Capitolo 6

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Claudio provò ad accendere il cellulare, ma lo schermo continuava a rimanere nero, era completamente scarico, ma era uguale al suo, così decise di affrettarsi a tornare a casa per poterlo accendere, e capire come poterlo restituire al legittimo proprietario. Arrivato sotto casa vide tutti i suoi amici davanti al portone, la cosa non gli parve molto strana visto che anche Paolo abitava li e sicuramente lo avevano accompagnato, li salutò, ma non appena provo a infilare la chiave dalla serratura, venne prontamente bloccato dalla mano di Paolo.

“Sona, Sona, dove credi di andare?”
“A dormire?” rispose Claudio sbuffando
“Eh no caro mio, non se ne parla proprio.. ho capito dal modo in cui ti sei rilegato dal pub che stai temporeggiando, e non vuoi ricevere il mio preziosissimo aiuto.. per cui o con le buone o con le cattive.. stasera Berfis..”
“ Ma n…”

E così senza avere neanche il tempo di replicare venne caricato a forza dai suoi amici e infilato in macchina.
Claudio era furioso, era stanco, voleva riposare, voleva accendere quel telefono per cercare di restituirlo perché immaginava quanto il proprietario potesse essere in pensiero, o perlomeno fosse successo a lui lo sarebbe stato eccome, non era un tipo ansioso, ma di fronte alla perdita del suo preziosissimo telefono sarebbe impazzito.

Anche se comunque un pensiero lo colpì in pieno petto, sicuramente il telefono avrebbe avuto il pin e qualche sistema di sblocco dello schermo con impronta digitale o altro, al giorno d’oggi quale idiota avrebbe lasciato il telefono privo di sistemi di sicurezza? In quel caso sarebbe stato impossibile per lui rintracciare il proprietario, ma avrebbe messo annunci per tutta Verona, ad ogni costo doveva riportare a termine la sua missione!

Così, con l’animo non più tranquillo, ma perlomeno un pochino rassegnato fece ingresso al Berfis, sperando che la serata durasse il meno possibile.

Una volta dentro Paolo cercò in tutti i modi di farlo ubriacare, di spingerlo addosso a qualcuno, di spingergli qualcuno addosso, ma Claudio fu irremovibile quella sera, non avrebbe fatto ciò che in quel momento non desiderava soltanto per vedere il suo amico soddisfatto.
E così rimase tutta la sera seduto su un divanetto, accanto al suo amico Gianluca che fra tutti era quello più calmo, taciturno e meno in cerca di guai.

Sorseggiò lentamente il suo Moscow Mule, ripensando ancora una volta a quel telefono, quasi incuriosito da chi potesse essere il proprietario, non più solo per poter compiere una buona azione, ma anche con la speranza che questo piccolo inconveniente potesse portargli qualcosa di buono, Claudio non era una persona fatalista, la fortuna aveva sempre preferito crearsela con le sue mani, ma chissà, magari, per una volta, una novità nella sua vita...

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Ciao a tutte! Come vi abbiamo accennato nella descrizione della storia siamo in due a scriverla.. una irruenta e ansiosa come Mario...e io che non assomiglio per niente a cla (anche se vorrei 😂) ma va bene uguale..Non siamo delle scrittrici ed è la prima volta che vi cimentiamo in qualcosa del genere...ci siamo conosciute grazie a loro e siamo diventate amiche e parlando sempre di loro è venuta fuori questa storia e così abbiamo deciso di condividerla con voi. Speriamo che vi piaccia, volevamo ringraziare chi ci sta leggendo e chi commenta. I vostri commenti ci fanno piacere, da lì capiamo se siete disagiate come noi 😂😂😂....e quando sopraggiunge l'ansia a fine capitolo..  stand bye  sempre positive e fidatevi di noi!

Un telefono per dueWhere stories live. Discover now