Giorno 87
Infilai le ultime cose nel borsone, mi misi entrambe le mani sui fianchi e mi guardai attorno; stavo dimenticando qualcosa?
La stanza era spoglia, le ante dell'armadio aperte rivelavano ometti e scompartimenti vuoti; stavo per lasciare questa stanza di ospedale, finalmente. Non mi sembrava vero.
Attraversai la camera e aprii i cassetti del comodino per vedere se qualcosa mi era sfuggito; oh sì, camminavo anche. Perfettamente e da sola da ormai qualche settimana a questa parte; le mie gambe si erano finalmente fatte coraggio e, dopo l'incertezza iniziale di dover camminare senza alcun aiuto, avevano imparato a prendere confidenza con il peso del mio corpo ed il pavimento sotto di loro.
Era il sei di settembre e, nonostante avrebbero preferito tenermi ancora qualche giorno in più per accertarsi che tutto rimanesse stabile, avevo convinto il mio medico a dimettermi prima per poter vedere il torneo di surf a cui avrebbero partecipato Chase e Lola. Non pensavo che avrebbe veramente preso in considerazione la mia proposta, ma a quanto pare Louis sarebbe venuto a prendermi nel giro di minuti ed io sarei veramente uscita da lì.
Con lui le cose procedevano sempre bene, in modo regolare; mia madre si era un po' addolcita negli ultimi tempi e mio padre era dovuto tornate in Australia per lavoro. Non sapevo cosa ne sarebbe stato di me una volta uscita da questo ospedale - ed era questa la cosa che mi preoccupava maggiormente - ma mi ero ripromessa che sarebbe stata una cosa a cui avrei pensato domani.
Oggi, dovevo godermi la mia giornata!
–
Scesi dalla jeep e chiusi la portiera, mettendomi una mano sopra gli occhi per coprirli dal sole e poter guardare verso l'oceano senza difficoltà. Il tempo era meraviglioso e le onde sembravano perfette per il torneo; non avevano ancora cominciato, l'avrebbero fatto nel giro di minuti.
Guardai Louis e lo trovai a sorridermi soddisfatto; ricambiai il sorriso e mi tolsi velocemente i sandali per correre in spiaggia. Il contatto dei miei piedi nudi con la sabbia calda mi fece subito rilassare e sorridere spontaneamente; non riuscivo a credere che stavo tornando a vivere una vita normale, all'aria aperta.
Tornavo a vivere la mia vita.
Camminai in modo deciso verso l'oceano, con l'intenzione di raggiungere i miei amici, i quali mi davano tutti le spalle, con le tavole ai loro fianchi. A metà strada mi girai per guardare Louis, il quale mi seguiva con delle stuoie e degli asciugamani; non appena mi voltai di nuovo verso l'oceano, però, mi trovai mille occhi puntati addosso.
Rallentai in automatico mentre mi guardavo attorno; non erano i miei amici a fissarmi, ma tutte le persone che erano in spiaggia. I loro occhi erano spalancati e pieni di compassione mentre mi guardavano, accennandomi un lieve sorriso.
«Non ti fermare, continua a camminare.» mi sussurrò Louis quando mi raggiunse, camminando affianco a me.
Alzai gli occhi nei suoi e lui mi fece l'occhiolino, aumentando il passo per invogliarmi a fare lo stesso.
«Perché mi fissano tutti?» gli chiesi sottovoce, continuando a guardarmi intorno. «Sanno quello che mi è successo?»
«Direi che è stata una delle notizie più diffuse, l'anno scorso.» mi confermò, continuando a guardare davanti a sé.
Deglutii a stento ed abbassai il volto quando vidi qualcuno estrarre il cellulare dalla tasca per scattarmi alcune foto. Raggiungemmo gli altri e Lola mi saltò subito al collo, raggiante.
«Sono nella seconda batteria, Chase nella prima.» mi comunicò non appena slegò l'abbraccio, poi mi sorrise. «Sono contenta che tu sia qui a vedermi.»
«Non me lo sarei persa per nessun motivo al mondo.» le dissi, distogliendo lo sguardo dal suo per rivolgerlo alla sua tavola.
Mi inumidii le labbra e la osservai minuziosamente, sperando che potesse rievocarmi parte dei ricordi che la mia mente aveva accantonato, ma non accadde.
Tornai al presente a causa di un flash improvviso davanti alla mia faccia, e alcune persone che ripetevano il mio nome a gran voce; mi resi conto solo in quel momento di essere circondata da paparazzi e giornalisti.
«Reed, guarda di qua!»
«Ariel, come ti senti ad essere qui ma senza poter partecipare al torneo?»
«Reed, un sorriso per favore!»
Un braccio avvolse immediatamente il mio bacino, tirandomi a sé, ed io nascosi subito la faccia contro petto di Louis.
«Potete lasciarle il suo spazio, gentilmente, per favore?» chiese Louis a tutti loro nel modo più pacato possibile, ma io continuavo a sentire il rumore delle macchine fotografiche scattare foto a raffica.
«Se poteste mettervi in posa entrambi avremmo una prima pagina da urlo, domani!» sentii una donna dire, e alzai il volto per guardare Louis.
Lo trovai con le labbra strette in una linea e le sopracciglia rivolte verso il basso in un'espressione infastidita e severa allo stesso tempo.
«Ve lo sto chiedendo per favore.» insistette, cercando di mantenere la calma, ma i suoi occhi comunicavano tutt'altro. «Avete già avuto le vostre foto.»
La folla cominciò pian piano a dileguarsi, con borbottii di lamentela, e quando si furono tutti allontanati, separai la faccia dal petto di Louis per guardarlo.
«Grazie.» dissi sorridendogli.
«Figurati.» mi rispose, mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e seguendo con gli occhi quel gesto. «So perfettamente come ci si sente.»
E dicendo questo, slegò la presa stretta del suo braccio attorno alla mia vita per allontanarsi e tornare a sistemare le stuoie nella sabbia.
Chase venne ad abbracciarmi e scambiammo due parole fino a quando lo speaker non diede il via ufficialmente al torneo di surf di quest'anno: 6 settembre 2019.
Il mio sguardo fu catturato improvvisamente dalla ragazza che mi era venuta a trovare una volta in ospedale e che, dopo quel momento di screzio, non era più tornata; la presentarono come Victoria Forbs, e non appena mi vide mi sorrise spontaneamente ma si limitò ad alzarmi la mano in un cenno di saluto, piuttosto che raggiungermi.
«Volevo spendere due parole, prima di cominciare questa gara, in favore di Ariel Reed.» disse il ragazzo al microfono, ed io mi voltai in automatico verso la torretta su cui era seduto. «Ci hai fatti tutti preoccupare molto, l'anno scorso. Sono contento di rivederti. Spero di poterti rivedere anche su una di quelle tavole, l'anno prossimo. Sappiamo tutti che questo torneo non è lo stesso, senza di te.»
Alcuni cominciarono a fischiare per incitazione, la maggior parte dei presenti batté le mani, guardandomi con compassione, e il ragazzo al microfono mi sorrise ampiamente prima di girarsi e iniziare a presentare i partecipanti della prima batteria.
Io mi voltai e andai a sedermi sulla stuoia affianco a Louis, il quale mi stava fissando attentamente, ma io finsi di non accorgermene. Guardai concentrata i primi quattro partecipanti della batteria, tra cui Chase e Vicky.
«Ariel.» Louis mi chiamò ed io mi presi qualche secondo prima di voltarmi. «Tutto okay?»
«Certo.» dissi subito, rivolgendogli un sorriso tirato.