Capitolo 20

628 36 1
                                    

Il resto del pomeriggio sono stati completamente ed eccessivamente accudita da Justin e mio fratello. Inutile stare a spiegare la preoccupazione da parte di entrambi, mio fratello sembrava una trottola: girava per tutta la casa in cerca di eventuali medicinali da potermi dare ma non c'era niente che potesse fare al caso mio. Justin si è gentilmente offerto di preparami un pranzo perché, secondo lui, non potevo rimanere a stomaco vuoto dopo tutto quello che mi era successo.
Di mangiare non avevo voglia perciò ho torturato quel povero panino fino a lasciarlo abbandonato a se stesso sul piatto.
La mia crisi di pianto si è conclusa con l'arrivo di entrambi e adesso che il buio della sera sta iniziando ad imbrunire la casa un'ondata di sonno s'impossessa di me. Ho bisogno di chiudere gli occhi e di smettere di pensare, voglio soltanto sparire in un sonno profondo e sperare di svegliarmi e stare un po' meglio di così, anche se credo non sarà affatto facile.

<<Grazie di tutto, ragazzi>> Sorrido ai due che sono intenti a guardare un film sulla vecchia tv del salotto. <<Credo che adesso andrò di sopra a dormire>> Indico le scale.

<<Vuoi che ti accompagni?>> Domanda mio fratello distogliendo lo sguardo dallo schermo.

<<Credo di ricordarmi dove si trova la camera>> Scherzo.

<<Dovresti fare ancora un po' di ghiaccio sul labbro>> Mi consiglia Justin.
<<Altrimenti si gonfia>>

<<Sto bene, davvero.>> Fingo un sorriso.
<<Buonanotte>>

Saluto entrambi e raggiungo camera di Jack e, una volta richiusa la porta alle mie spalle, il mio pensiero si dirige nuovamente verso quel ragazzo. Oggi ho provato così tanto odio verso di lui che se ne avessi avuto le forze lo avrei picchiato e non riesco a capacitarnemente, non ho mai dato così tanta importanza a Jack da permettermi di avere delle reazioni così impulsive. Liquido tutti questi pensieri dando la colpa all'adrenalina post aggressione e mi getto sul letto abbandonandomi ad un sonno profondo.

Sento delle voci provenire dal piano inferiore, da quando sono a Sound Valley ho imparato ad avere il sonno leggero, spalanco gli occhi preoccupati e attivo lo schermo del mio cellulare per controllare l'ora esatta: 3:38 del mattino.
Chi può essere a quest'ora?
Indosso una felpa e raccolgo i miei capelli in una coda decisamente poco ordinata, mi guardo intorno per cercare qualcosa che si possa avvicinare ad un'arma di difesa e l'unica cosa che riesco a recuperare è la pistola da paintball di Jack.

<<Va bene, sembra vera>> Sussurro tra me e me.

Scendo le scale di soppiatto, cercando di essere il meno rumorosa possibile, dopo quello che mi è successo oggi ogni gradino che calpesto è una fitta al cuore; a questo punto posso aspettarmi di trovare chiunque al piano di sotto. Soltanto quando scendo l'ultimo mi rendo conto che non c'è nessuno, ad illuminare quel poco che basta per vedere dove si cammina è un fascio di luce che proviene dalla finestra di sala.

<<Lasciatela stare!>> Sbiascica qualcuno sul divano.

Mi avvicino e mi rendo conto che si tratta di Jack, sta dormendo e continua ad agitarsi nel sonno.

<<No, mamma!>> Grida d'improvviso facendomi riscuotere.

<<Jack>> Sussurro cercando di richiamarlo.
Scalcia e corruga la fronte. <<Mamma, non mi lasciare!>> Mugugna di nuovo.

<<Ehi, Jack>> Mi avvicino poggiando delicamente la mano sulla sua spalla.

La poca luce che filtra dalla finestra mi permette di decifrare alla meno peggio la sua espressione corrucciata, la fronte madida di sudore e il modo in cui continua ad agitarsi nel sonno.

Sound ValleyWhere stories live. Discover now