo l'ultimo vaso con le Rose rosse.
-Pegno d'amore per eccellenza...il simbolo dell'amore rosso...rosso come il sangue che scorre nelle mie vene...rosso come la passione...rosso come il desiderio che si accende in me!-
Qualsiasi sia lo scopo di tutto questo meraviglioso assetto della casa, già mi piace un sacco.
Raggiungo la fine della rampa di scale e seguo il percorso realizzato con la scia di petali di rose.
Altri palloncini.
Altre rose.
Altre candele.
Ma Christian?
Raggiungo la fine del percorso e mi ritrovo davanti alla nostra stanza.
Apro la porta e,al centro del letto, trovo un grande orsacchiotto di peluche.
È stato vestito con un completo elegante, con tanto di cravatta e regge tra le zampe un palloncino a forma di cuore con scritto TI AMO in una calligrafia stilizzata.
Sorrido alla visione di quel bizzarro pupazzo che assomiglia a Christian in versione amministratore delegato, e mi avvicino ad esso.
Afferro la leggera corda che tiene il palloncino e lo prendo tra le mani, accarezzando la scritta con la punta delle dita.
Solo allora mi accorgo del piccolo bigliettino che è attaccato dietro ad esso.
Lo stacco e leggo velocemente il contenuto.
Questa volta è scritto in una calligrafia da me molto conosciuta.
È la calligrafia di mio marito.
Il contenuto del bigliettino è una semplice frase che stuzzica la mia curiosità.
-Ti andrebbe di attraversare il cielo con me?-
Fisso perplessa il messaggio e formulo qualche ipotesi.
Cos'altro avrà organizzato ancora?
"Qual'è la tua risposta?" una calda e dolce voce alle mie spalle attira la mia attenzione.
Giro la testa lentamente e incrocio il suo sguardo.
Sulla soglia della porta della nostra stanza, Christian mi osserva con un'espressione piena di speranza ed un magnifico sorriso.
Dopo quella sua uscita di scena stamattina, è un grande sollievo vederlo lì sorridente.
Per quanto abbia fatto il misterioso senza dirmi che problemi aveva, non riesco a tenergli il muso lungo.
Gli sorrido raggiante e gli faccio cenno di raggiungermi.
"Che cosa significa tutto questo?" chiedo indicando il palloncino che ora svolazza sopra la mia testa.
Si avvicina a passo lento e studiato e si siede accanto a me.
"Prima voglio la risposta" sussurra "Ti andrebbe di attraversare il cielo con me?" ripete il contenuto ad alta voce.
"Mi andrebbe di fare tutto quello che vuoi Christian...quindi è un grande sì" sorrido mettendomi seduta a cavalcioni sulle sue gambe "che cosa hai combinato questa volta?" sussurro stampando un bacio all'angolo della sua bocca.
Blocca il mio viso con le sue grandi e forti mani e mi stampa un sonoro bacio sulle labbra.
"Io.." sussurra baciandomi "e tu..." un altro bacio "stasera..." ancora un altro bacio "andiamo alla mia casa in riva al lago Ontario..." mi bacia "per questo fine settimana".
"Hai una casa in riva al lago?" la mia voce trasuda sorpresa ed eccitazione.
Mi sposto in modo da poterlo vedere meglio e gli rivolgo un grandissimo sorriso.
"Sì, ho una casa in riva al lago " conferma "e voglio portarti lì proprio stasera".
"Proprio questo fine settimana?" chiedo contentissima.
L'eccitazione monta in me e in un momento di infinita gioia, avvolgo le braccia attorno al suo collo e lo bacio con maggiore enfasi.
"Ma aspetta, il lavoro?" mi stacco bruscamente e lo fisso in attesa di una risposta.
"Al lavoro ci posso pensare anche dopo...a te no...voglio darti tutte le attenzioni che non ho mai potuto darti in tutti questi giorni...non ho potuto dilungare di più perché la casa sarà occupata dai mie..e io non li voglio in mezzo ai piedi" conclude con una smorfia.
Lo guardo con occhi dolci e mi tuffo nuovamente sulle sue morbide labbra.
Allaccio le gambe attorno alla sua vita, permettendogli di alzarsi e sistemarsi meglio sul letto.
Mi adagia dolcemente sulla schiena, mettendosi a cavalcioni su di me.
Il suo sguardo percorre avidamente il mio corpo, facendomi bruciare dal desiderio.
E inaspettatamente si sporge in avanti per baciarmi.
Un bacio che aumenta il mio ed il suo desiderio.
Le sue mani percorrono i miei fianchi per infilarsi sotto alla canottiera che indosso.
La arrotola tra le mani e me la sfila completamente, lasciandomi con solo il reggiseno.
Ancora una volta si sposta da me per guardarmi dall'alto.
Adoro quando mi guarda in questa maniera.
Ogni volta che i suoi occhi danzando a destra e sinistra percorrendo il mio corpo, mi fanno sentire bella sia esteriormente che interiormente.
"Ti ho mai detto che sei bellissima?" mormora con un sorriso seducente.
Arrossisco e distolgo lo sguardo, dandogli la completa visione del mio collo scoperto.
Senza esitare si tuffa in avanti, baciando e mordendo delicatamente la mia pelle che arrossisce al solo tocco.
Immergo le mie dita nei suoi capelli e cerco le sue labbra con le mie.
Un tocco.
Solo un tocco che fa in modo di unire per lunghi istanti le nostre labbra.
Stuzzica il mio desiderio, risvegliandolo all'istante.
Mi brucia, incendia il mio corpo con solo il suo tocco senza bisogno di usare fiamme.
Ancora un po, ancora un altro po di queste dolci torture e potrei seriamente perdere il controllo.
All'improvviso, dal nulla, la suoneria del cellulare di Christian riempie il silenzio della nostra stanza.
Lui però continua con il suo lento torturarmi.
"Christian..." lo richiamo cercando di spostarlo da me "il cellulare..."
"Lascia stare..." mormora tra qualche bacio e l'altro.
"Magari è importante" provo.
Si stacca sbuffando e cerca il mio sguardo.
"Perché?" mi chiede ruotando gli occhi al cielo.
"Vai a rispondere" gli dico ridacchiando.
Raddrizza la schiena e prende il cellulare dalla tasca dei pantaloni.
"Ce l'ho qui" dice indicando l'apparecchio.
Gli mostro il pollice all'insù e sorrido raggiante.
"Pronto Jane" da che ero distratta, lo guardo subito perplessa "sì, ho fatto tutto..." dice Christian facendomi l' occhiolino.
Apro la bocca scioccata e scuoto la testa.
Era tutto un suo piano allora.
Ecco perché erano entrambi strani stamattina.
Lei ovviamente di più, senza ombra di dubbio.
'Questa me la paghi' mimo chiudendo gli occhi a fessura.
Mette un dito sulle mie labbra e mi zittisce, mentre continua ad ascoltare Jane.
"Certo...te la passo subito" dice spostando il cellulare dal suo orecchio e porgendolo a me.
Lo prendo tra le mani e lo avvicino all'orecchio.
"Abby?"
"Ehi Jane..."
"Piaciuta la sorpresa?" chiede ridendo leggermente.
"Sì sì" sorrido "quindi era tutta opera vostra?"
"No no...l'idea era tutta di Christian attenzione...io avevo il compito di distrarti" spiega "e ha funzionato molto bene a quanto pare"
"Certamente...mi hai distratta molto bene con tutti quei giri per i negozi più bizzarri a New York" rido.
"Li trovo bizzarri anche io" si affretta a dire "era solo per portarti da qualche parte e farti scocciare fino all'esasperazione"
"Molto furbi, veramente"
"Grazie grazie" dice con una voce buffa "adesso però ti lascio a mio cugino...oh e non dimenticare che dobbiamo fare una vera uscita, ok?"
"Va bene, va bene" rido "quando sei libera fammi sapere"
"Ok, a presto Abby".
Saluto Jane e passo il cellulare a Christian che mi sorride divertito.
"Ti richiamo più tardi Jane..." dice prima di chiudere la chiamata.
Fa scivolare il cellulare nella tasca dei pantaloni ed incrocia le braccia al petto.
"Quindi sapevi tutto?" chiedo.
Annuisce sorridendo.
"E sapevi anche che mi avrebbe portato in quei posti squallidi?" chiedo inarcando un sopracciglio.
"No" scuote la testa ridendo di gusto "no, non lo sapevo...sinceramente, non le ho nemmeno chiesto dove voleva portarti...le avevo solo detto di tenerti lontana dall'appartamento per qualche oretta, così avrei avuto il tempo di sistemare tutto ciò" conclude rivolgendomi un sorriso vittorioso.
"Sei davvero pazzo Christian" sospiro scuotendo la testa.
Si piega sul mio corpo e riprende a baciarmi nuovamente il collo, per poi spostarsi e fissarmi dritto negli occhi.
"Non essere arrabbiata" mormora "ti voglio felice e sorridente per questo fine settimana"
"Non sono arrabbiata" lo tranquillizzo "stavo solo pensando a tutto quello che hai fatto per preparare tutto ciò" indico con un gesto sopra alla mia testa.
"Per te questo ed altro" sorride dolcemente.
Mi stampa un umido bacio sulle labbra e scende dal letto.
"Perchè ti alzi?" il mio tono di voce esprime chiaramente la mia delusione.
Si piega sulle gambe e raccoglie dal pavimento la canottiera che mi aveva tolto poco fa, mentre io incrocio le braccia al petto facendo il broncio.
Si avvicina sorridendo divertito e si siede accanto a me.
"Per quanto voglia rimanere a letto con te, ho un sacco di cose da fare ancora...quindi adesso ti alzi e prepariamo le valige...riprenderemo più tardi, ok?" mi chiede.
"Va bene" mi metto seduta e indosso la canottiera che mi porge, per poi seguirlo nella cabina armadio.
[...]
Verso le quattro di pomeriggio Christian ed io carichiamo le valige in macchina e ci dirigiamo verso l'aeroporto.
Abbiamo passato gran parte del pomeriggio a sistemare le nostre valigie e ad assicurarci che, al nostro arrivo alla casa in riva al lago di Christian, tutto fosse pronto.
Dopo le pratiche del check-in, veniamo indirizzati verso l'uscita del terminal per l'imbarcazione.
Il jet di Christian è già pronto, una coppia d assistenti di volo ci riceve calorosamente ed una di loro si impegna a dare delle informazioni riguardanti il volo a Christian.
Nel frattempo, l'altra, mi accompagna verso i sedili dove dobbiamo sederci.
"Quanto dura il volo?" chiedo a Christian, mentre mi allaccio la cintura di sicurezza.
"Da qui a Rochester ci sono due ore e mezza di volo, poi abbiamo un'altra ora di viaggio in macchina per raggiungere il posto dove si trova la casa" mentre anche lui si allaccia la cintura.
Annuisco sollevata e cerco di rilassarmi.
Christian prende la mia mano tra le sie e lascia delle dolci carezze sul dorso, nel tentativo di mettermi ulteriormente a mio agio.
Gli rivolgo un dolce sorriso e mi appoggio sulla sua spalla.
I motori del jet vengono messi in moto, e in pochi minuti ci ritroviamo a percorrere la pista di decollo per poi sollevarci in volo.
Chiudo gli occhi e decido di pensare ad altro.
La stretta attorno alla mia mano aumenta, e sento le labbra di Christian appoggiarsi più volte sulla mia testa per lasciare delicati baci.
Sorrido e mi accoccolo di più accanto a lui, sprofondando lentamente nel sonno.
Quando mi risveglio, ormai siamo già alla giusta quota, sopra il territorio americano.
Sollevo la testa e stiracchio i muscoli, per poi allentare la cintura e mettermi seduta comoda.
Christian dorme ancora, così colgo quei preziosi attimi per osservarlo un po.
Ha la testa piegata ed appoggiata al sedile e le labbra leggermente socchiuse.
Raddrizzo la sua testa che pende da un lato e sistemo alcune ciocche di capelli in disordine.
Dorme profondamente, tanto da non accorgersi nemmeno delle mie carezze.
Un dolce sorriso riaffiora sulle mie labbra, così mi sporgo in avanti e lascio un tenero bacio sulle sue morbide labbra.
Osservo attentamente ogni singola particolarità del suo viso, realizzando che giorno dopo giorno mi sto immergendo sempre di più nel profondo ed immenso oceano dell'amore.
La barbetta appena pronunciata, il modo in cui le sue labbra sono socchiuse per lasciar passare il fiato, la maniera in cui le lunghe sopracciglia accarezzano gli zigomi e la sua espressione a metà tra un broncio ed un sorriso quasi incomprensibile.
Tutto, proprio tutto di questo uomo, mi fa innamorare sempre di più.
Ho cercato, per tutti questi anni, di riconoscere l'amore.
Quante volte mi sono seduta in un punto per cercare di capire cosa fosse l'amore e tutto quello che ne deriva.
Quante volte ho cercato di capire quali fossero i miei sentimenti per quest'uomo, senza mai conoscere le regole di questo immenso gioco.
Ed ora, è bizzarro realizzare che è lui ad avermi dato la corretta dimostrazione dell'amore vero.
È bizzarro sapere che è lui il vero amore della mia vita.
Quante volte mi ha ringraziato per avergli insegnato ad amare?
Ma perché non capisce che è lui ad aver insegnato a me il modo in cui si ama?
Perché non capisce che è lui quella forza che riesce ad unirci aldilà dei nostri pregi e difetti?
Perché non capisce di essere lui quella forza che sta facendo continuare ciò che molto tempo fa abbiamo iniziato?
Ed è da quando sto con lui che ho realizzato cos'è il vero amore.
Il vero amore è quel sentimento incondizionato che provo per lui.
Quel sentimento che toglie la voce alla mia ragione e mi porta a compiere follie per dargli il bene, anche se la metà delle volte è il mio bene che viene danneggiato.
È quel sentimento che mi porta a guardargli sempre le spalle, per proteggerlo costantemente da tutti quelli che vogliono il suo male.
È quel sentimento che continua a crescere in me con la conoscenza reale di lui.
Non è il principe azzurro che sognavo di avere, ancor prima di provare l'amore sulla mia pelle.
Non ha un cavallo e non mi canta serenate dal giardino di casa mia.
Non indossa la calzamaglia e non porta nemmeno il cappello con le piume.
Ma con il suo modo di amare supera di gran lunga tutti quei principi.
Non ha bisogno di nessuna parola per esprimere il suo amore.
Lo vedo nei suoi occhi.
Sì, i suoi occhi esprimono tutto quello che la sua bocca non sa dire.
I suoi occhi sono lo specchio del suo cuore, mi basta un tuffo in essi per realizzare tutto quello che le sue parole non riescono a farmi capire.
Sorrido stupidamente e appoggio la test sul sedile.
"Tutto bene?" l'hostess si avvicina ai nostri sedili e mi rivolge un educato sorriso.
"Sì, tutto bene" ricambio il suo sorriso.
"Perfetto, si allacci nuovamente la cintura...tra un po atterriamo a Rochester" dice in tono professionale.
Faccio come chiede e sistemo la mia cintura attorno alla vita, poi picchietto sul braccio di Christian e lo sveglio.
"Siamo arrivati?" balbetta con voce impastata dal sonno.
"Sì, tra un po atterriamo" spiego riportando le parole dell'hostess.
Si tocca più volte la faccia e si da una sistemata, per poi rivolgermi un tenero sorriso.
"Perchè mi stai portando alla casa in riva al lago?" chiedo curiosa.
"Così, mi andava di farlo e ti ci sto portando" dice prima di riportare lo sguardo dall'altra parte.
Faccio una smorfia e sposto lo sguardo verso l'oblò del jet.
Lentamente, mentre il jet si prepara all'atterraggio, iniziamo a perdere quota.
Tutto quello che sta sotto si fa sempre più nitido, rivelando palazzi e strade.
"Avevi detto una casa in riva al lago" protesto "qui mi sembra città"
"Penso che ti sia dimenticata del tragitto in macchina" dice sorridendo divertita.
"Oh...vero" sorrido imbarazzata "l'avevo dimenticato"
"Tranquilla piccola" mi fa l'occhiolino.
Dopo aver fatto il check-in all'aeroporto, Christian ed io prendiamo i bagagli e ci dirigiamo verso l'uscita dell'edificio.
L'autista e l'auto che Christian aveva noleggiato ci aspetta all'ingresso, e appena ci avviciniamo si impegna a caricare le nostre valigie.
Il paesaggio urbano di Rochester è ormai un lontano ricordo, perché adesso davanti a me figura una vasta distesa di paesaggio rurale.
Ovunque vedo verde, verde e verde.
Alberi, fiori e finalmente sull'orizzonte vedo il lago.
All'improvviso tutto il panorama viene ricoperto da un percorso interamente ricoperto da un muro di pietre.
"Siamo arrivati" mi sussurra Christian all'orecchio, per poi darmi un bacio sulla guancia.
L'autista ci lascia davanti al cancello di una grande proprietà, e mentre i due uomini scaricano le valigie io mi avvicino ad esso.
Solo adesso riesco a vedere l'interno della proprietà.
Una piccola stradina ricoperta di piccoli sassolini porta all'ingresso di un'enorme edificio.
L'esterno è di un rosso chiaro, di cui la parte bassa è realizzata per metà con pietre nere.
Grandi finestre con le serrande verdi macchiano la parete rossa, e dei vasi con boccioli fioriti sono appoggiati sui davanzali.
Un grande sorriso si stampa sulle mie labbra.
È dannatamente meravigliosa la casa.
Christian si avvicina alle mie spalle e inserisce una chiave nella serratura del cancello, che dopo qualche giro si apre.
"Entra" appoggia una mano nella parte bassa della mia schiena e mi invita ad entrare.
Percorriamo la stradina e ci ritroviamo davanti alla grande porta di ingresso, realizzata in legno.
L'interno della casa, a livello di arredamento, si sposa perfettamente con il tema scelto per l'esterno.
Anche se è un luogo sperduto in mezzo al verde, dispone di tutti gli accessori che si trovano in una comune casa di città.
Osservo con occhi sognanti tutto quello che mi circonda, mentre Christian mi segue con lo sguardo.
"Wow...è bellissimo" mormoro.
"Sapevo che ti sarebbe piaciuto" dice soddisfatto "ma, devi vedere la cosa più importante."
Tende la sua mano invitandomi a prenderla, ed una volta che sono accanto a lui mi guida verso una stanza.
È da qui che si ha accesso al giardino posteriore della casa.
Vi è un angolo relax ed il molo che porta dritto al punto dove sono fissate alcune barche.
Camminiamo sul tratto cementato, raggiungendo la sua fine.
Davanti a me vedo l'acqua del lago che riflette il cupo cielo serale.
Mi stringo di più a Christian ed osservo il riflesso della luna sull'acqua.
"Mi dispiace non poterti portare ora stesso in barca, ma si è fatto tardi...quindi magari domani mattina ci andremo" dice.
"Tranquillo" sorrido "sono anche stanca...quindi va benissimo così"
"Hai fame?" chiede subito lui.
"Sì, e anche molta"
"Andiamo allora, però devo andare a comprare qualcosa fuori...non abbiamo niente di pronto" spiega.
"Posso preparare qualcosa"
"No, vado a prendere qualcosa da fuori" dice irremovibile.
Annuisco ed insieme rientriamo dentro.
Mi saluta velocemente e va alla ricerca della nostra cena.
Mi siedo sul comodo divano e faccio zapping in tv.
Dopo una ventina di minuti sento il campanello della casa suonare.
Mi alzo e vado ad aprire.
Dietro alla porta, un Christian sorridente tiene tra le mani una scatola con una pizza fumante.
"Cena per la mia donna" dice ammiccando.
Mi alzo sulle punte e gli stampo un bacio sulla guancia, per poi prendere la pizza e farlo entrare.
Apparecchio la tavola per due e metto la pizza al centro.
"No, io non ho fame" dice quando gli metto una fetta di pizza nel piatto.
"Non hai fame? Ma non hai mangiato niente!" ribatto.
"Beh...in realtà non ho fame di cibo" sorride malizioso.
Scuoto la testa e do un morso alla pizza.
"Ti toccherà aspettare" dico continuando a mangiare.
"Se quello è il premio...aspetto quanto vuoi" dice a petto alto.
Sorrido divertita e mangio con calma.
Forse sto facendo troppo lentamente, perché già dopo qualche minuto Christian comincia a tamburellare insistentemente sul tavolo.
Decido di farlo soffrire un po, così rallento ulteriormente la velocità con cui mangio.
"Piccola...." deglutisce nervosamente e mi guarda con occhi languidi.
"Dimmi Christian" chiedo con noncuranza.
"Dio...mi stai uccidendo..." mormora.
"Perché?"
"Cavolo....mangia più veloce!" sbuffa.
"Con calma Christian....è importante mangiare lentamente.. " trattengo a stento una risata e lo guardo seria.
"Preferisci mangiare lentamente e perdere tempo prezioso che puoi dedicare a me?" chiede quasi offeso.
Ci penso un po e poi annuisco.
"Mi stai mettendo nella condizione di scegliere tra te e la pizza...sono due scelte difficili...quindi sto cercando di eguagliare i calcoli" spiego.
"Quindi continui a preferire quella stupida pizza a me?" soffoco un'altra risata ed annuisco.
Quando penso che forse abbia deciso di aspettare, si alza improvvisamente dalla sedia e viene verso la mia direzione.
Passo lento e studiato.
Occhi che bruciano di passione.
Ed io sto seriamente morendo.
Questa volta quella che deglutisce a fatica sono io, appoggio la fetta di pizza sul piatto e pulisco le mani.
"Cosa vuoi Christian?" chiedo sorridendo nervosamente.
Mi allontana dal tavolo e mi prende in braccio in stile sposa.
"Non posso più aspettare....ti voglio...ora....al diavolo la tua pizza" mormora mentre cammina verso la stanza padronale.
Mi adagia dolcemente sul letto e mi osserva a lungo.
Lo guardo a mia volta mentre penso che non aver mangiato ne vale sicuramente la pena.
Vedere mio marito, eccitato, in piedi davanti a me mi chiude lo stomaco e risveglia un altro tipo di fame.
Fame di lui.
Fame delle sue attenzioni.
"Vuoi stare li a guardare?" chiedo impaziente piegando la testa di lato.
"No..." dice "ti stavo guardando perché sei bellissima piccola"
Scuoto la testa e lo chiamo tra le mie braccia.
Si avvicina al letto e sale su mettendosi a cavalcioni su di me.
Sorrido quando lascia dei leggeri baci sul mio collo ed avvolgo la sua vita con le mie gambe.
Il suo membro duro come il marmo sfiora prepotentemente il centro del mio corpo, facendo gemere di piacere entrambi.
"Visto che effetto mi fai?" chiede mordendo la pelle.
Catturo le sue labbra in un bacio complesso e sbottono la sua camicia.
Le sue mani viaggiano lungo il mio corpo, distruggendo la barriera dei vestiti.
In pochi secondi tutti i miei indumenti vengono sparsi per tutta la stanza, seguiti da quelli di Christian.
Siamo pelle contro pelle.
La sua erezione è adagiata sul mio ventre, il suo sguardo puntato nei miei occhi.
Senza esprimersi con le parole mi cede il comando del gioco, ed io lo accetto volentieri.
Mi faccio coraggio e guido il suo membro dov'è giusto che stia.
Lo voglio, adesso più che mai.
Penetra lentamente, guadagnando ad ogni spinta un centimetro in più.
La stretta attorno alla sua vita si fa ancora più pronunciata mentre le mie mani si immergono nei suoi capelli chiudendoli nei pugni.
Si spinge dentro di me e rimane immobile, lasciando il tempo di abituarmi alla sua presenza.
Mi guarda dritto negli occhi mentre un sorriso di appagamento misto all'immancabile malizia si stampa sulle sue labbra.
Dopo attimi passati a fissarmi in silenzio ed immobile comincia a muoversi.
Lentamente prima e più veloce dopo.
Né tanto forte né tanto piano.
Un ritmo studiato e diretto dalle sue stoccate.
Nuovamente le nostre bocche si incontrano, e le nostre lingue si battono duramente in una battaglia di sensuali tocchi.
I nostri dentri scontrano, ci cerchiamo affamati.
Ci nutriamo l'uno dell'amore che l'altro riesce a dare.
Condividiamo attimi in cui solo i nostri gemiti e sospiri di piacere parlano.
Christian mi bacia dolcemente, mentre con le mani stuzzica i miei seni.
Inarco la schiena e soffoco i miei gemiti tra le sue labbra.
Aumenta ancora un po la velocità delle spinte e unisce le sue mani alle mie.
Anche se ho iniziato io il gioco, adesso è lui che conduce il gioco.
Mi domina dall'alto, senza mai distogliere lo sguardo.
Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dalle emozioni che solo Christian sa darmi.
Sento delle vibrazioni che percorrono la mia schiena e sollevo il bacino andando incontro al suo.
Piano piano il piacere si fa avanti in me, ad ogni sua spinta lo sento montare.
Stringo tra le mani le lenzuola e lascio sfogare il mio piacere, seguito anche da quello di Christian.
Si sdraia al mio fianco e riprende fiato.
I nostri petti si alzano e si abbassano all'unisono.
Sorrisi d'appagamento dipingono le nostre labbra.
Mi giro su un fianco e appoggio una mano sul suo petto.
Sotto il mio tocco sento il suo cuore battere all'impazzata, diminuendo gradualmente il ritmo.
Gira la testa dal mio lato e mi osserva con occhi dolci.
"Ti amo piccola mia" mormora "ti amo davvero tantissimo"
"Anche io Christian" sussurro sorridente.
Mi sporgo in avanti e mi appoggio sul suo petto.
"Posso chiederti una cosa?"
"Dimmi" sollevo la testa e appoggio il mento sul suo petto, in modo da poterlo guardare negli occhi.
Alza una mano e mi accarezza teneramente la testa.
"Hai mai rimpianto il fatto che non mi sia mai dichiarato?" chiede mordendo il labbro inferiore, in segno di nervosismo.
"No" dico sicura e sincera "perché?"
"Beh...di solito le ragazze amano questo tipo di cose...sai il fidanzato inginocchiato...parole smielate..." lascia in sospeso.
"Hai ragione..." annuisco "ma ciò non vuol dire che lo pretenda da te!"
"No, non è pretendere....ma è una cosa che un po tutte le ragazze aognano no?"
"Sì...ma perché me lo chiedi adesso?"
"Ecco io...."
"Dimmi"
"Vestiti" dice all'improvviso.
"Perché?"
"Alzati e mettiti qualcosa...devo farti vedere una cosa"
Lo guardo perplessa e mi sollevo dal letto.
Lui invece balza giù dal letto e si infila velocemente la camicia ed i pantaloni.
Mi avvicino alla valigia e prendo una vestaglia abbastanza leggera e dopo averla indossata lo seguo fuori.
Rispetto prima adesso fa un po più fresco, così incrocio le braccia al petto e mi faccio calore.
Le luci del giardino vengono accese, e alcuni lampioni illuminano anche il molo.
Mi giro cercando Christian, ma lo trovo inginocchiato e sorridente.
"Cosa fai?" chiedo sorridendo a mia volta.
"Mi dichiaro" dice come un bambino.
"Ma dai smettila Christian!" lo rimprovero dolcemente "andiamo dentro, ho freddo"
"Shh" mi zittisce "fammi parlare..."
"Christian..."
Mi zittisce con un gesto della mano e prende una bella boccata d'aria.
"Partiamo dal fatto che non mi sono mai inginocchiato davanti a nessuno e per nessuno...se dovessi dire qualcosa di ridicolo perdonami e soprattutto non ridere...ok?"
"Ok" annuisco.
"Allora....so che dovevo farlo molto tempo fa...so che dovevo confessare i sentimenti che provo per te davanti a tutti...ma io preferisco così...non mi interessa fare bella figura davanti a persone che non possono capire ciò che c'è tra di noi...a me importa arrivare al tuo cuore....quindi qui, adesso, ai piedi di questo lago...sotto questo cielo...ed insieme a queste dannate formiche che mi pizzicano la gamba dichiaro il mio amore per te...non ti so spiegare esattamente quando e come mi sono innamorato di te...so che all'improvviso il mio cuore ha cominciato a battere in maniera irregolare e fuori dal comune....ho sentito che la mia ragione di vita eri tu...che questa sorta di rinascita era dovuta solo e soltanto per amare te....è così che ho capito cosa significasse amare...ti assicuro che prima di te non ho mai preso in considerazione l'amore...per me è stato sempre un sentimento da evitare...crea sempre problemi...porta dolore...ma da quando provo questo sentimento per te ho capito che provare dolore...trovarsi davanti a tutti problemi ad esso connessi è una cosa unica.....sono cose da provare nella vita....e sono felice di provarle con te e solo per te...sarò pure ripetitivo...sarò pure noioso...ma mai nessuna mi ha fatto provare tutte queste emozioni...sei l'unica che è riuscita a stravolgere la mia vita....so che sono fuori con i tempi..ma volevo darti anche questo...." smette di parlare e tira fuori dalla tasca una scatolina a forma di cuore con un anello al suo interno "Abby vuoi essere la mia ragazza e mia moglie? Vuoi essere la donna che continuerà a far battere il mio cuore? Vuoi essere l'unica donna di cui avrò bisogno?"
Asciugo una lacrima che riga il mio volto e annuisco sorridente.
"Sì....sì, sì, sì Christian" gli dico mentre lui infila l'anello al mio dito.
Si mette in piedi ed io avvolgo le braccia attorno al suo collo.
"Cielo....ti amo tantissimo Christian..."
"Anche io" mormora stringendomi tra le sue braccia.
Ci sediamo su una delle sedie nel giardino e rimaniamo a contemplare il cielo stellato.
In silenzio.
Ascoltando i sussurri dei nostri cuori innamorati.

Incorreggibile Bastardo [2]Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon