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Jorge Pov.
Apro un occhio guardando in basso sul mio petto, il suo respiro è regolare e la sua mano stringe la mia maglietta nera all altezza de mio fianco destro. Lentamente alzo il braccio dal suo fianco e stacco la sua mano dal mio fianco.

Mi metto seduto girandomi leggermente verso di lei, mormora qualcosa di incompressibile stringendo poi le coperte. Passo le mani per tutta la faccia sospirando pesantemente, guarda cosa sono costretto a fare.

Afferro le mie scarpe da ginnastica e le indosso velocemente, indosso anche la mia felpa grigia con il cappuccio e silenziosamente a passi leggeri e lenti esco da camera mia socchiudendo la porta. Le luci sono tutte spente tranne per il piccolo albero che ha fatto Daniel, che ancora non vuole levarlo perchè ci è affezionato.

Tocco le tasche sperando che ci siano le chiavi della macchina e di casa e fortunatamente ci sono, chiudo la porta di ingresso molto lentamente e inizio a scendere le scale del palazzo.

Spero solo che Martina non si svegli notando la mia assenza. Cercherò comunque di fare più in fretta possibile.

Scendo gli ultimi scali ed esco fuori dal portone, corro verso la macchina che mi ha dato Micheal per correre ed entrandoci dentro metto subito in moto partendo verso la meta. Menomale che non è molto lontano da qui, massimo dieci minuti distante.

Più mi avvicino, più intravedo tutte le persone pronte in prima fila per assistere alla gara. Svolto a sinistra fermandomi al posto della scorsa volta, accanto alle altre auto. Mi alzo il cappuccio ed esco. Vado dritto da Micheal che come sempre è vicino alle ragazze.

"Finalmente sei arrivato." Guarda il suo orologio d'oro e poi guarda me.

"Ho avuto un inconveniente." Mormoro mettendo le mani in tasca.

Inizia a ridere e con lui anche tutte le ragazze e i suoi luridi amici. "Certo. Tra cinque minuti inizia la gara. Questa sera sarà piuttosto difficile, cerca di arrivare almeno secondo." Dice seriamente guardandomi attentamente.

"Ci sarà pure Peter." Afferma appena mi giro per tornare alla mia auto.

Volto lo sguardo verso di lui con un sopracciglio alzato. E poi me ne vado senza degnargli di una risposta.

Accanto alla mia auto trovo Marcus con uno sguardo preoccupato. "Che succede?" Gli chiedo mentre apro la portiera per entrarci dentro.

"Hai saputo che ci sarà pure.."

"Peter? Si lo so, me lo ha appena detto Micheal." Il mio tono di voce è più che tranquillo, so quello che può fare Peter. So che sa essere veramente vendicativo è perfido.

"È intenzionato a farti fuori a tutti i costi. Fai attenzione ed evitalo alla gara." Si appoggia allo sportello, annuisco chiudendo il vetro ed allineandomi alla striscia della partenza.

Guardo davanti a me. Adesso potevo restare tranquillamente nelle sue braccia, con il suo respiro leggero sul mio collo e con le nostre gambe intrecciate. Invece mi trovo qui, su un filo tra la vita e la morte. Già mi è capitato una volta di finire all ospedale, non voglio di nuovo far sentire male Martina

Volevo evitare questa situazione, non avrei mai immaginato di lasciarla sola e di sgottogliolare piano dalle sue braccia per uscire. Non ci posso ancora credere.

Non vedo l'ora di tornare da lei. Decisamente.

Mi giro verso destra notando altre tre macchine allineate come me, mentre alla mia sinistra c'è ne sono altre due. Penso che ne siamo sei o sette in tutto. Non riesco a vedere chi c'è alla guida ma poco mi interessa.

La ragazza che di solito da il via alla gara si mette davanti a noi guardando ogni auto per ispezionarle, dietro alle sbarre grige vedo Marcus appoggiato su di esse con accanto Paul che mi guardano e poi guardano l'auto accanto a me. Seguo il loro sguardo notando il finestrino aperto che rivela Peter che mi guarda sorridendo beffardo.

Il ragazzo del Bronx 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora