La figura di Atkins esce lentamente dalla stanza, venendomi incontro con espressione neutra, come se tutto l'accaduto non lo toccasse minimamente. Come se fosse un caso come tanti altri, quando, entrambi sappiamo che non è assolutamente così.
Mi chiedo come riesca ad estraniare il tutto e non farlo sembrare estremamente personale perché alla fine, come ci sono dentro io fino al collo, c'è dentro anche lui. Ovviamente i livelli nei quali siamo coinvolti sono nettamente differenti; ma ha un rapporto con quella ragazza così come ce l'ho anche io.
Il fatto che sia nato qualcosa di sentimentale fra me e Kara non ha molta importanza. Ha mentito ad entrambi. Ha mentito senza scrupoli per raggiungere il suo obbiettivo e ci è riuscita. Riuscendo anche a distruggermi come nessuno aveva fatto dopo la morte di mia sorella.
Sono due dolori estremamente differenti, ma sono quelle tipologie di dolore che ti entrano sotto pelle e ti consumano lentamente, rischiando quasi di toglierti il respiro.
"Mendes"
Inizia Atkins, una volta che mi è di fronte, sistemandosi la cravatta.L'ho visto poche volte fare questo gesto; ma con la mia esperienza posso sicuramente dire che è nervoso. Non sa come gestire la situazione e ho come l'impressione che non sappia nemmeno da che parte iniziare a raccontarmi tutto, quindi per evitargli il peso, alzo la mano destra, scuotendo la testa.
"Non serve dire nulla, ho ascoltato tutto"
Dico, parlando per la prima volta da quando siamo arrivati.Contrariamente a quello che pensavo, mi appoggia una mano sulla spalla, trascinandomi lontano dallo specchio riflettente attraverso il quale riesco ancora a vedere Juliet.
È seduta composta sulla sedia, i gomiti appoggiati sul tavolo e le mani che sostengono il mento, come una bambina che aspetta i biscotti appena sfornati della nonna. I capelli le ricadono sulle spalle morbidi e senza apparente peso e io, quasi inconsciamente, ripenso alla nostra notte insieme. Il suo corpo sul mio, le sue labbra sulle mie, le mie mani fra i suoi capelli, le sue unghie strette sui miei bicipiti, i nostri movimenti coordinati, la passione, il desiderio. Tutto ciò sembra solo un ricordo lontano.
Purtroppo è stato proprio dopo quella notte fantastica, dopo la quale come uno stupido pensavo che tutto sarebbe andato per il verso giusto, che le cose si sono complicate. Irrimediabilmente complicate.
Di scatto, come se sentisse il mio sguardo su di lei, si gira nella mia direzione, alzandosi dalla sedia ed avvicinandosi alla superficie che stavo osservando. Incapace di sostenere anche questo, decido di seguire Atkins, lasciando che mi trascini ovunque voglia, come se fossi uno stupido pupazzetto pronto ad eseguire i suoi ordini.
I suoi passi sono lenti e pesanti mentre mi cammina a fianco e non posso evitare di pensare al fatto che, probabilmente, la stanchezza sta prendendo il sopravvento su di lui.
Non intendo solo l'affaticamento dovuto alla giornata, ma anche la spossatezza causata da tutte le situazioni nuove, insidiose ed estenuanti che deve affrontare ogni singolo giorno.
"Ragazzo, mi dispiace"
Dice una volta che ci siamo allontanati abbastanza perché nessuno degli altri agenti riesca a sentire le nostre parole."Non devi dispiacerti di nulla, non è stata colpa tua"
Rispondo con una voce che non sembra nemmeno la mia.Mi sento come se qualcuno avesse appena trasformato in un robot, iniziando poi a controllare le mie parole e le mie azioni con un telecomando.
"Avrei potuto scoprire l'identità di Kara prima che..."
La frase rimane in sospeso nell'aria di proposito.I suoi occhi sono fissi su di me e io non posso fare a meno di pensare a cosa sarebbe successo se avesse concluso il caso senza bisogno del mio aiuto e del mio intervento.

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TUTTA COLPA DI SHAWN MENDES
FanfictionE anche se tutto questo mi porterá a finire prigione, correró il rischio.