Capitolo 13

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Giovedì 24 settembre,due settimane dopo.

Prendo il cono e ci butto sopra il gelato, "ecco a lei" dico a Veronica,la proprietaria dell'edicola qua vicino.
Lei mi ringrazia e senza alzare lo sguardo torna alla lettura del libro.
"Nemmeno mi guarda." Sbruffo una volta tornata al bancone.
"È fatta così,lasciala perdere." Mi risponde Jack lavandosi le mani.

Mi guardo intorno,è un orario di lavoro e per fortuna c'è poca gente seduta ai tavoli. Decido così di sedermi e provare di nuovo a chiamarlo,come faccio ormai ogni giorno. È proprio vero che la gente può cambiarti l'umore come niente,sembra ormai diventata una moda,però da lui non me lo sarei mai aspettata. Sinceramente sono stufa.
Perché cazzo,sono due settimane.
Sono due settimane che lo aspetto.
E non è nessuno per essere atteso così tanto,Alessia...non tornerà,fattene una ragione,è un cretino. Mia mamma aveva ragione...ti portano a letto e poi scappano.

"Dai Alè,basta..." oh amico mio,non lo faccio apposta,mi viene naturale prendere il telefono e chiamarlo.
"Ti fai del male da sola così."
"Non riesco a darmi pace."
"Non hai fatto niente,è lui qua il problema."
"E se non lo rivedrò più?"
"Come si fa a non tornare da una ragazza bella come te."
Abbasso lo sguardo e inizio a giocherellare con le mani,mi viene da piangere,mi sento sbagliata.
"Me lo diceva pure lui..."
"Cosa?"
"Che ero bella."
"Non ero,lo sei,Alessia"
Mi posa una mano sulla spalla,accarezzandomi la schiena.
"Si però lui ora non c'è,questa è la differenza."
Mi alzo di scatto dalla sedia e infilo il cellulare in tasca,non ne voglio più sapere di tutto questo schifo.
"Jack,posso andarmene a casa?"
"Vai." Mi sorride e io mi dirigo direttamente in sgabuzzino per prendere le mie cose.
Non devo guardare per terra,non devo sbattere le palpebre,non voglio piangere...non voglio piangere.

MATTIA'S POV

Abbasso la maniglia piano piano,cazzo mi sono dimenticato del campanello sopra la porta...merda.
Entro velocemente senza dare nell'occhio,c'è poca gente e Alessia non c'è,perfetto.
"Ehi,Jack!" Bisbiglio togliendomi gli occhiali e il cappello,sto rischiando troppo. Mi avvicino al bancone dove lui sta lavorando tranquillamente,non mi ha sentito.
"Jack!" Urlo più forte.
Lui si spaventa e poi si gira verso di me,fa una faccia strana cercando di mettere bene a fuoco la situazione,poi capisce tutto e sgrana gli occhi.
Vorrebbe fare qualcosa ma non capisco cosa.
"Stai cercando Alessia? È qui,è qui,aspetta che te la chiamo." Adesso sembra felice.
"No assolutamente! Aspetta,non urlare", sussurro prendendogli la mano per fermarlo,"non dirle niente,stai zitto."
Lui si ferma e mi guarda male,poi sospira e aggiunge: "non fare cazzate Briga,non farla soffrire ancora."
"Voglio solo sapere come sta."
"Perché non vai a chiederlo a lei? Basta tutto questo mi sembra una sciocchezza,vado a chiamarla."
Lo blocco di nuovo,sta durando troppo questa conversazione,non devo vederla,non oggi,non così.
"Ti prego non fare niente,fallo per il suo bene,fidati...è meglio così Jack."
"Ma è meglio cosa? Sta di merda Briga,le hai spezzato il cuore."
Chiudo gli occhi e trattengo la voglia che ho di correre da lei subito.
"Che dice?"
"Le manchi,giustamente."
"Però?"
"Però sei un cretino,così dice."
Non so che fare,forse è meglio se me ne vado e basta.
"Jack,non dirle che sono passato. Fidati è meglio così,volevo solo sapere come stava." Lui non risponde e mi guarda solamente,schifato. Lo capisco,mi faccio schifo pure io.
Faccio per andarmene ma una voce fredda ma intensa mi ferma,la sua.
"Mattia." Dice.
Mi volto e la vedo,dopo due settimane,è in piedi accanto al bancone ed è bella...è bella pure oggi. Il cuore mi sta scoppiando,non può essere così straordinariamente straordinaria.

ALESSIA'S POV

Inizio a tremare,guardo Jack e poi guardo di nuovo lui,nonostante tutto l'odio che provo vorrei saltargli addosso. Mi porto una mano al viso,iniziando a piangere...non devo fare scenate qua,non a lavoro.
Lo guardo di nuovo,sentendo le lacrime calde scendere lentamente,vorrei sorridere ma davvero...non ci riesco.
Cerco di ricompormi,cercando un fazzoletto in borsa,ma tremo troppo.
Non ci riesco. Sono nel panico.
Butto la borsa per terra disperata e corro in sgabuzzino,di nuovo.
"Alessia!!" Lo sento urlare e correre verso di me.
"Vattene." Mi spinge contro il muro,facendo cadere un barattolo di qualcosa. Se ne frega e mi prende il viso fra le mani. Oh mamma,i suoi occhi.
Mi asciuga le lacrime e mi sfiora il labbro,io continuo a tremare.
"Calmati."
La sua voce,il suo sguardo,la sua bocca...mi riporta tutto a quella notte e magicamente sento una fitta allo stomaco.
"Sei uno stronzo." Sussurro singhiozzando.
"Lo so."
Lo prendo per il colletto della camicia e gli butto le braccia al collo,mi è mancato troppo,dovevo abbracciarlo.

"Dimmi perché tutto questo." Chiedo una volta staccata da lui.
"Ale,ti chiedo scusa."
"Pensi sia così facile per me? Ma sei cretino o cosa Mattia?!" Il mio tono inizia a scaldarsi e a prendere forma,non piango più per fortuna.
"Se sai che ci rimango male! Perché lo fai?!" Urlo,spingendolo via. Cade un altro barattolo,lui mi prende subito per il polso e riavvicina i nostri corpi.
"Alè calma,possiamo parlare da persone normali?"
"Non c'è più tempo Mattia."
Cerco di muovermi e andarmene ma le sue grandi braccia mi tengono ferma con le spalle al muro. Lui non risponde e abbassa la testa soltanto,"io vorrei solo spiegarti",sussurra.
"Ho sempre accettato il tuo carattere,ma adesso basta,non puoi fare sempre di testa tua."
Alza di nuovo la testa,guardandomi dritto negli occhi.
"Cos'è che avrei fatto di testa mia,eh?" Sento una stretta al polso più forte.
"Te ne sei andato,sei sparito,te ne sei fregato di me." Deglutisco senza distogliere lo sguardo da lui,poi aggiungo: "sei la persona più egoista che io abbia mai visto Briga."
"Se è questo che pensi...allora non hai capito un cazzo di me." Alleggerisce la presa e poi si stacca,e io torno finalmente a respirare.
"Ti ho capito fin troppo invece."
"Quindi ti stai pentendo."
"Di cosa?"
"Di avermi conosciuto."
Rimango in silenzio,non lo so nemmeno io.
"Non ho detto questo Mattia." Le nostri voci sembrano tornare normali,pure il suo respiro pesante si sta calmando.
"Rispondimi."
"No,non mi pentirò mai di averti conosciuto,quel giorno in treno,mai."
"Va bene..."
"Solo va bene sai dire?"
"Cosa vuoi che ti dica?"
"Prova a metterti nei miei panni."
"Prova a metterti tu nei miei panni."
Sento il telefono del bar squillare,Jack inizia a parlare e si sente solo lui,poi mi chiama. "Devo andare."
"Non ora." Mi dice sfiorandomi il corpo con la mano,si allontana verso la porta e la chiude,fregandosene del povero Jack. Io non rispondo,non mi va di rialzare la voce. Lo lascio fare.
"Non sopporto i rumori."
"Non è un rumore,è il mio migliore amico."
"Beh,allora non sopporto la gente che prova a portarti via da me." Ribatte lasciandomi completamente spiazzata.
"Matti,finiamo questa cosa al più presto e andiamo a casa,per favore."
Lui si riavvicina ancora a me e mi sposta i capelli dietro la schiena,dopodiché mi bacia la guancia e io ora,davvero,non so più che fare.
"Scusa." Mi sussurra all'orecchio,tenendo la testa ancora inclinata,sento il suo respiro scaldarmi dalla spalla al collo. Qualche volta le sue labbra mi sfiorano per sbaglio e io perdo dieci battiti ogni volta.
"Voglio sapere perché." Rispondo con voce rotta,toccandogli la barba con un dito.
"Quella notte," bisbiglia,facendomi tremare al suono della sua voce,"è stato fantastico anche per me,Ale."
"E allora..."
"Non volevo farti soffrire",non mi fa finire la frase e subito rialza la testa dal mio collo,"ecco perché sono sparito."
"Perché avresti dovuto farmi soffrire? Io stavo bene il giorno dopo,nonostante tu non ci fossi." Sento il cuore battermi all'impazzata,è la prima volta che parliamo di questa cosa.

Mi ricompongo tenendo le mani attaccate al muro,non devo toccarlo.
"Lo so...ma appena mi sono svegliato la mattina seguente e ti ho ritrovata abbracciata a me,ho pensato subito che tutto quello fosse sbagliato,che non appena ti saresti svegliata sarebbe cambiato tutto."
"Mi stai dicendo che sei scappato per questo?"
"Eravamo ubriachi quella notte Ale,lo sai benissimo pure tu. È stata una cazzata,una cazzata che prima o poi succede tra amici."
Non può dirmi queste cose,no.
"Io sono stato bene,fidati,davvero. Però non mi sento pronto a intraprendere una relazione dopo Ludovica,è troppo presto,capiscimi. Ci conosciamo da appena due mesi."
"Ma per me sono tanti."
"Lo so Alessia,ma non voglio farti del male." Le sue mani diventano rigide e lui di ghiaccio.
"Matti,sono stata bene anch'io comunque." Sorrido sospirando. Lui ricambia subito,è bello mamma mia.
"Posso sapere una cosa?"
"Cosa?"
"Provi qualcosa per me?"
Divento improvvisamente seria,posso mentire? O devo mentire?
"Ehm,no Briga. No...perché tu?"

Si porta una mano dietro il collo e non risponde,fa segno di no con la testa e poi mi sorride di nuovo.

Credo in te,Mattia Briga.Where stories live. Discover now