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«Usciamo un po'?» mi domanda Filippo portando la mano dietro la mia schiena. Mi giro di scatto verso di lui ed annuisco, seguendolo fuori alla terrazza. Erano quasi le quattro del mattino e lui ed i suoi amici avevano fatto una nuova gara a chi reggeva di più l'alcol, ora stava veramente messo peggio di prima. Con i gomiti poggiati sulla ringhiera si reggeva la testa e portai la mano dietro alla sua schiena convinta che prima o poi avrebbe vomitato.
«Come stai? Vuoi dell'acqua?» domando cercando di strofinare le mani anche contro le sue braccia, anche se sembrava andasse a fuoco.
«Avevo solo bisogno di un po' d'aria fresca, reggo bene l'alcol.» risponde ed annuisco mentre lui continua a tenersi la testa, non voglio immaginare quanto gli giri e pesi la testa adesso. «Ci vogliamo sedere?» domanda poi indicando i cuscini per terra. Annuisco e lo mantengo mentre cammina, ma sembra quasi il contrario.
«Sai che mi chiedevo? Come conosci l'italiano?» domanda facendomi sedere per poi poggiare la testa sulle mie gambe. Portai le mani tra i suoi capelli e lui chiude gli occhi, lasciando andare un gran sospiro, così non rispondo perché sembra addormentarsi e non voglio dargli fastidio. Alzo lo sguardo per guardare il cielo e le poche luci della notte svelano quasi tutte le stelle e la luna piena. «Perché non mi rispondi? Non mi addormento.»
«Pensavo dormivi.» rispondo e lui scuote la testa, tenendo gli occhi chiusi. «Mio padre è italiano e mia madre è del Texas, si sono conosciuti a Roma davanti la fontana di Trevi.»
«Ed ora dove vivono i tuoi genitori? America o Italia?» domanda curioso ed io alzo le spalle lasciando i suoi capelli. «Perché hai smesso? Mi piaceva.»
«Mio padre vive a Torino con la sua nuova famiglia e mia madre è a Londra, con la sua nuova famiglia.» rispondo e lo sento trattenere il respiro aprendo gli occhi e puntarli su di me. «Ti avevo detto che a quindici anni ho aggiunto il nome, in realtà l'ha aggiunto mia zia perché ho deciso di lasciare casa ed andare da lei. Sono cresciuta con lei, in periferia a New York.»
«Come mai hai lasciato casa?» domanda ancora e mi resi conto solo quando lui porta la mano sulla mia guancia per asciugarmi le lacrime che le emozioni avevano preso il possesso di me.
«Non reggevo il fatto che potessero essersi creati una nuova famiglia, mi facevano sentire una figlia uscita dal niente. Ma non era colpa loro, era mia.»
«Mi dispiace per averti fatto ricordare queste cose, non volevo.» ammette riportando la mano sulla mia guancia e sta volta non c'era nessuno a guardarci quindi lo lasciai fare, chiudendo gli occhi per godermi le sue carezze. Non so precisamente quanto tempo mantenni gli occhi chiusi, ma quando li riaprii trovai i suoi occhi azzurri proprio difronte a me e non mi ero resa conto che si era spostato dalle mie gambe. A trattenere il respiro questo volta ero io, averlo così vicino non era facile, soprattutto perché era di una bellezza disarmante ed io cercavo di razionare la situazione ma perdevo di nuovo il filo del mio pensiero appena passavo gli occhi dal buio dietro di lui ai suoi occhi.
«Dobbiamo mantenere le distanze.» commento inutilmente, dato che resto immobile in quella posizione e lui sorride strofinando il naso contro il mio, per poi tornare con le labbra a pochi centimetri dalle mie.
«Allora allontanati.» commenta con un sorriso sfacciato e per un secondo ricordo come lui ha trattato la sua ex ragazza, probabilmente era questo quello che faceva con tutte, le corteggiava per un po' per portarsele a letto e poi abbandonarle e con questi pensieri mi allontanai di scatto e lo spinsi così da farlo sedere accanto a me. La situazione era abbastanza imbarazzante, ma non volevo farmi mettere i piedi in testa da lui, non sarei stata come le altre.
«Forse è meglio andare, io domani devo partire per la California.» dico recuperando subito il cellulare dalla mia tasca e resto sorpresa a scoprire che erano già le sei, avevo trascorso due ore con lui e sembravano passati solo pochi minuti.
«Vai al Coachella?» domanda mentre si sistema i capelli ed annuisco. «Diamine, sei proprio una star allora.» commenta ridendo ed io alzo le spalle.
«Pensa che mi esibisco.» aggiungo e lui spalanca gli occhi sorpreso. «Con Taki Taki. A proposito di Coachella, mi dai la giacca?» domando curiosa e lui annuisce, poi mi fa segno di non muovermi e si allontana per scattare una foto, prima di entrare nella casa e lasciarmi fuori da sola. Decido di aspettarlo e torno a guardare il cielo, ormai iniziava a vedersi i primi colori dell'alba e mi alzo, sistemando la camicia che Filippo mi aveva dato.
«Eccola.» dice tornando da me e sorrido prendendola dalle sue mani per indossarla. «Ti sta meglio a te che a me.»
«La camicia la rivuoi?» domando indicando la camicia che avevo ancora addosso e spero vivamente dica di no, volevo portarmi qualcosa di lui.
«No, tienila. Ti accompagno dalla tua amica.» dice porgendomi la mano che afferro con piacere e lo seguo in casa. Ormai tutto dormivano per terra o sopra i divani, alcuni anche sul tavolo facendomi ridere. Cercai di essere il più silenziosa possibile con i tacchi e trovai Theresa completamente spalmata addosso a Lorenzo. Appena si allontana ho giusto il tempo di salutare Filippo con la mano da lontano mentre mi trascina via.
«Domani dormiremo tutto il tempo in aereo.» dice mentre entriamo nel taxi che aveva chiamato ed annuisco. Durante il viaggio verso l'hotel controllai di nuovo Instagram e guardai i video che mi avevano fatto prima e sorrisi per i commenti che stavo ricevendo ma a sorprendermi fu la nuova notifica da parte di Filippo che mi aveva taggato in una foto.
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