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Non siate lettori silenziosi, per piacere.

Ciao a tutti!
Volevo solo avvisare che quando ho iniziato a scrivere questa storia ero molto piccola quindi ci sono errori grammaticali e tante altre cose.
Spero un giorno di riprendere per controllare e terminare la storia, in questo momento non la sento più mia.
Accetto qualsiasi tipo di critica e commento, ma non accetto chi diffonde odio o altro. È una storia, non la realtà.
Spero la mia storia vi piaccia, fatemi sapere!

105 take away.

Continuo a camminare a grandi e veloci passi verso la sede di radio 105, sentendo durante tutto il tragitto la fastidiosa voce di Theresa che mi ripete di aver fatto tardi ma di rallentare per colpa dei suoi tacchi

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Continuo a camminare a grandi e veloci passi verso la sede di radio 105, sentendo durante tutto il tragitto la fastidiosa voce di Theresa che mi ripete di aver fatto tardi ma di rallentare per colpa dei suoi tacchi. Appena apro le porte dell'ufficio mi rilasso, controllando poi di essere in anticipo di soli sei miseri minuti.

«Buongiorno!» urlo facendo girare tutti i presenti. Diletta porta la mano sul petto spaventata mentre si avvicina a me per salutarmi. «Ho portato i cornetti!» continuo posando la busta sul tavolo al centro della stanza.»

«Le ragazze educate, quelle sacrosante!» commenta Daniele lasciandomi un bacio sulla guancia. «Due anni senza di te, madre mia! Ho dovuto sopportare Diletta che vuole tutti i giorni che la passo a prendere!»

«Tu da gentiluomo dovresti venire!» commenta Diletta puntandogli il dito contro. «Tanto passi per la mia palestra, cosa ti costa?»

«Invece di correre in palestra potresti correre venendo qui, muovi il tuo culo in modo giusto!» commenta ridendo e lei gli fa il verso, come se fosse una cosa tipica di ogni giorno.

«Ce ne mancherà uno.» commenta poi Diletta mentre mangia e cerca di non sporcare il suo top ed io la guardo confusa. «Abbiamo un nuovo assistente questa settimana, Irama.» mi spiega ed io cerco di chiederle chi fosse ma non ho tempo e mi giro verso la porta.

«Mangiate senza di me?» domanda un ragazzo biondo e subito alzo gli occhi al cielo tornando a guardare il mio meraviglioso cornetto. Sembrava il solito ragazzino che si veste con milioni di collane d'oro, tatuaggi sulle mani e gli occhiali da sole che fingevano la vita da milionari e cattivi ragazzi, pronti al carcere quando in realtà piangevano se li toccava una mosca.

«La nostra ospite ha portato i cornetti!» risponde Daniele eccitato più di un bambino il giorno di Natale quando guarda il cornetto tra le sue mani.

«Ci manca il tuo cornetto, nessuno mi aveva detto di te.» ammetto girandomi verso di lui, che tra le mani stringeva il suo cellulare e le sigarette.

«Ah, non preoccuparti. Ho già mangiato in hotel.» dice sorridendo e io vorrei dirgli che non mi preoccupo affatto ma lui mi interrompe porgendomi la mano. «Piacere Filippo.»

Eden; IramaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora