Scritta circa un anno fa.
Mi sveglio stamattina di un malinconico assurdo. Vado in cucina, faccio colazione al buio. L'idea di accendere anche solamente una piccola luce e dare idealmente inizio alla giornata mi spaventa un po'. Torno in camera, accendo il pc e mi sdraio sul letto. Un'emozione indefinita mi naviga nel cuore senza lasciarsi prendere. Mi nasce nella mente il bisogno di una canzone: LA CANZONE. Accendo le casse del pc e una tenue luce blu illumina la camera, parte l'intro di chitarra acustica... un effetto dolce mi coccola, Gianluca (Grignani) è bravo, mi sono sempre chiesto come si faccia ad avere tanto talento. La sua genialità sta nella semplicità: pochi accordi mirati descrivono già le mie emozioni più profonde. Parole che sembrano quelle che spesso ho sulla punta della lingua ma che mi scappano o mi vergogno di esternare. Ma quanto è brutta la paura sentirsi incompresi? Quanto è folle il non tentare per timore di essere rifiutati? Quanto è densa in me la paura dell'amore? Mi stendo sul letto, chiudo gli occhi e mi perdo nella musica. Mi ritrovo in un futuro prossimo. Io sono ancora io. Lei è un po' più grande... ancora più bella. Anzi! Più bella che mai! È diventata la donna fantastica che ho sempre saputo che sarebbe divenuta. È sdraiata sul letto, nuda, libera, unica. Seduto sul bordo del letto sto suonando per lei, tra un accordo e l'altro mi perdo nel suo sorriso e le carezzo delicatamente le gambe. Sembra serena. Siamo felici. Innamorati come non abbiamo mai potuto esserlo. Lascio scivolare delicatamente la chitarra sul pavimento e mi sdraio accanto a lei. L'abbraccio e un sorriso dolcissimo ci scioglie in un'unica anima. Ci diamo un bacio tenero ma passionale. Mi sembra così naturale perdermi nei suoi occhi, eppure mi scappa un altro sorriso sulle sue labbra bollenti perché a certi tipi di felicità, per fortuna, non ci sì abitua mai.
Mi spoglio anch'io. Mentre ci facciamo le coccole ridiamo, nel frattempo con le labbra carezzo ancora dolcemente le sue, sfiorando con le dita le sue guance timide, rosse e caldissime. Siamo un misto di timidezza e voglia di appartenerci l'un l'altro. Dev'essere questo quello che chiamano "vero amore" quella energia che, come direbbe sempre Gianluca, fa perdere ogni essere umano nei "battiti del mondo". D'un tratto una notifica sul cellulare mi sveglia da questo bellissimo sogno ad occhi aperti. Mentre leggo il messaggio una lacrima cade sul telefono. Non mi ero neanche accorto di avere gli occhi umidi. Non è tristezza ne felicità. Ancora quell'emozione indefinita. Asciugo lo schermo e rispondo. Mi guardo allo specchio e sorrido a quel me stesso che stava sognando fino a pochi istanti prima, poi mentalmente gli dico: "Dai Marcolì! Indossa la tua maschera... la realtà ti reclama".Ps: Amore, amore dormi... ma tu, stai già dormendo!!!

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Pensieri Spettinati...
RandomEhm... non so se questo sia un diario, non credo. Magari più un block notes! (Un "Death Note"?). Una raccolta di pensieri, anzi... la definizione giusta credo sia "appunti mentali". Forse sono solo sciocchezze. Non so immaginare perché qualcuno dovr...