14- Run

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La pioggia imperversava sulle mie guance, il freddo mi raggelava il sangue, mi feci strada tra i rami, mi graffiavano il viso, avevo un vestito che in precedenza doveva essere bellissimo.

Corsi, fino a non avere più fiato nei polmoni, ma non mi fermavo, non sapevo da cosa scappavo, avevo l'istinto di correre, fino a perdere l'uso delle gambe.

Corsi ancora per poco, inciampai su una radice esposta sopra il terreno, che ovviamente non avevo notato.

Il vestito era logoro, colmo di graffi, tagli, e sangue.

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Mi alzai, cercando di prendere più aria possibile, era come se non respirassi, accesi la luce posta accanto al mio comodino.

"Un altro incubo."

Pensai tra me e me, sembrava così reale, che quasi pensavo di sognare ancora, portai una mano alla fronte, cercando di scacciare via le immagini che avevo nella mente, il vestito, il bosco, il sangue, era tutto così reale, non avevo un incubo così dall'ultimo, che alla fine si era rivelato una specie di premonizione futura.

Dovevo rilassarmi in qualche modo, sebbene l'ora (le 3:45 di mattina) mi fiondai sotto la doccia, fredda, mi aiutava a non pensare, la facevo calda, solo quando necessitavo di un'idea, l'unica cosa che volevo fare ora, era staccarmi da tutto.

L'acqua scrosciava sulla mia calda pelle, mi feci pervadere da quella sensazione di calma, che da molto non provavo.

Mi passai una mano tra i capelli, per poi carezzare lievemente le ferite, che mi ero procurata, frequentando cattive compagnie (si, lupi mannari).

Mi sentivo rilassata, e soprattutto riposata, stavo per insaponarmi quando...

Un rumore preoccupante, provenne dalla porta, la maniglia si girava da sola, presi l'asciugamano velocemente, la maniglia girava, la chiave, che fino a poco prima, era posta all'interno della serratura cadde, producendo un rumore, a dir poco assordante, sentii la porta sbloccarsi, non riuscivo a muovermi, qualcuno voleva entrare, uscii lentamente dalla doccia, ero ancora fradicia, raggiunsi in fretta la porta, tenni la maniglia stretta, affinché non si aprisse, ma la forza era troppa...

La porta si aprii di colpo, lanciai un grido, che sentì in tutto il vicinato, un'ombra, si trovava alla fine del corridoio, era ancora lontano, portai una mano alla bocca, aveva un coltello da cucina in mano, ancora lindo, il suo viso, era contornato da uno sguardo assassino, cercai delle vie d'uscita, ma non ne trovai, lui era vicino.

In un attimo, me lo ritrovai a pochi centimetri, inclino la testa, fece un sorriso, ad dir poco macabro.

In un attimo, me lo ritrovai a pochi centimetri, inclino la testa, fece un sorriso, ad dir poco macabro

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Mi bloccò al muro, le sue mani mi impedivano la fuga.

"Io sono qui per te, dolce Nicole."

Impugno con forza il coltello, e premette la lama contro la mia esile spalla, il sangue, fece divenire rosso il mio asciugamano, pianto il coltello più in profondità, perforandomi la spalla, in quel momento, tutto fu nero, l'unica cosa che vidi, fu un ricordo sfocato.

Vampire blood|Damon SalvatoreWhere stories live. Discover now