Stava finendo un'altra giornata, in genere durante la settimana non usciva, preferiva tornare a casa e riposarsi, cosi da ricaricarsi per la giornata successiva, sempre piena di impegni, e sempre intensa, per tutta la passione con cui trascorreva le sue ore lavorative al bar, amava tornare a casa la sera, farsi una doccia caldissima, rilassarsi e sciogliere i muscoli, cenare con qualcosa di leggero, e perdersi disteso nel divano in preda ai suoi mille pensieri, cose da acquistare per il bar, qualche novità che avrebbe voluto introdurre, di cui amava discutere con i suoi fidati collaboratori, nuovi scherzi da poter fare ai suoi amici, regali con cui sorprendere sua madre, che colore sarebbero stati gli chi che lo avrebbero fatto impazzire, se mai li avesse incontrati. Ma oggi proprio non ce l'aveva fatta a tornare a casa, i suoi amici avevano insistito tanto, dicendogli che dovevano vedersi per una cosa urgentissima e importantissima, così adesso si trovava con loro in un pub in attesa di scoprire cosa fosse questa cosa assolutamente non rimandabile al fine settimana, fu Paolo il primo a prendere la parola, dicendogli che nelle ultime settimane non si era più portato nessuno nei bagni del locale quando andavano a ballare e questo per tutti loro era un chiaro indice di qualcosa che non andava, ed erano quindi pronti ad aiutarlo a risolvere i suoi problemi, e prima opzione fra tutte quelle era una festa privata da organizzare all'urban, il suo bar, in cui avrebbero invitato esclusivamente una lunga selezione di ragazzi gay di Verona e dintorni, e fiumi di alcool, in maniera tale che Claudio in tutto questo ben di Dio si trovasse costretto ad approfittarne in qualche modo, Claudio a quella proposta un po' rise e un po' inorridì, rendendosi conto che Paolo era seriamente intenzionato a mettere in atto il suo piano, ma lui aveva sempre evitato di utilizzare il suo locale per eventi del genere, sapendo benissimo che a causa dell'alcool avrebbe persola testa e non voleva rischiare di dare spettacolo davanti ai suoi clienti, in realtà in quel periodo lui non si sentiva particolarmente diverso dal solito, era un pochino più riflessivo, forse effettivamente non aveva più quella voglia matta di passare parte della serata chiuso nel bagno di un locale, ma perché un tarlo a cui non stava ancora dando ascolto si stava insinuando nella sua mente e gli ripeteva che non sarebbe stato quello il modo per abbattere le sue paure, forse l'unica soluzione sensata era di provare a viverle davvero quelle emozioni, rischiare, buttarsi, così liquidò gli amici, senza far parola con loro dei pensieri che gli stavano iniziando a passare per la testa, e cercando di essere credibile sul fatto che avrebbe riflettuto sull'assurdità di quella festa.
Aveva voglia di riflettere quella sera, così, allungò un pochino il tragitto pertornare a casa, d'altronde stava appena iniziando l'autunno e il clima era ancora abbastanza mite, passò da piazza Bra, guardare l'Arena durante la notte gli infondeva sempre un senso di serenità, si sedette in una panchina e rimase un bel po' di tempo, seduto, a contemplare la luna, e l'arena, domandandosi se quel piccolo pensiero che ogni tanto si insinuava nella sua mente fosse solo dovuto alla sua paura che prendeva più piede, oppure sarebbe potuto essere la chiave che avrebbe dato una svolta alla sua vita, quando decise di andare via, si rese conto che il riflesso della luna creava uno strano effetto proprio sotto la panchina su cui era seduto, come quando la luce incontra uno specchio o un vetro, incuriosito, si avvicinò per guardare meglio, e adagiato sul suolo trovò uncellulare...

ANDA SEDANG MEMBACA
Un telefono per due
Fiksyen PeminatDue cuori...Un telefono...Un solo destino.... Ciao a tutti, siamo ileniuccia89 e @anniek31 , ci siamo unite per scrivere questa ff , è la prima volta che scriviamo e speriamo vi piaccia.