51. La lettera di Daniel

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Dopo essere rientrati in macchina, Sarah mi chiede com'è andata, ma sono ancora troppo in ansia per poter fare il riepilogo della situazione e, comprensiva, attende il momento in cui mi sentirò pronta per parlargliene.

Riaccende l'auto e ripartiamo per tornare a Rose-Garden, ma capisco che prima devo fare una cosa.

Faccio fermare la macchina a un lato della strada e trovo tutto il coraggio che ho dentro per chiamare Samuel. Devo parlare con lui e rivelargli tutto quello che ho scoperto.

«Sam, sono a Gracefully in questo momento. Possiamo vederci da qualche parte? Devo dirti una cosa importante.»

Samuel è sorpreso della mia chiamata ma è subito disponibile a vedermi, nonostante abbia una lezione a cui assistere. Ci incontreremo a metà strada e mi indirizza verso un piccolo bar quasi invisibile, così che nessuno noterà la nostra presenza.

«Vuoi che venga con te?» mi chiede Alexander premuroso.

«No, ti ringrazio. È una faccenda che devo risolvere da sola.»

Scendo dalla macchina lasciando Sarah e Alexander ad aspettarmi lì dentro. Quando entro nel bar, ho tutti gli occhi puntati su di me di uomini nullafacenti che trascorrono il loro tempo a bere e a fare battute poco dignitose alla barista dai facili costumi. Questa situazione mi dà il voltastomaco e mi ricorda in maniera insistente lo stesso Richard.

Samuel fortunatamente mi raggiunge poco dopo. Mi saluta baciandomi le guance e mi chiede come sto. Alzo le spalle non sapendo cosa dire. Sono ancora sotto-shock.

In una maniera un po' confusa, racconto a Samuel quello che mi ha rivelato Jane, da quando si sono conosciuti Elizabeth e Richard, al loro matrimonio, alla nascita stessa di Samuel e a come sia naufragato il tutto a causa della dipendenza da alcol di suo padre. Di certo non è facile per lui accettare un padre così irresponsabile e crudele e nonostante fosse piccolo, indifeso e impossibilitato a reagire, si sente in colpa per non aver potuto fare nulla per salvarlo e per risistemare il matrimonio dei suoi genitori.

Forse adesso guarderà sua madre Elizabeth con occhi diversi e inizierà a provare compassione per tutto quello che ha dovuto soffrire e per il bene che comunque gli ha voluto.

Io d'altra parte non so ancora cosa provare per questa situazione, a parte un forte vuoto dentro di me. Sono stata illusa di una vita che non esiste. Sono nata in una famiglia che non è mia e dove hanno cercato con ogni modo di non farmi accorgere di niente.

Per tutta la mia infanzia sono rimasta accanto ad un ragazzo che non è mio fratello, condividendo con lui la stessa solitudine, le stesse giornate di sole e di pioggia. Ci eravamo fatti forza l'un l'altro, nonostante sapesse già a quel tempo che non ero sua sorella. Poi avevo incontrato Samuel ed era nato del sentimento in me nei suoi confronti ma sono stata costretta a dimenticarlo per mano di mia madre, quando poi aveva assunto Christopher per allontanarmi da lui. Con il passare del tempo Christopher era diventato il mio confidente più prezioso e aveva continuato a stare dalla mia parte anche quando era ricomparso Samuel. Ma poi si è tirato indietro lasciandomi sola ad affrontare una vita che non voglio sia la mia. E il bello è proprio che questa non è davvero la mia vita. Non la nemmeno merito. Non merito tutto questo.

«Ma allora perchè Daniel mi ha detto che siamo fratelli?» chiede Samuel non capendo.

«Ti avrà mentito per allontanarti da me una volta per tutte» suppongo non trovando altre spiegazioni. «Cosa farai adesso? Sei un O'Connor a tutti gli effetti ora.»

«Continuerò a vivere dai nonni a Equaloil. Mi trovo bene con loro e sono diventati la mia famiglia» risponde con il sorriso sulle labbra.

Mi fa piacere si sia ambientato bene lì e che i nonni lo trattino come uno di famiglia, anche se in realtà lo è per davvero.

Non si può tornare indietro - COMPLETAWhere stories live. Discover now