73. I nostri bimbi

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"Preoccupata?" Mormora Riccardo, appoggiando il palmo della sua mano sulla mia coscia. Per un istante, porta lo sguardo su di me, permettendo ai suoi occhioni color ghiaccio di incrociarsi ai miei. Poi ruota il capo, fissando la strada di fronte a noi e premere la punta del piede sull'acceleratore per attraversarlo.
"Un po'... vorrei sapere se sta bene, solo questo" Ammetto alzando le spalle. Il mio corpo riceve una scossa, che riesce a far tremare ogni singolo angolo di me.
"Oggi toglieremo ogni singolo dubbio, piccola. Stai tranquilla" Mi rassicura. Io allungo un braccio verso la sua mano, prima di incrociare le nostre dita e stringere le sue, che sembrano gradire immediatamente.
Annuisco dolcemente, appoggiando la testa sul sedile per cercare di rilassarmi. I miei occhi fissano l'ambiente fuori dal finestrino, che scorre in maniera veloce senza riuscire a farmi vedere nei dettagli tutto ciò che mi circonda.
Nonostante l'estrema agitazione di entrambi, pochi minuti dopo ci ritroviamo in sala d'attesa dello studio medico. Riccardo continua a sussurrarmi di stare tranquilla e di respirare profondamente. Le sue lunghe dita disegnano delle forme irregolari sul dorso della mia mano e io mi prendo un secondo per poter guardare i suoi muscoli che si muovono in base ai leggeri e piccoli movimenti.
Istintivamente appoggio la testa sulla sua spalla, sentendo il suo profumo invadermi le narici, il cuore, i polmoni e anche l'anima. Lui mi stringe e per un attimo mi tranquillizzo, fino a quando la voce della segretaria che esclama il mio cognome, risuona in tutta la stanza. "Carta"
"Si, arrivo" Mormoro sottovoce, prima di alzarmi. Il mio ragazzo mi segue all'istante, prima che incroci velocemente le nostre mani, che si stringono con amore. Le sensazioni aumentano, fino ad arrivare su un punto ben preciso del mio corpo: la mia pancia.
Percorriamo lentamente il corridoio, analizzando ogni singolo dettaglio di quel posto. Poi, i nostri occhi si poggiano su un uomo più o meno cinquantenne, con addosso un camice bianco, che ci aspetta proprio sul ciglio della porta.
"Accomodatevi" Ci sorride, mettendoci subito a nostro agio. Noi avanziamo verso la scrivania, sentendo i suoi passi proprio dietro di noi. "Allora, Federica..." Inizia e io faccio un profondo respiro, sfregando i palmi delle mani fra di loro. "Stenditi sul lettino e solleva la maglietta"
Io annuisco dolcemente, camminando verso il lettino bianco, prima di sedermi con l'aiuto di Riccardo. Distendo le gambe, cercando di stare quanto più serena possibile.
L'uomo si avvicina, prima di sedersi proprio accanto a me. Lascia scivolare una piccola quantità di gel sulla mia pancia e poi appoggia l'aggeggio sulla mia pelle, iniziando a muoverlo dolcemente. "Dunque, negli ultimi giorni hai disturbi?" Chiede, guardando lo schermo attentamente.
"Si, ho un po' di nausea e un leggero mal di testa" Gli spiego, cercando di essere quanto più chiara possibile.
"Tutto il giorno?"
"La sera aumentano notevolmente" Lui annuisce, continuando ad esaminare attentamente il tutto. Lancio uno sguardo a Riccardo che con cura e precisione, cerca di capire qualcosa, ottenendo dei scarsi risultati. Le nostre mani sono incrociate e un po' tremanti. Ad ogni singolo movimento del ginecologo, riesco a vedere i suoi muscoli contrarsi e alla scena, sospiro. "Dottore, come sta mio figlio?"
Il suo sguardo cambia leggermente, mentre distoglie lo sguardo dallo schermo e lo posa su di me.
"Sta benissimo" Esclama con un luminoso sorriso. "Solo che..."
A quelle due semplici parole, il mio cuore si ferma per un istante. Il sangue scorre così velocemente dentro di me, tanto da farmi cedere le ginocchia.
"C-cosa?" Balbetto. I miei occhi iniziano ad inumidirsi, provocandomi una vista poco chiara.
Riccardo si avvicina, sollevando leggermente il suo corpo per cercare di avere risposte immediate e che abbiano un senso.
"Sento tre cuori battere"
Riesco a capire all'istante ciò che vuole dire, ma voglio esserne sicura prima di scoppiare a piangere come una bambina per l'intesa felicità.
"È chiaro, uno è di Federica, uno è del bambino e uno è il mio. Sta per uscire dalla mia gabbia toracica e unirsi ai loro" Sorride Riccardo, facendo ridere me e il ginecologo.
"Oh no, non intendevo dire quello. Qui dentro ci sono due bimbi"
Le mie mani prendono a tremare e una piccola lacrima riga la mia guancia, sfiorandola con dolcezza.

Oh mio Dio.

Due piccoli Marcuzzo.

"D-due bimbi?" Balbetta il mio uomo. Accarezza il mio viso, riuscendo a sfiorare dolcemente le punte dei nostri nasi.
"Si, due piccoli fagiolini in due sacche separate" Ripete con qualche dettaglio in più. All'improvviso sento le labbra del mio ragazzo catturare le mie, per poterle baciare con una dolcezza infinita. Riesco a vedere i suoi occhi inumidirsi all'istante e le nostre lacrime si mescolano, rendendo i nostri visi lucidi ma dannatamente belli e sereni.
Poi si stacca, poggiando lo sguardo verso il dottore che osserva con attenzione i nostri due piccolini.
"Volete sentire i loro battiti?" Noi sussurriamo un veloce 'si' prima che il suono dei loro cuoricini risuoni nell'ambiente.
Giuro di non aver sentito cosa più bella ed emozionante di questo. È tutto così surreale.
Io sorrido, sentendo le dita di Riko stringere le mie con amore.
Ho tutto quello che mi serve per essere felice. Tutto.
"Stanno bene?" Chiedo con un filo di voce, trovando il coraggio di parlare.
"Stanno alla grande, vi salutano!" Esclama il medico. Noi ridiamo, guardandoci negli occhi per un secondo. "Sono posizionati entrambi in maniera corretta, fra qualche giorno bisogna fare i classici esami per controllare tutti i valori" Mi spiega, passandomi un panno di carta per poter eliminare il gel dalla mia pelle.
Io annuisco e con l'aiuto di Riccardo, proprio come qualche attimo prima, riesco a sollevarmi, raggiungendo la scrivania. Lui si siede proprio accanto a me, accarezzando dolcemente la mia coscia. "Il prossimo mese vi aspetto per la seconda visita" Esclama il medico.
Mi passa la cartella, con le diverse immagini dei miei bambini e io le sfioro con le dita, sorridendo immediatamente. Sono così piccoli, così indifesi, eppure il posto dove si trovano adesso è il più sicuro di tutto il mondo. Vivono dentro di me e non potevo scegliere luogo più caldo e prezioso di questo. Al pensiero, una forte sensazione di felicità riesce a riempirmi il cuore, fino a farlo scoppiare.
A modo mio, cercherò di proteggerli sempre, nonostante i mille problemi che potrebbero fare il contrario. So che lo stesso farà Riccardo. Lo faremo insieme. Questi due pargoletti sono il frutto del nostro amore, il nostro regalo più grande, i nostri bimbi. Sono la nostra famiglia.

Awww piango!!😭
Siete contente?
Avevo preparato il trailer di questa storia, ma purtroppo non riesco ad inserirlo in nessun modo. Cercherò di farvelo vedere nei prossimi giorni.🍭
Baci💕
-Roberta😈

Tutto quello che ho - Federica e Riccardo Where stories live. Discover now