Capitolo 43 (parte 1) "Cambiamenti"

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Nell'ultimo giorno di permanenza, gli Hillman mi portano a visitare il palazzo reale di Monk, uno dei palazzi reali più grandi del continente, e il Giardino inglese, uno dei parchi cittadini più grandi al mondo, e questo mi aiuta ad apprezzare anc...

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Nell'ultimo giorno di permanenza, gli Hillman mi portano a visitare il palazzo reale di Monk, uno dei palazzi reali più grandi del continente, e il Giardino inglese, uno dei parchi cittadini più grandi al mondo, e questo mi aiuta ad apprezzare ancora di più la bellezza di questo paese e a cercare di non ricordare questi posti solo per il racconto triste che mi ha confidato Alexander. Monk è una località magnifica e non merita di essere ricordata per un evento del genere. Voglio averla nel cuore così com'è, così come merita.

Torniamo a casa quando ormai la giornata di domenica volge al termine. È stata una vacanza di pochi giorni ma con tante emozioni e sentimenti. Ho scoperto tante cose di Alexander e ho capito di più i suoi genitori. Adesso che faccio parte in qualche modo della loro famiglia, condividere i propri passati è un passaggio che si doveva affrontare prima o poi, anche se non avevo mai immaginato potesse rivelarsi così triste.

Durante le vacanze invernali, in un fine settimana tornano anche i miei per una cena importante in cui si riuniscono vecchie conoscenze. È in questa circostanza che Daniel trova il coraggio di presentargliela Melissa ufficialmente. È un anno che si frequenta con lei e ormai la loro storia è diventata parecchio seria. Elizabeth e Jeremy accolgono Melissa con entusiasmo e sono molto contenti che Daniel sia felice con lei. È davvero incredibile come i loro sentimenti mutino quando si tratta di esprimerli con me o con Daniel. Con lui hanno i visi rilassati e più inclini al sorriso, mentre con me papà ha sempre uno sguardo triste e preoccupato, e invece la mamma è fredda e distaccata. Perché?

Ripartono non appena ne hanno la possibilità. Scappano da questa casa ogni volta come se fosse infestata da qualche malattia inguaribile.

Verso la fine delle vacanze invernali, giunge uno dei nostri venerdì sera. Questa volta Jennifer, a corto di idee sugli addii a qualunque cosa e le cene a tema straniero, come il "Sushi party", il "Curry party" e tutti i party dell'intero mondo, inventa la serata a tema storico. Per ogni venerdì Jennifer ha deciso che ambienterà il suo salone in un contesto storico differente e questa volta la scelta ricade sugli anni venti: il "Charleston party", e nel pomeriggio, dopo Jack, ci dirigiamo tutte dalla sarta per l'ultima prova abiti.

«Devo indossarla per forza la piuma?» chiede Melissa intimorita da quella presenza inquietante. «Non vi sembro un capo Sioux?»

«Sì, è vero!» esclama Sj cominciando a ridere di gusto. «Più che un Charleston party, sarà un Apache party!»

Tra le risate in sottofondo di Sj, risaltano i nostri sguardi scettici, quelli miei e di Nicole, che ci guardiamo allo specchio con malavoglia.

«Jen, dovresti smetterla di costringerci a partecipare alle tue follie» commenta Nicole.

«Nicky ha ragione. Ne inventi sempre una delle tue.»

«Ragazze, ammettetelo: senza di me i venerdì sera non avrebbero senso» risponde in sua difesa.

Dopotutto non ha torto. Nolenti o piacenti, finiamo sempre per accontentarla e per ritrovarci a trascorrere le sue serate di pura fantasia e irrealtà. Alla fin fine anche se il più delle volte sono imbarazzanti, non possiamo negare che rendono i venerdì sera una sorpresa continua.

Ormai rassegnate, torniamo alle nostre rispettive abitazioni per prepararci al grande evento.

Inutile continuarlo a precisare: le feste organizzate da Jennifer sono sempre in grande stile e curate nei minimi dettagli. Ha perfino trasformato l'arredo del salone, trasmettendo a tutti gli effetti un'atmosfera da anni venti. Davvero incredibile!

Noi ragazze ci guardiamo attorno meravigliate, un po' per il disagio che abbiamo indossando quei vestiti e un po' perché siamo davvero stupite dalla precisione e inventiva di Jennifer. Se lo sapessero i professori della scuola, si sentirebbero male pensando che tutto l'impegno e l'ingegno del suo cervello vada sprecato per così poco.

Ovviamente, come da tema, la serata prevede anche un ballo Charleston che nessuno di noi, sempre ovviamente, conosce. Ma l'intelligenza e l'astuzia di Jennifer hanno previsto anche tutto questo così che inaspettatamente fa il suo ingresso un insegnante di ballo Charleston. È pazzesco!

Ci chiede di formare le coppie; e i nostri cavalieri, nel loro splendido Frac, si avvicinano a noi dame e ci porgono la loro mano come per chiederci il permesso di quel ballo. Anche Brian fa lo stesso, ma Nicole ha una strana reazione che lascia tutti sorpresi.

«Io me ne vado» dice con un volto esasperato. E ha tutte le intenzioni di tener fede a quello che ha appena detto! Ma che cosa le succede?

Anche oggi pomeriggio avevo notato fosse parecchio infastidita da questa festa. Ma perché? C'è qualche correlazione con il tema del party o è per qualcos'altro?

«Tesoro, aspetta» la raggiunge Brian cercando di convincerla a rimanere.
«Se ci divertiamo un po', magari sarà più facile.»

Ma Nicole non vuole starlo a sentire ed esce fuori in giardino. A questo punto Brian mi guarda con occhi dispiaciuti chiedendomi con lo sguardo che cosa dovrebbe fare.

«Vado io» gli dico dirigendomi nell'atrio a prendere gli scialli di pelliccia bianca per poi uscire nel giardino della villa.

L'aria è pungente e, anche se non è ancora scesa la neve, la temperatura è sempre e insistentemente bassa.

Nicole trema e piange disperata. È infreddolita ma non ha pensato affatto di prendere qualcosa per coprirsi un po'. Così quando mi avvicino, le adagio sulle spalle lo scialle di pelliccia, che già mi ero infilata. Ci sediamo su un gradone della scalinata e per un po' il silenzio ci vince e ascolto con pazienza il rumore delle sue lacrime. «Mi lascia» mi confida nel pianto. «Brian mi lascia.»

«Ma cosa dici? Lui è innamoratissimo di te.»

«Invece non mi ama abbastanza, Kat» risponde sofferente. «Ha accettato di andare a dirigere la filiale dell'azienda del padre a Peking per tre anni. Partirà domenica.»

«Così presto!»

«Io non so se ce la faccio, Kat» ammiette scoppiando di nuovo in lacrime. «Non so se riuscirò a vivere senza di lui.»

Non ho parole per una simile sofferenza, ma i gesti in questi momenti sono più importanti di ogni cosa. Abbracci9 Nicole e provo a farle sentire tutto il mio affetto. Non è sola, ha me, per quanto questo possa valere.

«Nicky!» la chiama Brian, decisosi a raggiungerci e a prendere di petto la situazione.

Lei si alza dal gradino, e accetta il fazzoletto che lui le sta porgendo amorevolmente. Poi si guardano negli occhi e lei vola in un attimo tra le sue braccia.

Si amano tanto ma sono costretti a vivere separati per un po'.

La serata termina così, quando Brian dà a tutti la notizia della sua partenza. Dopodomani partirà col volo per Peking e con lui anche tutta la gioia e l'amore di Nicole.

«Tre anni» riflette Alexander mentre rimaniamo a trastullarci davanti ai nostri cancelli non riuscendo a separarci e a darci la buonanotte. Daniel invece è già rientrato in casa. «Tre anni sono tanti.»

Annuisco con gli occhi bassi, ancora preoccupata per Nicole.

«Io non oso nemmeno immaginare come potrei vivere lontana da te così tanto tempo» ammetto ricevendo di conseguenza un forte abbraccio da lui. Anche solo l'idea che possa partire mi terrorizza, mentre lei dovrà imparare ad accettare la situazione e a conviverci al meglio.

«Stai tranquilla. Non ti abbandonerò qui da sola. Sarebbe impossibile anche per me.»

Credo davvero alle sue parole e sicuramente ne è convinto anche lui ma le situazioni cambiano e inevitabilmente ci ritroviamo a compiere dei passi che mai vorremo fare.

Non si può tornare indietro - COMPLETAWhere stories live. Discover now