Mi sento soffocare, come se un peso enorme mi stesse schiacciando il petto.
L'argentino ha un'espressione sorpresa quando incrocia il mio sguardo, a momenti la bocca gli casca a terra.
Il mio sguardo è colmo di delusione, e spero di potergli trasmettere tutto ciò che sto provando per colpa sua.
Mi sento una stupida per aver creduto ad ogni sua parola, compreso il suo "mi manchi" di poco fa. Non è vero niente, e la colpa è mia per averci creduto.Scuoto la testa delusa mentre lo guardo e lui sembra dispiaciuto, ma a me non interessa.
Lancio un'occhiata alla ragazza accanto a lui: indubbiamente è una bellissima ragazza e non mi stupisco che a lui piaccia. Dopotutto, la colpa non è sua, non stiamo neanche insieme.
La ragazza, che ho capito chiamarsi Camila, mi sorride ampiamente e si volta verso Paulo, facendogli l'occhiolino. Dopo quest'ultimo gesto, ho solo voglia di prenderle la testa e sbattergliela ripetutamente sul tavolo.Berna si sofferma a guardarmi e io ricambio il suo sguardo, cerco di ricompormi ed abbozzo un sorriso. Il ragazzo accanto a me ha lo sguardo colmo di preoccupazione ed io sono dispiaciuta di essere sempre un peso per lui.
Prima che io possa fare qualsiasi cosa, Berna intreccia la sua mano alla mia e mi trascina verso il tavolo in cui sono seduti i due piccioncini. Al suo tocco il mio corpo si rilassa istintivamente.
"Ci penso io." mi sussurra dolcemente all'orecchio mentre camminiamo verso il numero dieci, che nel frattempo ha assunto un'espressione arrabbiata.
Per quale motivo dovrebbe essere arrabbiato? Non mi ha nemmeno chiesto scusa per la precedente lite e, nonostante ciò, io ho deciso di perdonarlo. Mi sento una stupida, non avrei dovuto lasciare che mi ferisse.
Quando arriviamo al tavolo il mio cuore sta per esplodere, ma Berna si assicura di stringere la mia mano il più forte possibile ed io mi sento un po' meglio.
"Ciao ragazzi," inizia la conversazione il mio amico. "Che fate qua?" continua, guardando fisso il ragazzo argentino, che sembra stia per tirare un pugno contro il muro.
"Ciao Fede! Quanto mi sei mancato, come stai? E lei è la tua ragazza? Mi devi raccontare tutto, mi sono persa così tanto." farfuglia la ragazza accanto a Paulo con un forte accento argentino.
Nel mio cuore prego che sia la sorella, ma non mi risulta ne abbia una. Magari è adottata?
Ma a che cazzo sto pensando. Chiaramente non è sua sorella, e non è neanche solo un'amica.
Devo smetterla di costruirmi false speranze, perché finisco col cuore spezzato tutte le volte.
Un brivido mi percorre la schiena quando sento la voce profonda dell'argentino che, finalmente, decide di intervenire."No, non è la sua ragazza." risponde con tono duro, contraendo la mascella. Tutti noi rimaniamo leggermente sorpresi per il tono che ha utilizzato, ed aggrottiamo le sopracciglia per lo stupore.
"Intendevo che è una nostra amica, è la figlia di Buffon." continua l'argentino, ora con tono totalmente indifferente.
Certamente sono solo un'amica, anzi a questo punto forse neanche quello. Probabilmente sono solo un'estranea per lui in realtà, una conoscente, solo per passare il tempo."Sul serio sei la figlia di Buffon?" mi chiede la ragazza e io faccio un cenno di assenso, non avendo per niente voglia di rivolgerle la parola. "Che c'è, il cane ti ha mangiato la lingua?"
"Si dice il gatto, il gatto ti ha mangiato la lingua, non il cane. Sai, a volte è meglio rimanere in silenzio piuttosto che sparare cazzate." replico, facendo un sorriso falso.
Rimaniamo per un attimo in un imbarazzante silenzio, ed io mi sento soddisfatta per essere riuscita ad azzittirla. Si stava prendendo troppe libertà, ma con me non funziona così. La sua bocca è leggermente spalancata, e ciò mi fa solo sorridere di più.
Sento Berna al mio fianco ridere silenziosamente e anch'io mi trattengo. Sposto lo sguardo verso Paulo e noto che mi sta osservando, da non so quanto, leccandosi le labbra."Beh, ad ogni modo, lei è Helena, lei Camila." spiega il ragazzo al mio fianco, gesticolando per presentarci.
"Mila, mi potresti accompagnare a prendere qualcosa da bere? Ho sete." continua Berna e il mio cuore batte più forte al pensiero di rimanere sola con Paulo."Uhm, certo," Camila si alza e affianca il mio amico, che lascia la mia mano e mi stampa un bacio sulla guancia. Non capisco il motivo di questo suo gesto, forse per tranquillizzarmi, o forse per far ingelosire Paulo. Ancora non mi è chiaro, ma sorrido lo stesso.
Mi siedo non appena i due si allontanano un po'. Guardo imbarazzata le mie mani, non sapendo cosa dire. Non ho voglia di urlargli in faccia davanti a tutti, quindi preferisco non parlargli proprio. So che Berna si è allontanato per lasciare che io parli con Dybala, ma ora non credo di essere nelle condizioni per poterlo fare.
Ovviamente, il ragazzo argentino non è d'accordo con me poiché sbatte il pugno sul tavolo ed io faccio un salto sulla sedia."Spiegami perché cazzo sei qui con Bernardeschi e perché vi stavate tenendo per mano prima che spacchi qualcosa." il tono della sua voce è gelido, glaciale.
Non ho il coraggio di guardarlo negli occhi, non voglio che entri di nuovo nella mia mente e me la fotta del tutto.
"Potrei chiederti la stessa cosa." replico, guardando un punto indeterminato del locale.
Al mio commento il ragazzo argentino sbuffa amaramente ed io mi mordo il labbro dal nervoso. È così irritante, stamattina sembrava andasse tutto bene ed invece non si può stare un attimo senza ansia, un attimo in pace.
"Posso uscire con chi voglio, non sei la mia ragazza." al suo commento alzo di scatto lo sguardo verso di lui. È incredibile ciò che ha appena detto, estremamente ridicolo.
"Ma guarda un po', anch'io posso uscire con chi voglio, perché l'ultima volta che ho controllato, tu non eri un cazzo nella mia vita." sputo, con tutta la cattiveria e la rabbia che ho in corpo. Non mi pento delle mie parole velenose, se le merita. Tutto ciò che dice è finalizzato a farmi del male, ed è ora che io mi difenda.
"Sei sicura? Perché l'ultima volta che ho controllato io, tu eri innamorata di me." sento il sangue gelare nelle mie vene alla sua affermazione.
"Questo non è vero." rispondo duramente. Il mio cuore si ferma per un attimo quando Paulo poggia la mano sulla mia ed intreccia le nostre dita.
"Dimmi, hai sentito lo stesso quando ti ha preso la mano lui?" il suo pollice accarezza dolcemente il dorso della mia mano ed io sono estremamente in imbarazzo. La pelle d'oca si forma su tutto il mio braccio e sento dei brividi alla schiena.
Non sono innamorata di Paulo, assolutamente no.
"Sono due cose diverse. Questo non vuol dire che io sia innamorata di te." vorrei togliere la mia mano dalla sua, ma non riesco. Il mio corpo non risponde ai miei comandi, il suo tocco ha mandato in tilt tutta la parte razionale della mia mente che era rimasta.
Paulo, però, lo fa per me. Toglie la sua mano dalla mia, e da una parte mi sento sollevata. Penso che se ne voglia andare, che finalmente mi lasci in pace, ma invece prende posto accanto a me e si avvicina pericolosamente al mio viso.
Il suo braccio mi cinge la vita, e le sue labbra premono dolcemente sulla mia guancia.
Dybala poggia poi una mano sul mio petto, in corrispondenza del mio cuore e sorride immediatamente al contatto.
Rimango completamente immobile, non riesco a fare niente."Lo vedi? Puoi mentire a me, ma non farlo a te stessa." mi sussurra all'orecchio. Sento il suo respiro per un attimo sulla mia pelle, prima che si allontani e ritorni al suo posto, quando i due fanno il loro ritorno, entrambi leggermente perplessi.
Ed ora una sola domanda mi tormenta, e la risposta mi fa tremendamente paura: sono innamorata di Paulo Dybala?

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Despacito. || Paulo Dybala
FanfictionCosa succederà quando la figlia del portiere più famoso d'Italia e della bellissima moglie Alena, si ritroverà per errore nel letto con il neo numero 10 della Juventus? # molte delle notizie contenute nella storia non sono avvenimenti reali ma tota...