Capitolo 7.

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Non appena apro gli occhi un profondo senso di colpa mi attanaglia, sono così dispiaciuta per aver lasciato Ana da sola stanotte, avrei voluto dormire con lei, stringerla, respirare il suo profumo.. Ma non volevo affrettare le cose. Mi allungo verso il comodino e prendo il mio telefono, controllo i messaggi, Ana starà ancora dormendo.. Così le scrivo io.

« Buongiorno Ana. Scusami se ieri ti ho lasciata da sola, ma temevo di affrettare troppo le cose restando con te, nonostante lo volessi da morire. Mi manchi. A più tardi. »

Invio. Dopo di che, mi alzo dal letto e mi preparo per questa giornata. Quando esco dalla doccia, controllo nuovamente i messaggi, né trovo uno di Ana.

« Buongiorno! Sarebbe piaciuto anche a me trovarti stamattina. Ti ringrazio per aver organizzato la colazione. È stato carino. Si, a dopo. »

Sorrido come un idiota nel leggere il suo messaggio. Le sarebbe piaciuto. Voleva che restassi con lei. Oh, amore mio..

Questa mattina sono sommerso dalle riunioni, ma il mio pensiero va dritto ad Anastasia. Devo vederla, ho bisogno di lei, e qui non riesco a concentrarmi.

« Che ne dite? » chiede il mio cliente.

« Dico che è nel meglio fare una pausa. » dico a denti stretti e lui annuisce. Prima che possa rendermene conto sono fuori dalla sala riunioni, decido di chiamare Anastasia.. Ho Bisogno di sentirla.

« Hey.. » risponde.

« Hey.. Come stai? »

« Bene, per quanto possa stare bene, nelle mie condizioni. » risponde.

« Non è permanente, Ana.. » cerco di consolarla.

« Già. » fa una pausa « Tu come stai? »

« Mi annoio a morte.. Tante riunioni. » dico sbuffando. Lei ridacchia. Oh, cosa darei per vederla ridere in questo momento.

« Mi manchi. » sospiro.

« Anche tu. » sospira a sua volta.

« Devo andare. Passo dopo, okay piccola? »

« Si, a dopo. »

Dopo due ore finalmente mi lasciano andare, mi precipito a casa di Anastasia. Suono il campanello e lei viene ad aprirmi.

« Ciao.. » sorrido.

« Ciao! Entra.. » mi fa entrare.

« Hai mangiato? » le chiedo, e chiudo la porta.

« Si. Ho ordinato per telefono e la portiera mi ha portato la consegna qui. » dice, mi appoggio al tavolo della cucina.

« Non dovresti stare qui da sola. » mi massaggio la fronte. « Potresti stare da me. » suggerisco.

« Cosa? No, non se ne parla.. » ribatte lei.

« No, Ana.. Non accetto scuse. » rispondo a denti stretti. Lei mi fissa. Mi inginocchio davanti a lei e sospiro « Scusa. È che non voglio che stai qui da sola. »

« Magari ci penso su.. » mormora.

« Okay.. » sorrido. Lei alza gli occhi verso di me. « Cazzo, ti devo baciare. » mormoro senza fiato e le infilo la lingua in bocca, accarezzandole il viso. Lei geme nella mia bocca, e le sue mani vagano tra i miei capelli.

« Oh, ti amo Christian.. » mormora senza fiato contro la mia bocca, anche se la sua faccia è molto triste.

« Sei tutto per me. » le dico, prendendole il viso tra le mani. « Lo sai, vero? »

« Si, lo so. » annuisce e mi sorride. E ci baciamo di nuovo.

Ana & Christian • Once in a lifetime.Where stories live. Discover now