Queste vacanze di Natale sono volate.Chi, come me, vive lontana da casa per studiare, sa cosa vuol dire, sa cos'é l'immensa felicità di tornare a casa dopo mesi, ritornare dalla propria famiglia, rivedere gli amici di una vita.
Mia mamma, come ogni volta quando tornavo a casa, mi aveva viziato in una maniera impressionante, cucinando le mie pietanze preferite, portandomi la colazione a letto, portandomi a fare shopping , e ho amato ogni istante passato con lei.
Mi era mancata tanto, così come le mie amiche, la mia piccola città.
L'odore e i colori del mio amato sud mi erano mancati come l'aria, così come però, avvertivo, ogni giorno di più, la mancanza di lui.In queste settimane lontani, eravamo stati in contatto ogni giorno, sentendoci tutte le volte in cui era libero dagli allenamenti, e tornava a casa sua, sempre riempita dai suoi amici e qualche suo familiare.
Odiava rimanere solo, ed ogni occasione era buona per invitare a stare con lui le persone più importanti della sua vita.Nel giorno di Natale, non so come, ho trovato di fianco all'albero un immenso mazzo di rose bianche da parte sua, le mie preferite.
Come regalo aveva scelto un bellissimo abitino elegante, che avevamo visto in una vetrina di un negozio di Torino, e che volevo tornare a prendere per la festa di Capodanno, che avrei trascorso con i miei amici, ma poi era finito nel dimenticatoio.. ma non per lui.Io, nel mio piccolo, mi ero impegnata a nascondere tra i rami del suo, di albero, anche il mio semplice regalo, un sacchetto con dentro delle foto stampate di noi, in un momento di pazzia, quando ci siamo ficcati in una di quelle cabine per fare quegli scatti istantanei, come due ragazzini, mettendoci in posa con facce diverse, serie, buffe e innamorate.
Lui aveva scelto di incastrarle in una cover del suo cellulare.
Per colpa sua, il pranzo in famiglia mi aveva tenuta al centro dell'attenzione dal primo all'ultimo istante.
Nella famiglia di mia madre non esistevano parenti che non seguissero il calcio.
Chi non lo faceva non era degno di appartenervi.
Perciò l'argomento principale era stato solo ed esclusivamente lui, ed io con lui.Sorrido, nel ricordare il momento in cui mi ero allontanata dalla tavola, poco prima del dolce, per rispondere ad una sua chiamata, e quando ero tornata in sala tra i miei parenti ancora con il telefono all'orecchio li trovai tutti in silenzio, attenti alle mie parole e ai miei movimenti.
Ero scoppiata a ridere e pochi attimi dopo la chiamata è diventata una cosa di gruppo, con tanto di miscuglio di italiano e spagnolo per farsi capire meglio, mentre Paulo rideva, perché riusciva a capire l'italiano meglio di mio nonno ultra ottantenne, che da capo tavola ci osservava tutti, scuotendo la testa rassegnato.Le mie amiche, invece, erano letteralmente impazzite, felici per me e incredule per come tutto fosse successo, e scusandosi se, a volte, avevano fatto commenti espliciti su di lui, quando, spesso, le avevo costrette a guardare qualche partita con me.
Ma, si sa, tutte le cose belle prima o poi finiscono, così, soltanto due settimane dopo, mi ritrovavo di nuovo in viaggio verso la mia seconda casa da qualche tempo, Torino.
Partire il giorno dell'Epifania era ancora più triste, e in treno non c'era quasi nessuno, ma il sapere di rivedere Paulo, Roby, Simona e gli altri ragazzi rendeva tutto comunque bello.
La squadra era a Cagliari, per la prima trasferta dell'anno, mentre io e le altre compagne avremmo visto la partita a casa di Roby, prima di partire per le vacanze.
Paulo aveva insistito e fatto di tutto per farmi organizzare con gli esami e lo studio, per poter andare in vacanza con lui, approfittando del fatto che la squadra avrebbe avuto ben 9 giorni di riposo, e lui non vedeva l'ora.

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Más que nunca - Paulo Dybala
FanfictionLa storia di un viaggio. Di un incontro casuale ed inaspettato. La storia di Beatrice, che realizza un sogno e ne incrocia un altro, dopo un passato nero e pieno di brutti ricordi. La storia di una ragazza forte e senza paura, ma che dietro i lung...