Epilogo- Un finale perfetto...

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Apro gli occhi assonnata.

Ci metto qualche secondo a mettere a fuoco le pareti della mia camera e il suono della sveglia che pian piano dissolve gli ultimi frammenti di un sogno ormai lontano.

La sveglia continua insistentemente a suonare e, anche se non avrei la minima voglia di alzarmi, so che devo farlo. Così, finalmente, dopo minuti passati a rimuginare sull'inutilità delle sveglie, metto da parte la mia infinita pigrizia e decido di scalciare via le coperte e alzarmi; subito i brividi dovuto ad un leggero venticello coprono le mie gambe scoperte dal pigiama. Mi reco velocemente in bagno per farmi una bella doccia rilassante. Mentre sento l'acqua tiepida scorrere sul mio corpo, sorrido ripensando al mio ultimo compleanno, passato da poco, il quale, nonostante qualche piccolo intoppo, è trascorso meravigliosamente in compagnia dei miei migliori amici. Quando realizzo di essermi nuovamente persa nei miei pensieri come al mio solito, esco dalla doccia avvolgendomi nel mio accappatoio e torno in camera per vestirmi che è già passata più di mezz'ora da quando mi sono alzata.

Proprio mentre sto per scendere le scale per andare a fare colazione, inizia a squillare il mio telefono, così torno indietro di corsa e lo prendo prima che possa svegliare il resto della mia famiglia, facendomi così guadagnare numerosi rimproveri; guardando sullo schermo e leggendo il nome della mia migliore amica, un sorriso nasce spontaneo sul mio viso e chiacchiero a lungo con lei, raccontandole anche dello straordinario sogno appena concluso, mi sembrava così reale, così... magico.

Chiudo dopo un bel po' la chiamata e prendo una gonna a tubino nero e una camicetta bianca semplice e mentre la sto abbottonando sento due braccia cingermi da dietro e tirarmi verso il nostro letto. Mi rigiro sorridente tra le sue braccia e punto il mio sguardo nel suo smeraldino "buongiorno amore" mi sussurra con la voce ancora roca e assonnata "buongiorno" rispondo guardando dolcemente mio marito, sorridendo quando sbadiglia sonoramente come un bambino. Mio marito... mamma mia mi fa ancora strano pensare a lui in questo modo, nonostante siano passati ormai molti anni; e a pensare a come abbiamo iniziato ad Hogwarts, con costanti insulti e frecciatine, mi viene da ridere. "Posso sapere cosa la diverte tanto, signora Potter?" "pensavo a noi, signor Potter. Al nostro primo incontro e a come è cambiato il nostro rapporto dai primi giorni ad oggi" "te lo ricordi eh? Sempre a punzecchiarci e ad insultarci". La nostra romantica passeggiata nel viale dei ricordi viene interrotta da una piccola peste di cinque anni e mezzo, dai capelli neri e gli occhi azzurri, che urlando un buongiorno si butta sul nostro letto facendosi spazio a gomitate fino ad arrivare in mezzo a noi, che lo guardiamo con gli occhi che brillano di felicità e orgoglio "buongiorno anche a te campione, come mai già sveglio? Sono solo le otto del mattino" chiede Albus "ma come papà, oggi Jake e Charlotte tornano a scuola e noi dobbiamo accompagnarli!" esclama tutto felice il nostro terzogenito, un mostriciattolo tutto pepe, che non riuscirebbe a stare fermo nemmeno sotto Petrificus Totalus.

Ha i capelli neri e spettinati, perennemente in disordine, marchio distintivo dei Potter da generazioni, e i mie occhioni azzurri, che su di lui sono ancora più dolci. Invece, per quanto riguarda gli altri due figli, Charlotte, la nostra primogenita, è al quinto anno e ha i miei capelli castani e mossi e anche lei ha i miei occhi azzurri; Jake invece frequenta il terzo ed è tutto suo padre, una sorta di mini Albus, anche lui con i capelli neri sempre spettinati che puntualmente ama incasinare ancora di più e gli occhi verde smeraldo che fanno già impazzire molte ragazze... un vero rubacuori, come il padre.

Sono entrambi grifondoro, avendo preso sicuramente dai nonni, mentre Harry è "un perfetto futuro serpeverde" citando Albus... l'orgoglio per la nostra casata non è diminuito come potete ben vedere.

"Ah davvero? Non me lo ricordavo" risponde mio marito a mio figlio, ma con un sorriso malandrino che lo tradisce alla grande. Ormai svegli, anche se un po' troppo prima del previsto commenta il moro al mio fianco, andiamo a svegliare gli altri due dormiglioni di casa, per poi fare colazione tutti insieme come al solito, chiacchierando del più e del meno. Alle dieci e un quarto, dopo aver tentato di non uccidere qualcuno e aver urlato per più di venti minuti contro mio figlio per non aver ancora messo i libri e la divisa nel baule, contro Charlotte per dirle che passare quaranta minuti in bagno mi sembra esagerato, contro Harry che continuava a ripetere come una cantilena che anche lui voleva andare ad Hogwarts mentre tirava la mia gamba e contro Albus che, ovviamente, in tutto questo se la rideva alla grande (ora capisco zia Ginny e zia Fleur... e pensare che loro gestivano tutti i cugini, sante donne), finalmente carichiamo i bauli, ci infiliamo in macchina e partiamo alla volta della stazione di King's Kross.

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