Insostituibile - Capitolo 5

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Abby's pov.
Mi muovo a disagio sul letto, cercando di recuperare il sonno nuovamente perso a causa dei bruschi movimenti del jet.
Odio volare.
Come se non fosse successo niente, accanto a me, Christian dorme profondamente.
Istintivamente vorrei buttarlo dal jet, o anche pestarlo fino a fargli sanguinare le gengive o prenderlo a calci nel punto che ogni uomo custodisce con massima allerta.
Sarebbe una bella idea.
Ma capendo e sapendo che senza di lui non riuscirei a concludere nemmeno un giorno, mi trattengo.
Ah, l'amore.
Non è un caso se si definisce lui stesso bastardo.
Dopo la sua uscita di scena con il crollo nel mondo dei sogni, mentre lo sistemavo meglio sul letto, ho avuto il piacere di imbattermi nella causa del suo sonno "improvviso".
Teneva in tasca uno strano oggetto a cilindro, così incuriosita ho violato la sua privacy, trovando uno stupido flacone di altrettanto stupide pillole per il sonno.
Sì, delle dannate pillole per il sonno.
È impensabile, e altrettanto inammissibile ciò che è arrivato a fare pur di nascondermi la meta del nostro viaggio.
Credeva che non sarei arrivata a scoprirlo? Che non ci sarei riuscita?
Che tristezza.
Non si sbagliava lo stronzo.
Non ho trovato nulla da nessuna parte. Né nel cellulare né nelle tasche dei suoi maledetti e sexy jeans.
Completamente pulito, e io completamente delusa.
Odio dover dargli retta, odio anche farlo vincere!
Ma può stare certo che verrà ripagato bene per quest'ultima pagliacciata.
Ross, te la farò pagare cara. Molto cara.
Scocciata scalcio via la coperta e, dopo essermi infilata gli stivaletti, decido di andare a fare un giro di perlustrazione del jet.
Come se fosse un castello.
Fuori dalla stanza, seduti nei rispettivi sedili, Gillian e Peter sonnecchiano beati.
Ma solo io non riesco a dormire tranquillamente?
Ruoto gli occhi al cielo, e sospirando rumorosamente mi avvicino ai sedili dove eravamo seduti noi.
Ci sarà qualcosa che mi possa permettere di incastrare mio marito, no? Devo solo cercare attentamente.
Ce la puoi fare Abby.
Apro il vano portabagagli che sovrasta i sedili, e mi ritrovo davanti una serie di borsoni.
Potrei prenderne uno a caso. Ma chi mi assicura che siano nostri, e non di Gillian o Peter?
Accecata comunque dalla curiosità ne scelgo uno a caso.
È un piccolo borsone a tracolla nero.
Sembra che la fortuna sia dalla mia parte, perché ricordo di aver visto nelle nostre cabine armadio un set di valigie simile al borsone in questione.
Sulle mie labbra si stampa un raggiante sorriso di vittoria, mentre il palato pregusta il sapore della vittoria.
Lo appoggio su uno dei sedili, e dopo essermi accertata che non fossi al centro dell'attenzione, faccio scorrere le cerniere.
Ovviamente ho cantato vittoria troppo presto.
Ovviamente.
Al suo interno ci sono solo vestiti. I 'miei' vestiti.
"Ma vaffanculo!" borbotto scocciata.
Richiudo malamente il borsone e lo sollevo sulle braccia, per sistemarlo nuovamente dentro e trovare la mia prossima vittima.
Ma, ancora una volta, la sfortuna fa capolino nella mia vita.
L'hostess di volo che assiste Christian durante i suoi innumerevoli viaggi di lavoro esce dalla cabina dei piloti, lanciandomi occhiate di pura e semplice perplessità.
Ci mancava solo lei adesso!
"Mrs Ross, ha bisogno di qualcosa?" domanda spostando lo sguardo dal mio viso, alle mie braccia protese verso il vano portabagagli.
Vorrei che ti togliessi dalle palle, perché sto cercando un fottuto indizio per scoprire dove mi vuole portare mio marito!
"Ecco, avrei bisogno di alcuni medicinali che prendo durante il volo" sorrido nervosamente improvvisando una scusa sul momento.
"Oh, e ricorda in quale quale bagaglio le ha messe?" domanda lei suscitando in me il dubbio se fosse normale o meno.
Se sapevo dove fossero stati collocati gli indizi non li cercherei come una disperata!
"Ehm, no. I bagagli li ha fatti la governante. Non so dove siano" mormoro con il vocino dolce, mentendo schifosamente.
Cosa mi tocca fare!
La ragazza mi sorride, e annuisce.
"Sarò felice di aiutarla signora".
Mi affianca e con molta grazia si protende verso il vano portabagagli per aiutarmi a trovare ciò di cui ho bisogno, mentre io per non perdere l'equilibrio mi appendo all'anta  come una scimmia.
"Ricorda la fantasia o il modello della sua valigia?" mi chiede.
In realtà no. Quale sarà?
Nella mia mente fa capolino un'idea.
Ho un vago ricordo dei bagagli che utilizza mio marito in occasione dei viaggi.
Per un attimo smetto di ragionare come Abby, e ragiono come donna.
Normalmente siamo noi donne che ci facciamo mille complessi: quale valigia è più capiente, quale quella cne si abbina al look scelto per andare all'aeroporto e così via.
Gli uomini sono schifosamente monotoni e, se è il caso di dirla correttamente, sono molto più rapidi nell'organizzazione.
Sanno cosa vogliono e come la vogliono.
Et voilà, magicamente hanno già tutto perfettamente pronto per partire. Nelle loro valigie ci entrerebbero tranquillamente l'intero globo, e non si lamentano mai per aver dimenticato qualcosa di importante. Cosa che nel caso delle donne è di rito.
Mio marito ovviamente non è un'eccezione.
Nonostante abbia diversi modelli di valigie con altrettanto diverse misure, è affezionato ad un set grigio metallizzato della Calvin Klein. In esse ci infila di tutto, ed è sempre in ogni circostanza l'impeccabile uomo d'affari americano senza un capello fuori posto con tutto a disposizione!
Quanto lo invidio per tanta compostezza.
Ritornando alla mia ricerca non dubito che le abbia portate anche oggi. Soprattutto se ha preparato lui stesso bagagli.
Sulle mie labbra si stampa un raggiante sorriso.
"Ricordo di aver visto un trio di valigie grigie. Forse sono contenute in quelle" provo a dire.
"Sono piccole?" si informa.
"No, saranno più o meno grandi così" le mostro velocemente le misure approssimative degli oggetti, mentre lei si morde il labbro.
"Oh, allora credo che siano state caricate nella stiva" mi comunica la ragazza "I bagagli più spaziosi li sistemiamo sempre lì".
Rilasso le spalle delusa.
Non avrò speranze di conoscere la meta.
"Ok..." sospiro "La ringrazio comunque dell'aiuto".
"È il mio dovere Mrs Ross" annuisce educatamente "Ma lei è sicura di poter viaggiare senza assumere quei farmaci? So che è anche in attesa, non vorrei che le succedesse qualcosa signora".
"Sì, stai tranquilla" sorrido "Posso anche viaggiare senza usarle. Ti ringrazio per il pensiero".
Come se avessi mai usato farmaci per viaggiare in aereo.
"In ogni caso, se ha bisogno sono nella cabina dei piloti. Non esiti a chiamarmi".
"Certo, grazie" annuisco.
Richiude con cura il vano portabagagli, e dopo avermi rivolto un veloce saluto si incammina verso la sua cabina.
Privata di ogni briciolo di speranza mi ritiro nella stanza, quando uno sbadiglio attira la mia attenzione.
Alle mie spalle, stiracchiandosi tranquillamente, Peter si risveglia dal suo riposino.
Appena mi nota in piedi si allarma un po', affrettandosi a chiedermi per quale motivo fossi lì. Con un'espressione da reduce di un triste evento.
"Tutto bene signora?".
Nella mia mente balena una seconda idea.
Peter e Christian sono strettamente legati. Non mi stupirei nemmeno se quest'uomo conoscesse il numero di scarpe di mio marito, o quale fosse il suo colore preferito o anche soltanto il tipo di colazione che preferisce.
Di conseguenza, potrebbe sapere qualcosa su dove tiene quello di cui ho bisogno.
Ma come posso attirarlo nella mia trappola?
L'aver mantenuto un'espressione neutra ed un silenzio religioso porta Peter a preoccuparsi seriamente.
Ciò di cui ho bisogno.
"In realtà no Peter. Ho un po' di nausea, e cercavo delle pillole che normalmente utilizzo quando viaggio in aereo".
Una volta avergli rifilato la stessa scusa usata con l'hostess, aspetto con pazienza che abbocchi. Proprio come attende un pescatore in riva al fiume. Calmo, ma vigile.
"E non le ha lei a portata di mano?"
"No" scuoto la testa "Christian mi aveva detto che le aveva messe in una delle sue valigie. Ma non so dove le abbia messe".
"Perché non lo chiede a Mr Ross?" domanda lui, come suo solito, troppo guardingo.
"Se fosse sveglio l'avrei già fatto. Ma lui dorme profondamente, e io non ho avuto cuore a svegliarlo".
Qualora dovessero premiare qualcuno per la maestria con cui mente, credo di avere buone possibilità per vincere!
Acclamami popolo.
"Oh capisco signora" pronuncia queste parole allentando velocemente la cintura di sicurezza "Se non sbaglio i bagagli a mano di Mr Ross dovrebbero essere in quella sezione del vano portabagagli. Lì signora" indica sopra alla mia testa.
Seguendo il suo dito puntato alle mie spalle mi ritrovo davanti un'altra anta del vano che, con l'aiuto di Peter, scopro contenere altri due borsoni.
Il duo da aggiungere a quello che ho trovato poco fa.
''Mi aiuteresti a prenderle?'' domando abbozzando un lieve sorriso, e cercando di depistare la sua attenzione.
''Ma certo signora'' annuisce.
Mi chiede di fargli spazio e si affretta a scendere i due borsoni.
Appena li appoggia sui sedili l'istinto è di saltare addosso a quei poveri oggetti, ma la presenza di Peter mi frena. Vorrei un po' di privacy per cercare in pace i famosi 'indizi'.
Non parlo, mi limito a lanciargli un'occhiata. Una muta richiesta.
Non faccio nulla se non ti sposti.
Tanta educazione.
Credo che mi abbia letto nel pensiero perché, dopo avermi rivolto un breve e goffo sorriso, torna alla sua postazione. Seduto, lontano dal mio raggio d'azione.
Soddisfatta del suo allontanamento mi fiondo sui borsoni, rovistando con furia tra la sua roba.
Camicie, magliette, pantaloni, boxer e calzini.
Cazzo, nulla per me.
Lo ammetto è furbo il bastardo, ma io lo sono di più.
Questa non è una guerra tra marito e moglie, è una guerra tra sessi. Maschi contro femmine.
Noi siamo decisamente molto più furbe, ed è con questa furbizia che vincerò.
Troverò qualsiasi cosa, anche un piccolissimo pezzo di carta che mi riveli i suoi piani.
Pezzo di carta.
Per l'ennesima volta il mio cervello sforna una nuova idea.
Pezzo di carta è uguale a documenti. Documenti è il riassunto di passaporto.
Passaporto è sinonimo di vittoria. La mia vittoria.
Sistemo penosamente e frettolosamente la roba di Christian nel borsone, e cerco tutti i documenti che si usano durante un viaggio.
All'interno del secondo borsone mi attende l'amata fortuna.
Dinnanzi ai miei occhi ritrovo un piccolo borsellino a tracolla con tutto quello di cui ho bisogno.
I documenti. Tanti, tantissimi documenti.
Mentalmente scoppio in una malefica risata, ballo la danza della vittoria e mi preparo per sbattergli la vittoria in faccia.
Arrivo marito, arrivo.
Sempre con l'aiuto della mente malefica recupero una felpa di mio marito che indosso per nascondere sotto il borsellino.
''Peter'' squittisco con voce schifosamente squillante ''Ho sistemato tutto e ho trovato ciò che cercavo. Saresti tanto gentile da sistemarli al loro posto? Non riesco a sollevarli'' gli faccio presente. Un po' di verità e un altro po' di cruda menzogna.
''Può ritirarsi nella sua stanza signora, me ne occupo io dei suoi bagagli''.
''Grazie Peter''.
Senza mai voltargli le spalle, con un raggiante sorriso sulle labbra, indietreggio lungo il corridoio del jet.
Sono completamente innocente.
So che posso attirare tutti i sospetti di questo mondo, ma ho ben altro in testa.
Sfottere mio marito per tanta prevedibilità? Sì.
Chiudo la porta alle mie spalle e tiro fuori il borsellino.
Aprendolo trovo come previsto il passaporto. In prima fila quello di mio marito.
Christian si è girato sulla schiena e continua a dormire tranquillamente, ignaro del piano malefico che sto montando sulla sua testa.
Prima di avvicinarmi a lui prendo la bottiglietta d'acqua. Proprio quella che aveva usato con me, per incastrarmi nel suo pessimo piano.
Sfilo gli stivaletti dai piedi e, gattonando sul materasso vuoto, raggiungo il corpo accasciato su di esso. Mi metto a cavalcioni su di lui e apro la bottiglietta per rovesciare il suo contenuto in faccia al mio adorato marito.
Si risveglia emettendo un ringhio di puro fastidio. E quando prova a mettersi seduto lo spingo nuovamente a sdraiarsi.
''Che cazzo fai Abby?'' sbraita scocciato.
Lui scocciato, capita la battuta?
Evidentemente non hai capito una mazza mio caro.
''Oh io nulla mio amore'' rispondo languida ''Volevo solo un po' di compagnia, e visto che la tua pillola ha fatto già gran parte del suo effetto mi son detta, ma perché non lo svegli un po'?''.
Sentendo la mia ultima affermazione si sveglia veramente.
Mi osserva con occhi terrorizzati.
Non te l'aspettavi tesoro? Ancora manca il bello.
''Ma di cosa parli? Quale pillola? Su, lasciami dormire'' continua a fingere.
Razza di troglodita schifoso.
''Ti dice qualcosa questo flaconcino? L'ho presa da qui'' indico la sua tasca ''Guarda caso manca una pillola, una sola capisci? È nuova la confezione''.
''Io...'' balbetta nuovamente.
Adoro quando balbetti tesoro.
''Fa niente Christian'' lo interrompo guadagnandomi le sue espressioni di pura perplessità ''Lasciamo sorvolare la tua pagliacciata, ho altro di più importante da dirti. O meglio farti vedere'' annuncio con un ghigno.
''Posso spiegarti...''
''Zitto!'' scuoto la testa ''Fammi finire di parlare''.
Si zittisce e obbedisce al mio comando.
Molto bene!
''Cosa mi devi fare vedere? E potresti scendere da lassù? Mi distrai'' dice con fare ovvio.
''Oh no mio caro'' rido perfidamente ''Questa è la postazione giusta''.
''Per cosa?'' domanda impaziente.
Mi ritrovo catapultata in un contesto dove la mia voglia di sbattergli la verità è combattuta tra il manifestarsi e il lasciarlo soffrire.
Potrei optare per la seconda. Potrei lasciarlo cuocere nella sua stessa minestra.
Ma non sono il tipo.
La vendetta va servita fredda, ma io preferisco il contrario.
Calda, scottante. Da far bruciare la pelle al solo tocco.
''Abby? Ti muovi a parlare?'' chiede lo scorbutico.
''Certo tesoro'' mi burlo della sua pazienza ''Ma prima di parlare ho delle richieste da farti''.
''Di che si tratta?'' si informa subito.
''Voglio, anzi pretendo che per nessun motivo tu mi metta mani addosso mentre parlo''.
''Mi preoccupi. Sei sicura di star bene?''
''Christian'' lo guardo male ''Accetti o no?''.
''Perché non posso toccarti?'' domanda imbronciato ''Odio non poterti toccare, lo sai''.
''Lo so che non ti piace Christian. Ma non mi fido di me stessa. Potrei cedere, e potrei evitare di torturarti abbastanza''.
''Mi vuoi torturare?? Mm'' si morde il labbro con fare sensuale, mentre il mio sguardo si blocca su quel pezzo di carne trattenuto tra i denti.
Abby, Abby! Terra chiama Abby. Autocontrollo ragazza, autocontrollo!
Scuoto la testa per scacciare quei pensieri osceni e mi tocco l'angolo della bocca.
Niente bava per fortuna!
Mio marito ridacchia divertito.
È un completo bastardo, non smetterò mai di ripeterlo.
''Come vorresti torturarmi?'' domanda con voce roca.
''Smettila di tentarmi Christian'' lo rimprovero ''Vuoi sapere o no ciò che ti voglio dire?''
''Certo che voglio'' ribatte con fare ovvio ''Ma non può farti male un po' di sana collaborazione a letto. No?'' domanda accarezzandomi i fianchi.
Con molta noncuranza gli conficco le unghie nella pelle, facendolo ringhiare e ridere al contempo.
''Sei una stronza'' esordisce.
''Oh lo so maritino, e non sai quanto'' ribatto con fare arrogante.
''Su'' mi sistema meglio su di sé e mi appoggia le mani sul letto ''Prometto di non toccarti, così puoi parlare tranquillamente''.
''Prometti sul tuo onore?'' domando per assicurarmi.
''Sì sì, sul mio onore e su tutto quello che vuoi'' ruota gli occhi al cielo.
Finalmente soddisfatta metto in atto il mio piano ''Fai mangiare la polvere a Ross''.
''Volevo chiederti Christian, conosci il proprietario di questo borsellino?''.
Sento il suo corpo tendersi dalla sorpresa. O forse paura di essere stato scoperto?
''Abby, dove lo hai trovato? Dammelo subito!'' ordina afferrando l'oggetto.
''Ah, giù le mani dal borsellino!'' lo rimprovero con un leggero schiaffo sul dorso della mano ''Quindi, sai di chi è?'' domando nuovamente.
''Mio. È ovvio'' borbotta.
''Bene, e cosa c'è al suo interno?'' chiedo sempre più divertita.
''Hai visto cosa c'è dentro? O meglio, hai controllato i documenti?''
''Quindi ci sono i documenti, eh?''.
Chiude gli occhi imprecando tra sé, mentre cerca di mantenere la calma.
Che goduria per i miei occhi.
''Sono un coglione''.
''Un grande e grosso coglione'' correggo scoppiando a ridere ''Sapevo cosa c'era al suo interno. Ma poi mi son chiesta perché non farlo dire a te. Ed ecco che tu mi soddisfi pienamente maritino''.
''Ribadisco, tu sei una grande stronza''.
''Lo prendo come un complimento Mr Ross''.
''Sai anche dove andremo quindi? Per sicurezza non nomino la meta'' dice attento.
Rido. ''Quello non lo so ancora. Pensavo di scoprirlo davanti ai tuoi occhi''.
''Non penso proprio'' borbotta mettendosi seduto e afferrandomi per i polsi.
Da parte mia mantengo la calma.
''Tesoro, hai promesso sul tuo onore. Tu sei un uomo di parola. O no?'' lo provoco.
''Cazzo...'' sibila tra le labbra.
"Mantieni la parola o no?".
"Non mi importa non mantenere una promessa. Posso sorvolare perché la sorpresa è più importante".
"C'è un mini problema, ma proprio mini mini" ridacchio.
"Cosa?" sbuffa il mio amore.
"Visto che hai detto prometto su tutto quello che vuoi, mi sono permessa di promettere su di me. Se non mantieni la promessa...".
"Sei una stronza manipolatrice" sbuffa "Non posso credere che mi stai incastrando".
"Tutto merito suo Mr Ross. È stato lei ad insegnarmi come fare".
"Quindi vuoi rovinare la sorpresa?" domanda per farmi sentire in colpa.
Non funziona Ross.
"Sì, e non mi sento minimamente in colpa" aggiungo con un sorrisetto.
Non replica nulla, così mi permetto di procedere con il mio piano.
Recupero dal borsellino il passaporto di mio marito e lo apro, cercando di scorrere velocemente nelle pagine.
Quando trovo quella giusta è il mio cuore a perdere un battito.
La meta convalidata non è altro che Roma, in Italia.
Nella mia dolce e bella Italia.
La nazione che da sempre ho voluto visitare, e che adesso avrò il piacere di vedere con mio marito.
In viaggio di nozze.
Credo di sentire la testa del tutto leggera. Un qualcosa di incontrollabile e implacabile che monta in me.
Accidenti, l'Italia!
Incontro lo sguardo di Christian, e scoppio in un chiassoso gridolino di felicità.
Lo abbraccio, lo bacio e lo ringrazio a modo mio.
"L'Italia? Christian, stiamo andando veramente in Italia?" domando stupita "Io amo quella nazione! Non posso credere che tu mi stia portando lì! Non ci credo!".
Mi osserva con un sorriso pieno di soddisfazione, per poi annuire sicuro.
"Ti è piaciuta la sorpresa?" chiede.
Ed io non ho nulla da replicare contro.
Sa benissimo la risposta. E non vedo l'ora di scendere da questo maledetto jet.
Mia bella Italia, Abby Ross è nelle vicinanze!
 

Insostituibile Amore [3]Where stories live. Discover now