XXI

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Il mio sguardo passa svariate volte su quelle che sono le uniche lettere scritte con un tratto più fitto e grosso, facendomi rendere conto che se questo non è un vero e proprio indizio io sono Superman.

Infilo velocemente il biglietto in tasca, prendendo poi il telefono e componendo il numero di Juliet.
Alla fine è stato Atkins stesso a darmelo nel caso di necessitá.

Lei risponde esattamente al quinto squillo e io non le lascio il tempo di pronunciare nemmeno una parola.

"Vieni al mio appartamento fra circa quindici minuti"
Esclamo, mentre inizio ad avviarmi verso l'uscita della mostra dopo aver recuperato le mie chiavi.

"Cosa? Perché?"
Chiede lei di rimando, facendomi sbuffare leggermente.

"Tu fallo e basta, ti spiego dopo"
Dico semplicemente, ponendo fine alla chiamata.

All'entrata della mostra, John, ora è in piedi accanto al bancone.

"Tutto bene?"
Chiedo, avvicinandomi, probabilmente spaventandolo leggermente.

Mi guarda dubbioso squadrandomi da capo a piedi prima di annuire.

"Ti ricordi che cos'è successo?"
Chiedo, sperando di poter ricavare qualche informazione in più.

"Una ragazza mi ha tirato qualcosa in testa. Penso sia stata la Dama Nera"
Esclama, portandosi due dita alle tempie, massaggiandosele.

"Penso che la tua teoria sia estremamente esatta"
Sentenzio, consegnandogli la pistola che precedentemente avevo preso prima di avviarmi verso la porta d'uscita.

"Controlla che non abbia rubato nulla e fai rapporto ad Atkins"
Dico prima di uscire definitivamente, non aspettando nemmeno la sua risposta.

Non aveva nulla con se, quindi so che non è stato rubato nulla, ma devo esserne sicuro più di quanto non sia già.

I miei passi risuonano pesanti sull'asfalto del marciapiede mentre mi affretto a raggiungere il mio appartamento, con il bigliettino in tasca e già milioni di possibilità in testa.

Una semplice parola non ci aiuterà a risolvere il caso, ma è sempre un punto di partenza.

Appena arrivo all'ingresso del mio palazzo, Juliet è appoggiata ad una parete mentre si stringe nel cappotto.

"Hai freddo?"
Le chiedo, mentre mi avvicino.

Lei, alza di scatto lo sguardo su di me e noto con piacere che ora porta gli occhiali. Sta bene con gli occhiali.

"Di certo non sto morendo di caldo"
Afferma, facendomi alzare gli occhi al cielo, per poi incitarmi ad aprire la porta del palazzo e, successivamente anche quella del mio appartamento.
Non appena siamo al suo interno, entrambi ci togliamo la giacca e la appoggiamo sul divano.

Ovviamente si è cambiata ed è quasi strano vederla in un outfit che non sia estremamente professionale ed elegante. Indossa dei semplicissimi pantaloni bianchi a fantasia nera, abbinati ad una maglia rosa chiaro e a delle All Star anch'esse bianche. Non avrei mai pensato di vederla senza tacchi.

"Sei in pigiama?"
Le chiedo guardandola con le braccia incrociate al petto e un sopracciglio alzato.

Questo look la rende stranamente dolce.

"No, sono pronta per andare a fare una sfilata di moda in abito da sera"
Ribatte lei, sedendosi in una delle sedie del tavolo della cucina.

La guardo male, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi, facendola sbuffare.

"Si, sono in pigiama"
Esclama facendo un sorriso quasi sforzato.

"Perché non hai usato le tue chiavi per entrare?"
Le chiedo mentre inizio a preparare del caffè. Servirà ad entrambi.

TUTTA COLPA DI SHAWN MENDESDonde viven las historias. Descúbrelo ahora