29. Mettere in chiaro

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La mattina seguente mi svegliai verso le 10, era lunedì e non dovevo andare al lavoro, appena aprii gli occhi vidi Mauro davanti a me con un sorriso meraviglioso sul viso "Buongiorno piccola" disse appoggiando le sue labbra sulle mie, "Buongiorno" sorrisi.

Notai che indossavo solamente gli slip e il reggiseno e automaticamente mi ricordai quello che era successo la notte prima, sorrisi imbarazzata, avevamo fatto l'amore. "Hai freddo?" chiese Mauro, avevo la pelle d'oca, stavo solo ricordando quello che avevamo fatto ma mi imbarazzava dirlo, quindi mentii dicendogli che avevo freddo e mi strinse forte a lui.

Dopo un po scendemmo in cucina per fare colazione, mi aveva dato la sua maglietta che praticamente mi faceva da vestito considerando che ero bassina in confronto a lui, sentivo il suo profumo entrare nelle mie narici, era una sensazione bellissima.

Mi ordinò di sedermi a tavola perché ci avrebbe pensato lui a cucinare le frittelle, optai per fare almeno il caffè, ma niente "Oggi ti servo io" disse imitando un maggiordomo, scoppiai a ridere. Dopo pochi minuti portò i due piatti con le frittelle sul tavolo, rimasi a bocca aperta appena guardai dentro al piatto, aveva usato lo spray al cioccolato per scrivere "TI AMO" sulle frittelle, sorrisi e lo abbracciai, baciandolo.

Finimmo di mangiare e posai i piatti nella lavastoviglie, "Che ne dici se andiamo a mangiare fuori?" chiesi, annuì, andammo in camera e iniziammo a prepararci, "Vado in bagno" disse portandosi il telefono dietro, non capivo ma feci spallucce e presi i vestiti dall'armadio mettendoli sul letto, misi in carica il telefono e mi incamminai verso il bagno.

"Vediamoci da qualche parte, l'altra sera eri completamente ubriaca e forse non ti è entrato in testa la cosa che ora sono felicemente fidanzato" sentii Mauro da dietro la porta, mi avvicinai per sentire di più "Ok, a domani, ciao" disse freddamente, feci per bussare ma all'improvviso aprì la porta, sgranò gli occhi "Da quanto sei qui?" chiese agitato, non sapevo se dirgli una bugia o la verità, mentii dicendogli che ero appena arrivata, annuì, "Domani devo uscire con Nicole, comunque.." disse tranquillamente, "La tua ex?" annuì, "Se vuoi non ci esco, solo che gli devo mettere in chiaro un paio di cose" disse avvicinandosi a me, "Tranquillo, so cosa vuoi dire, dovrò farlo anche io con Emanuele prima o poi" dissi, sorridemmo entrambi ed entrai in bagno.

Mi specchiai e sorrisi istintivamente, ero contenta che me l'avesse detto, non c'erano più bugie tra di noi, ci dicevamo ogni cosa e questo mi tranquillizzava anche se comunque avevo paura di quella bionda tinta, mi fidavo di Mauro, ma di lei proprio no.

Tornai in camera e notai che Mauro era già tutto vestito, appena mi vide sorrise e non potei non fare lo stesso, adoravo il suo sorriso specialmente quando gli spuntavano le fossette, "Amore quando torniamo a casa prenotiamo il volo per Londra ok?" disse, annuii, non vedevo l'ora di andare a vedere i miei idoli in concerto e di andare a Londra a trovare mia nonna.

Indossai i jeans neri e il maglione bianco con un paio di stivaletti neri, iniziai a truccarmi quando ad un certo punto squillò il mio telefono "Pronto?" risposi senza guardare chi era, "Reb.." sgranai gli occhi appena riconobbi la voce, era Emanuele, che voleva ora? "Senti Reb, ci possiamo vedere?" chiese, "No, ho da fare" risposi fredda, "Ti prego, ho bisogno di parlarti, non oggi, ma se mi dai la possibilità di spiegarti il mio comportamento di quella sera, uno di questi giorni, ne sarei felice" disse, ci riflettei un attimo e decisi di accettare, doveva arrivare il momento di mettere in chiaro le cose anche con lui, "Ci vediamo mercoledì" disse, "Ok, ciao" dissi attaccando.

Finii di truccarmi e scesi giù in salone da Mauro, mi sedetti accanto a lui "Mi ha chiamata Emanuele" dissi torturandomi le pellicine delle dita,non sapevo come avrebbe reagito, si irrigidì "Ah e.. che cosa voleva?" chiese, "Vuole vedermi per spiegarmi il suo comportamento dell'altra sera ed è anche un'occasione per dirgli finalmente di noi due" dissi, annuì e mi prese la mano intrecciandola con la sua, "Non ho niente di cui preoccuparmi, mi fido di te" sorrise, "Anche io, solo che non mi fido di lei" dissi a mia volta, "Io sono tuo e tu sei mia, nessuno si metterà tra noi, tantomeno i nostri ex" mi strinse a lui, annuii e gli diedi un bacio sulle labbra.

***

"Dove andiamo?" chiesi curiosa non riconoscendo la strada che stava facendo Mauro, "In un posto che a parere mio è bellissimo" disse mettendomi una mano sulla coscia, sorrisi, "Almeno dimmi quanto manca" lo supplicai, "10 minuti piccola" prese la mia mano e le diede un bacio.

"WOW!" esclamai restando a bocca aperta, Mauro mi cinse i fianchi, "Te l'avevo detto che era bellissimo" disse lasciandomi un piccolo bacio sul collo, "È.. è davvero fantastico qui, come fai a conoscerlo?" chiesi, "Mi ci hanno portato i miei quando ero più piccolo" sorrise ed annuii. Era davvero bellissimo, una specie di baita invernale in mezzo al verde, era tutto in legno ed era meraviglioso. Appena entrammo venimmo accolti da un'anziana signora "Marco che piacere rivederti" disse, "Greta, mi chiamo Mauro" disse a sua volta lui, "Scusami tesoro è l'età" disse la signora, "E questa bella ragazza chi è?" chiese sorridendomi, Mauro mi prese la mano intrecciandola alla sua "È la mia splendida fidanzata" sorrise e mi lasciò un tenero bacio sui capelli, sorrisi a mia volta, "Rebecca, piacere" allungai la mano libera verso quella della signora, la quale la strinse "Piacere mio Rebecca" sorrise e ci portò al nostro tavolo.

"Posso sapere quando hai prenotato?" chiesi a Mauro sorridendo, "Stamattina quando ero in bagno, prima che mi chiamasse Nicole" spiegò lui, annuii e misi la mia mano sul tavolo e dopo due secondi Mauro la intrecciò con la sua stringendola dolcemente.

Ci portarono l'antipasto, il primo e il secondo nel giro di un'ora, era tutto così buono, restammo per un altro quarto d'ora lì dentro, ci mettemmo nella veranda dopo aver pagato per fumare una sigaretta e poi andammo a salutare l'anziana signora, le promisi che saremmo tornati preso e lei sorrise.

Ci avviammo verso la macchina prendendoci per mano e giocando come due bambini, mi prese in braccio e mi portò fino alla sua auto, poggiandomi delicatamente sul sedile del passeggero, si misi in machina, partì per andare verso casa e mi strinse la mano per tutto il tragitto.

SPAZIO AUTRICE
Buongiorno a tutte! Ecco il capitolo, spero vi piaccia anche se a me non convince molto, il prossimo sarà più bello, lo prometto. Grazie per i voti e le visualizzazioni, davvero grazie mille! Se volete scrivermi su Twitter sono @paradviseharry :)
A presto❄️✨

Uno splendido disastro.Where stories live. Discover now