Capitolo 29.

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La testa di Christian è sulla mia pancia, gli accarezzo i capelli, mentre lui lascia baci leggeri sui miei fianchi. Stavamo per parlare, o litigare, e invece siamo finiti a letto. Amo quest'uomo, amo il modo in cui catapulta il mio mondo.

« È stato bello parlare con te, Miss Steele. » mi fa l'occhiolino, sfoggiando il sorriso più provocatorio di sempre. Ridacchio in risposta. È così dolce. Ha fatto di nuovo l'amore con me dolcemente, ma ha sempre paura di farmi male o che non sia pronta, per arrivare fino in fondo... Eppure mi manca così tanto sentirlo dentro di me. È questione di tempo, Ana.. Solo di tempo. Ripeto a me stessa queste parole, consapevole che presto tornerà tutto come prima.

« Christian.. » attiro la sua attenzione, e lui alza il viso sulla mia pancia, poggiandoci il mento. « Dicevo sul serio prima.. Per favore, lasciami provare. » prima che possa aprire bocca continuo, approfittando del suo silenzio « Mi sento pronta, davvero.. voglio riprendermi un po' di quell'indipendenza che avevo prima, e non lo dico perché non voglio che ti prendi cura di me o perché tu possa pensare che mi senta soffocata. Prima o poi comunque dovrò lavorare.. »

« Preferirei che fosse dopo.. » Mormora, poggiando di nuovo la testa sulla mia pancia. « Non hai bisogno di lavorare. »

« Ma io sono pronta, davvero. » ribatto, continuando ad accarezzargli i capelli. « Per favore, non mettermi i bastoni tra le ruote e cerca di capire. » lo supplico.

« Non ti metterei mai i bastoni tra le ruote, ma preferirei che prima di prendere una decisione ti consultassi con il dottore, mi farebbe sentire più sicuro. » mi bacia la pancia « Okay? »

« Va bene. » sorrido.

« E comunque.. Si, sono dannatamente arrabbiato con te. » dice. Oh, no. Mi prenderei a schiaffi per aver messo in mezzo l'argomento.

« Lo immaginavo.. » non si sposta da me, perciò penso che non finiremo per urlarci addosso. Non potrei sopportare un litigio con lui dopo ciò che abbiamo fatto poco fa. Oh, il mio Christian dolce e romantico.

« È stato fottutamente stupido da parte tua. Mi sono sentito ferito, perché non mi hai avvisato? » chiede visibilmente ferito.

« Non l'ho fatto con l'intento di ferirti, Christian.. Non pensavo che ci fosse qualcosa di male. Pensi che ti abbia incoraggiato ad andare a lavoro per uscire? »

« Si. » risponde freddo. « Io non voglio tenerti in una campana di vetro, isolata dal mondo.. Voglio solo che tu sia al sicuro. » dice con voce dolce.

« Lo so.. Ho agito senza pensare. Quando sei uscito, volevo rendermi utile.. Così ho pensato di portare le ultime cose del mio appartamento nel tuo.. Pensavo che ti avrebbe reso felice, e che saremmo tornati presto, che non ci sarebbe stato nessun problema. » confesso.

« Se ti fosse successo qualcosa.. » chiude gli occhi, scacciando quel ricordo.

« Sono qua.. » gli prendo il volto tra le mani. « Sto bene. »

« Quando ti ho vista a terra.. Quando ho visto la pistola.. » quasi balbetta.

« Già. » abbasso gli occhi. « Ma è finita, e spero che da adesso in poi vivremo più tranquilli, giusto? »

« Mi farai venire un fottuto infarto prima o poi, donna. » mi bacia.

« Oh, spero di no.. Ti voglio con me per ancora tanto tempo.. » rido.

« Solo.. Dimmelo, dimmelo se vuoi fare qualcosa.. Odio quando mi nascondi le cose. » mi prega.

« Okay, scusa.. » mormoro.

« Io ci sto provando.. Ma tu devi aiutarmi, devi venirmi in contro. » dice, spostandomi i capelli dal viso. I suoi bicipiti ai lati della mia testa.

« Si.. Te lo prometto. » gli dico, e gli accarezzò il viso. « Tu sei la mia ancora di salvezza. »

« E tu sei la mia. » sorride luminosi. Sfiora il mio naso con il suo. « Ti amo tantissimo, Ana.. »

« Oh, ti amo anche io.. Da morire. »

Ana & Christian • Once in a lifetime.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora