Cinquanta

4.5K 324 94
                                    

"Ciò che non hai, non ti serve ora
Ciò che non conosci
puoi sentirlo in qualche modo
E' un bel giorno,
il cielo è a portata di mano
e tu ti senti come
se fosse un bel giorno
Non lasciarlo trascorrere"
-U2, Beautiful Day-

Ryan

Ci vogliono tre settimane perchè mio padre si riprenda abbastanza da essere dimesso. I primi di Dicembre finalmente può tornare a casa, e questo è sicuramente uno dei periodi migliori che possa vivere, quando lui è qui con me e Jordan. Quando apparecchiamo per una persona in più a tavola, quando la mattina appena svegli lo troviamo in cucina pronto a dare un sorridente buongiorno ai suoi figli, quando torniamo da scuola o da lavoro e lui ci chiede di raccontargli la nostra giornata. Guardandoci negli occhi per una volta, e non attraverso un telefono.
Nell'ultimo mese non c'è stato giorno che non sia andato a trovarlo nella sua stanza in ospedale, e già vederlo per così tanti giorni di fila è stato un sogno. Ma saperlo a casa, vivere come una famiglia, è un lusso.
Perciò si, continuo a ringraziare Dio ogni sera e mi godo questi momenti dove tutte le persone che amo sono qui. Gli amici, mio fratello, papà, Syria.
Non litighiamo più neanche tanto spesso io e lei. Ogni tanto capita, ma sono argomenti talmente futili che ci teniamo il broncio per poco. Anche perchè, lei si stanca presto di discutere -soprattutto quando le rimprovero qualcosa- e di punto in bianco scoppia a ridere, e per quanto ci provi neanche io riesco a rimanere serio davanti alla sua risata.
Devo avere un sorriso sulle labbra anche adesso, perchè papà invece di guardare la partita alla tv, osserva me con occhio curioso.
Mi sento un adolescente, probabilmente gli uomini non sorridono in questo modo pensando alla loro ragazza. Nè la pensano tutto il tempo.
" Allora, quando me la fai conoscere?" mi chiede con disinvoltura durante la pubblicità, posandomi una mano sulla gamba.
Evito di fingere di non capire a chi si riferisce.
" Ci penso da un po'. Io te la presenterei anche subito, ma.. non voglio spaventarla. Lei non è molto legata alla famiglia, dovresti vedere che tipi strani sono i suoi, e non sono sicuro sia pronta a conoscere interamente la mia. Le parlerò se vuoi. Non restarci male papà"
" Certo che no Ryan. Sai che mi fido di te, che non voglio controllarti nè niente del genere. Sono solo curioso di conoscere la ragazza che ti ha fatto perdere la testa"
" Si vede tanto?"
" Io vedo che sei felice. Ed è la cosa che un genitore desidera di più per i propri figli, perciò se questa ragazza ha contribuito ad esaudire il mio desiderio, devo ringraziarla"
Suona come una cosa strana, ma non ho il coraggio di contraddirlo.
Voglio davvero che papà conosca Syria, anche se mi chiedo cosa penserà di lei quando la vedrà, quando la conoscerà.
Non è esattamente il tipo di donna che chi mi sta intorno da anni, si immaginerebbe al mio fianco.
Resto a fare compagnia a mio padre per buona parte del pomeriggio. C'è una domanda che mi vortica in testa dal momento in cui si è risvegliato dopo l'operazione, e che quindi mi sto tenendo dentro da un bel po'.
" Ryan? Lo sai che sei un libro aperto per me? Dimmi che succede"
Sospiro, non si può nascondere proprio niente a quest'uomo, e potrebbe essere snervante se non fosse che non ho problemi a confidarmi con lui.
" Ripartirai vero?" sussurro.
Stavolta è il suo turno di sospirare. "Non ti mentirò. É molto probabile. É il mio lavoro. Ma non adesso, non per almeno due stagioni. Devo guarire completamente prima, e dovrò anche cominciare una terapia post trauma dallo psicologo se un giorno voglio tornare laggiù. É la prassi. Ma non preoccupartene ora, abbiamo un sacco di tempo da recuperare e ci è stata data l'occasione per farlo"
Mi tira in un abbraccio contro la sua spalla buona, e io quasi non ci credo che per tutto questo tempo resterà con noi.
Che non dovrò saltar su ad ogni squillo del telefono, che non avrò un macigno a pesarmi sul cuore tutto il giorno.
Non sono contento del motivo per cui è tornato -non gli avrei mai augurato una cosa del genere neppure se fosse servito a riportarlo a casa per sempre- ma ora che è qui non voglio pensare ad altro che a vivermi un po' di pace.

Syria

Niente, neanche con la sedia ci arrivo a cambiare questa maledetta lampadina del bagno.
Ci rinuncio e provo a chiamare Ryan sul cellulare, visto che è irraggiungibile esco e vado a bussare alla porta di casa sua.
Può sempre aiutarmi Jordan e...
Tutto mi aspetto meno che venga ad aprire quest'uomo.
Deduco che sia il padre, ma non ci metterei la mano sul fuoco. Cavolo se è giovane.
Oltre a quanto è affascinante, noto delle bende bianche che compaiono da sotto la camicia semi-aperta, pronte a confermarmi che è proprio di lui che si tratta.
" Ehm..." è tutto quello che mi esce di bocca.
Sul suo viso si apre un sorriso sincero. "Sei Syria vero?" mi chiede con un entusiasmo che neanche un vecchietto che ha vinto al lotto. Davvero, mi sembra eccessivo.
" Ti ho riconosciuta dai capelli"
" Si sono io" mormoro imbarazzata. Non so come comportarmi, non conosco le regole del galateo né sono un'esperta di buone maniere visto che di norma non mi importa di fare una bella impressione sugli altri.
Ma questo è il padre del mio Piccolo Re, e lui praticamente lo venera, perciò...
" David" si presenta. Stringo la sua mano e ricambio il sorriso.
" Cercavi uno dei miei figli immagino"
" Già, mi si è fulminata una lampadina e mi serviva qualcuno che fosse alto più di un metro e settanta"
Lo faccio ridere.
Be' sta andando meglio di quanto sperassi.
" Jordan si è addormentato, Ryan è uscito a fare la spesa ma tornerà fra poco. Posso mandarlo subito da te quando arriva. Oppure... ti va di aspettarlo qui? Mi farebbe piacere scambiare due chiacchiere con te"
" Perché no, certo" rispondo con una sicurezza che non ho affatto. Tutt'altro.
Io e il mio futuro suocero a parlare da soli? Non sono brava a fare conversazione con gli adulti io. Sarà un disatro.
Lo seguo fino al tavolo della cucina dove ci sediamo con due bicchieri di the freddo davanti.
" Non vedevo l'ora di conoscerti"
" Oh"
Oh? Sul serio? Il mio linguaggio è regredito al livello di un bambino di otto mesi?
" Non hai idea di cosa significhi per Ryan. Io lo vedo com'è cambiato, com'è felice adesso. É sempre stato un bravo ragazzo, e non si è mai preso niente di più di quello che la vita gli ha offerto. Si accontentava di poco. Tu sei la prima cosa bella e importante che si permette. Grazie Syria. Perchè anche se in fondo era un ragazzo contento, io aspettavo esattamente questo momento. Aspettavo che fosse felice. E fai bene anche a Jordan, perciò, ti ringrazio per essere entrata nella vita dei miei figli. Non sarò uno di quei genitori possessivi e protettivi, non ti sottoporrò a nessun test di idoneità nè nessuna cazzata del genere. Quello che stai facendo mi basta. Ti voglio già bene per questo"
Mio Dio quest'uomo è... è...
Capisco Ryan. Capisco l'amore che prova per suo padre, capisco le sue paure, capisco le belle parole che ha sempre pronte per lui. Questa è una di quelle persone più uniche che rare.
E sotto sotto me lo aspettavo, aveva cresciuto da solo due ragazzi come loro dopotutto.
" Tesoro perché piangi?"
Cavolo, una lacrima uscita da chissà dove sta attraversando la mia guancia. Cerco di elaborare in fretta una scusa, ma mi rendo conto che non voglio mentire.
" È da tanto tempo che un adulto non mi dice che mi vuole bene" ammetto.
E di sicuro non parlandomi così, non guardandomi dritto negli occhi, non dedicandomi del tempo, non come se lo pensasse veramente ma piuttosto detto di fretta, per abitudine, prima di uscire di casa. E quando ero bambina.

L'atmosfera grazie al cielo torna presto normale, gli sto raccontando della scuola quando Ryan rientra e si blocca sorpreso sulla soglia della cucina, vedendomi lì.
" Questa bella ragazza aveva bisogno di aiuto per cambiare una lampadina, ci pensi tu figliolo?"
" Certo papà" risponde, guardandolo sospettoso.
" Giuro che non sono andato io a disturbarla, vero tesoro? Comunque ci siamo fatti una bella chiacchierata. La tua ragazza mi piace"
" La cosa è reciproca" mi intrometto, mi sento già a mio agio con David.
Il sorriso felice che si allarga sul viso di Ryan non ha prezzo, viene a darmi un bacio sulla guancia e mi stringe fra le braccia. "Vuoi restare con noi per cena?"
" Si, grazie"
Quindi è questo il calore di una famiglia normale, unita, completa.
Ora che so com'è, un po' mi manca averne avuta una.

Mi Accarezzi L'Anima Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora