"Tesoro, scatta una foto a me e tua madre. Dobbiamo immortalare questo splendido momento".
Chiesi a Riccardo se poteva passarmi il telefono e scattai tre o quattro foto ai miei genitori, abbracciati e felici.
E sopratutto, innamorati.
Papà era stato dimesso oramai da qualche giorno e io e la mamma avevamo deciso di fargli una sorpresa e portarlo al lago in modo che lei potesse dirgli che stavano aspettando un altro bambino.
Quando mia mamma gli aveva detto, guardandolo negli occhi, testuali parole 'sono incinta', per un momento papà era rimasto immobile, gli occhi spalancati, le labbra formavano una O perfetta, poi si riprese.
"O Dio, mio Dio Francesca. Dimmi che non stai scherzando. Non scherzi vero?", era il ritratto della felicità.
"No tesoro, no. Non stavo scherzando, aspettiamo un bambino".
La sollevò e cominciò ruotare, sembrava che stessero ballando, poi si baciarono.Mi svegliai di soprassalto.
Mi sentivo come dopo aver corso una maratona, respiravo velocemente e mi batteva forte il cuore.
Per poco avevo creduto che mio padre si fosse svegliato, che stesse bene, per pochi minuti ero stata di nuovo felice e invece era stato solo un sogno.
Avevo sognato mio padre ed era stato bellissimo.Era passata un'altra settimana e lui ancora non si era risvegliato.
Aveva avuto miglioramenti ma ancora non aveva aperto gli occhi. I suoi bellissimi occhi azzurri.
Papà mi mancava, mi mancava davvero molto e probabilmente era anche per quello che lo avevo sognato.
In quei giorni ero stata molto triste anche se avevo cercato di mascherare la mia tristezza per non riversarla su mia madre, ma era stato un tentativo completamente inutile perché non solo lei se ne era accorta ed era stata ancora peggio di come già si sentiva, ma se ne era accorto anche Riccardo, il quale non mi aveva mollata un attimo ed aveva dovuto rinunciare a vedere i suoi amici e ad andare a trovare sua madre per stare con me.
La cosa che più mi faceva piacere, che più mi faceva star bene era il fatto che a lui non fosse pesato rinunciare a se stesso per me.
Mi aveva tenuto compagnia per un'intera settimana e qualche volta era riuscito a farmi ridere o addirittura divertire.
I momenti in cui non avevo pensato a mio padre erano stati pochi, ma senza di lui potevo scommettere che non ci sarebbero stati per niente.
Quel giorno però mi sentivo positiva, sentivo che sarebbe successo qualcosa di bello. Qualcosa che mi avrebbe resa felice.
Era stato il mio subconscio a farmelo capire, con quel sogno.Più tardi arrivò Riccardo a casa mia e non appena varcò la soglia di casa nostra si precipitò da mia madre senza nemmeno salutarmi. Quando andai da loro, il mio ragazzo mi disse di aspettarlo per cinque minuti in camera mia, che mi avrebbe raggiunto lui e infine chiuse la porta a vetri della cucina.
Si, cominciava proprio bene la giornata. Per fortuna doveva essere un bel giorno.
Che cosa gli era preso adesso?
Glielo avrei chiesto dopo comunque, anche perché mi aveva cacciata dalla cucina.
Mi diressi in camera mia e mi buttai sul letto.Dopo circa un quarto d'ora Riccardo entrò in camera, venne da me e mi diede un bacio sulle labbra
"Ehi", mi disse con le sue labbra sempre appoggiate alle mie.
"Prima non mi hai nemmeno salutata" replicai. "Cosa hai detto a mia madre?".
"Ti ho salutata adesso, comunque le ho chiesto il permesso per fare una cosa con te".
"Il permesso per fare cosa?" Chiesi preoccupata.
"Secondo te?".
"Non puoi averlo fatto davvero. Giusto?"
"Ma cosa hai capito? Le ho chiesto il permesso per portarti in un posto".
"O Dio menomale" gli dissi rilassata, "e dove hai intenzione di portarmi? E poi perché il permesso? Sono abbastanza grande e l'altro giorno quando mi hai portata in spiaggia non hai avuto bisogno di nessun permesso".
"Questa volta si. Piccola, stasera partiamo e ti porto tre giorni a Parigi".
Oddio. Parigi? Sul serio?
Okay, stavo sognando. Non poteva essere vero.
"Parli seriamente? Cioè, non è che mi stai prendendo in giro? Perché adesso io sono la ragazza più felice del mondo, con il fidanzato più bello e più fantastico dell'universo e se tu mi dicessi che era tutto uno scherzo mi spezzeresti il cuoricino".
Okay, sembravo pazza, ma in realtà stavo scherzando. Molto infondo.
"Grazie per i complimenti e no, non stavo scherzando. Prepara le valigie, abbiamo un aereo che ci aspetta piccola!"
'SI!', esultai mentalmente.
Immediatamente tirai fuori la valigia e cominciai a prepararla. Avevo sempre odiato fare le valigie, sopratutto all'ultimo minuto, ma per Riccardo e per Parigi si poteva fare un'eccezione.
Per la prima volta da giorni ero veramente felice, anche se per questo mi sentivo un po' in colpa.
Insomma, mio padre era su un letto di ospedale e non si svegliava, mia madre era a casa, triste, ad aspettare che si svegliasse e inoltre doveva occuparsi anche del bambino che portava in grembo.
Era giusto che fossi così felice?
Mi sembrava di essere un po' egoista e di pensare solo a me.
"Mati, che ti succede? Non sei felice di partire con me?" Chiese il mio ragazzo.
Pensava che non lo fossi? Lo ero anche troppo, era questo il problema.
"Secondo te sono egoista?"
"Per quale stupido motivo dovresti essere egoista, sei la persona più altruista che conosca e non lo dico perché ti amo, ma perché è così. Quindi adesso spiegami per quale assurdo motivo in quel cervelli ti è lampeggiato un pensiero così assurdo".
"Il fatto è che sono così felice di salire su un aereo e venire con te a Parigi che mi sento in colpa. Mio padre sta male, mia madre è triste e io vado a farmi un bel viaggetto fregandomene di tutto? Sono una figlia pessima".
"Tu sei pazza. Pensi questo di te stessa? Insomma, negli ultimi tempi hai pensato solo a tua madre e al non farla stancare, sei stata tantissimo tempo da tuo padre e a malapena ti sei ricordata di sorridere una volta e ti consideri egoista? Beh, ti sbagli e di grosso tesoro, quindi adesso cambiati, finisci quella valigia e prepara il passaporto perché tu hai bisogno di pensare un po' a te stessa. E anche a me, perché ultimamente mi hai trascurato".
Aveva ragione, lo avevo trascurato e non poco.
"Scusami, hai perfettamente ragione, ma vedrai che mi farò perdonare".
"Amore, stavo scherzando. Lo so che hai fatto del tuo meglio in queste settimane e non ti rimprovererei mai niente, credimi".
"Ti amo così tanto Riccardo".
"Ti amo anche io, piccola".

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Dimmi che vuoi stare con me. (In revisione)
RomanceMatilde e Riccardo si ritrovano in classe insieme in quarta superiore. L'anno inizia e i due già dall'inizio sembrano non riuscire a stare lontani,peccato che lei cerchi storie d'amore e lui sia il tipico bad boy con giacca di pelle e una Ducati ner...