Pov's Riccardo
Il pranzo si è concluso troppo in fretta. Io e Federica ci siamo scambiati soltanto qualche piccolo e triste sguardo. Nessuna parola, nessun sorriso, nessuna emozione.
I bambini sono stati l'unico mezzo per poter comunicare. Grazie a loro, siamo riusciti a rendere meno tesa quella corda che fino a poche ore fa ci teneva legati e immobili su i nostri passi.
Subito dopo aver mangiato, sono andato in cioccolateria. Ci siamo salutati in maniera fredda e la cosa non mi sorprende. Lei è ferita, io sono incazzato e alcune volte, nonostante l'intenso amore che proviamo l'un l'altra, riusciamo soltanto ad allontanarci.
"E come mai tu e Federica avete litigato?" Chiede mio padre, mentre posiziona il vassoio strapieno di cioccolatini all'interno del freezer. Gli ho accennato qualcosa poco fa, ma non sono entrato nei dettagli.
"Nulla di estremo in realtà, alcune incomprensioni che fanno andare in bestia ad entrambi" Rispondo molto cautamente.
"Incomprensioni di che tipo?"
"Ieri sera mi ha dato una notizia che mi ha letteralmente sconvolto" Svelo. Un brivido mi percorre immediatamente la schiena. Forse è solo paura. Paura di affrontare il futuro, paura di sbagliare o quella di non essere abbastanza per la mia famiglia. Onestamente non lo so.
"E quale sarebbe?"
Io faccio un profondo respiro, incontrando i suoi occhioni chiari che aspettano soltanto delle risposte.
"È incinta, papà. Federica è incinta"
Le sue labbra si schiudono dolcemente, riuscendo a farmi percepire quel pizzico di felicità attraversare il suo viso.
"Oh cielo!" Esulta. "E non sei contento?"
"Non molto in realtà. Non mi sento pronto del tutto, la nostra situazione è già abbastanza complicata"
"E quindi cos'hai fatto? L'hai lasciata da sola in questo momento così importante della vostra vita?" Io annuisco lentamente. È esattamente quello che ho fatto, ma che non avrei mai dovuto. "Ma sei coglione, figliolo? Per tutta la vita cos'ho cresciuto? Un uomo o un ragazzino?"
È la prima volta che mio padre mi parla con questo tono da quando sono diventato 'adulto' e la cosa mi rende visibilmente sorpreso. "Ma ti rendi conto? Quella è la tua ragazza che porta in grembo tuo figlio! Non puoi mollarla in un momento del genere. Federica, i gemellini e questo bambino sono e saranno sempre l'unica ragione della tua felicità." Bisbiglia. È così dannatamente serio. "Comportati da uomo e non farla soffrire! Giuro che potrei spezzarti le gambe proprio adesso, Riccardo. Sei mio figlio e voglio che tu dia un valore prezioso alle cose che hai e che avrai un giorno"
Forse ha ragione. No okay, devo assolutamente eliminare quel 'forse'. Ha ragione, punto.
"Non avrei voluto farla soffrire in quel modo. Ma ho solo paura" Ammetto immediatamente.
"Anche lei ha paura, ne sono certo. Ma conta su di te... tu sei l'unica cosa che ha, Riccardo"
Già, io sono l'unica cosa che ha. Anche lei è l'unica cosa che ho.
"Sono stato proprio un coglione" Ammetto per la prima volta dopo questo forte litigio con la mia donna.
"Già, un emerito coglione" Sospira dandomi pienamente ragione. "Devi assolutamente chiederle scusa. Lei aspetta solo questo" Continua.
"Lo farò" Gli dico in tutta sincerità. "Molto presto"
Il suo sguardo diventa improvvisamente fisso e severo, mentre mi fissa per qualche istante.
"'Molto presto'? Devi andare adesso, lascia tutto e vai da lei!" Sbotta lanciandomi un panno bagnato. Io lo afferro all'istante, facendo nascere sulle mie labbra una piccola risatina che si propaga all'interno del laboratorio. "Vai a chiederle scusa per la grande cazzata che hai fatto!"
"Va bene, vado da lei" Esclamo, facendo scivolare il mio grembiule via dal mio corpo. "Torno più tardi"
Lui annuisce lentamente ma prima che possa varcare la soglia della porta, la sua voce mi fa bloccare nei miei passi.
"Riccardo, ritornando al discorso della gravidanza... dovete cercare di essere prudenti" Mi dice con un tono di voce molto basso. "Tu soprattutto"
Solo adesso riesco a capire dove vuole arrivare e abbasso lo sguardo leggermente imbarazzato.
"Lo so, mi dispiace. È stato un errore, non succederà più"
"Ecco" Sospira. Dio, tutto questo è così dannatamente imbarazzante.
"Ciao papà" Sussurro facendo un profondo respiro. Lui mi lancia un'occhiata rassicurante prima di abbassare lo sguardo e continuare a lavorare.
Raggiungo la grande sala, salutando mia mamma e Maria che si trovano proprio dietro il bancone. Le lancio un veloce saluto, prima di correre verso l'uscita.
Il freddo e forte vento mi colpisce la fronte, ma ignoro tutto, cercando di pensare lucidamente. Il pensiero di un bimbo neonato mi attraversa la mente, riuscendo a cancellare gran parte della mia paura per poi trasformarla in felicità. Le parole di mio padre mi hanno fatto riflettere, cambiando del tutto il mio punto di vista.
In fondo non sarebbe poi così male allargare la famiglia ed essere circondati da pannolini, biberon, ciucci e pappette per la seconda volta. Riesco ad immaginarmi nuovamente papà, ma quel costante timore che mi attraversa ogni angolo del cuore riesce a farmi tremare l'anima. Sono stato un coglione a lasciarla da sola, alcune volte non sono cosciente di tutto ciò che faccio. Ho reagito d'istinto, non pensando neanche per un momento alle possibili conseguenze di questo gesto. Chiedere perdono alla persona che ami è la cosa più difficile che si possa fare. Ma per lei, io lo farò.
"Riccardo!" Una voce improvvisa mi fa alzare lo sguardo, puntato da diversi secondi sui diversi ciottoli appoggiati per terra.
I miei occhi si incrociano con due azzurri molto lucidi e luminosi che appartengono ad una donna dai lunghi capelli biondi. Per un istante ritorno al passato, ripercorrendo la vacanza a Parigi con Federica.Tessa.
Si tratta della ragazza che abbiamo incontrato all'aeroporto.
"Tessa, ciao!" Esclamo con un sorriso, guardando le sue labbra curvarsi all'insù. "Da quanto tempo"
"Eh già" Mormora. Si avvicina lentamente, baciandomi le guance con dolcezza. "Come stai?"
"Abbastanza bene. Tu?"
"Anche" Sospira, cacciando via alcune ciocche fastidiose dei suoi capelli. Il mio sguardo cade sul suo ventre, notando un leggero rigonfiamento che lo caratterizza. Anche lei è incinta.
"Di quanti mesi sei?" Chiedo con un sorriso.
"Cinque mesi" Mormora. Le sue iridi hanno una luce particolare, forse presentano quella estrema sfumatura di serenità. "Dio mio, sono così felice"
I bambini fanno davvero miracoli. Portano la felicità dove non è presente.
"Lo so, riesco a vederlo" Sorrido, scrollando le spalle. Lei mi sorride, accarezzando il suo pancione con le dita, proprio come faceva Federica quando era incinta dei gemelli.
"Ti va se ti offro una merenda e un caffè da qualche parte?" Chiedo dolcemente.
"Volentieri"

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Tutto quello che ho - Federica e Riccardo
FanfictionFederica Carta. Riccardo Marcuzzo. Entrambi diciannovenni. Lui ha paura di amare e di farsi amare, ma poi arriva lei... e al suo arrivo cambierà tutto.