3. Tra lacrime e risate

751 27 0
                                    

Iniziarono a provare quando Alessio notò che a Giada stava scendendo una lacrima, allora fermò la base e la guardò.
« Perché piangi?» le chiese lui preoccupato.
Lei non rispose, si asciugò la lacrima e continuò a fissare il muro davanti a lei.
«Scusa Alessio...ma non ci riesco» disse lei uscendo dalla stanza piangendo.
Alessio non sapeva che fare, non sapeva se inseguirla o lasciarla un po' sola. Non sapeva se piangesse per colpa sua, se avesse detto qualcosa di sbagliato, se piangesse perché non le riusciva la canzone, o forse per qualche altro motivo che lui non conosceva.
Poi decise di andare da lei ma quando si trovò davanti alla porta della stanza di Giada si fermò ad ascoltare le voci che provenivano da dentro.
«Che è successo Giada?» chiese Sara preoccupata vedendo l'amica entrare in stanza piangendo e chiudersi in bagno.
«Dai esci, non farci preoccupare» le disse Miriam bussando alla porta del bagno.
Finalmente Giada uscì e asciugandosi gli occhi disse: «Non vi preoccupate, sto bene, non è successo nulla»
«Giada...non mentire, stavi piangendo. È successo qualcosa con Alessio?» le chiese Sara.
«No no. È stato solo un momento di tristezza, ma ora è passato» rispose lei per tranquillizzare le amiche.
Alessio che stava ancora ascoltando decise di entrare, bussò alla porta e Miriam lo fece entrare.
«Ragazze mi potete lasciare solo con Giada, per favore?» Chiese lui.
«Va bene» risposero le ragazze uscendo dalla stanza.
«Perché sei corsa via piangendo? Ho forse detto qualcosa di sbagliato?»
«No, tu non centri nulla, tranquillo»
«È allora che è successo?»
«Niente, non ti preoccupare, è stato solo un momento di tristezza.»
«Ti va di parlarne?»
«No, ormai è passato, sto bene, non serve»
«Giada, i tuoi occhi dicono il contrario, dicono che non stai bene. Ti farà bene parlarne con qualcuno, fidati» le disse lui accarezzandole il viso dolcemente.
«È solo che non mi piace quella canzone» rispose Giada.
«Forse non ti conosco ancora molto bene, ma non mi sembri il tipo di persona che piange perché non le piace una canzone» disse lui, poi aggiunse: «Dai fidati, ti voglio solo aiutare»
«Ok...quella canzone mi ricorda un momento molto brutto che ho vissuto 8 anni fa....e ogni volta che l'ascolto non posso evitare di pensarci.»
«Che momento?» Chiese lui.
«Ero in macchina con i miei genitori e mia sorella, stavamo ascoltando il nuovo cd dei Coldplay che era appena uscito, stavamo cantando insieme la canzone Fix you. Era la nostra canzone preferita e ci eravamo promessi che sarebbe stata per sempre la colonna sonora della nostra famiglia e del nostro amore.» Giada fece una pausa.
«È perché ora non ti piace più quella canzone?» chise Alessio non aspettandosi la risposta che le stava per dare Giada.
«Perché si è trasformata nella colonna sonora di un incubo, di una tragedia. Mentre cantavamo quella canzone, papà ha perso il controllo dell'auto e abbiamo avuto un incidente» le scese una lacrima.
«Mi dispiace, non lo sapevo» si scusò lui, poi aggiunse: «ma è finita bene, per fortuna. Tu stai bene e anche i tuoi genitori e tua sorella. Li ho visti ai provini, quando ti hanno accompagnato.»
«Loro non sono i miei veri genitori, o meglio sì, ma lo sono diventati quando hanno adottato me e mia sorella dopo quell'incidente. In realtà sarebbero i nostri zii, ma li chiamiamo comunque mamma e papà perché per noi sono stati fondamentali, ci vogliono bene come se fossimo le loro vere figlie e non ci hanno sempre appoggiato in tutto.»
«Quindi i tuoi veri genitori...» iniziò a chiedere Alessio, ma si bloccò a metà frase maledicendosi di averla iniziata.
«Non ce l'hanno fatta» rispose lei guardando il pavimento.
Alessio si sentì in colpa di averle fatto ricordare quel momento di nuovo. La guardò, aveva un espressione triste e le lacrime le rigavano il suo viso così dolce.
Alessio l'abbracciò e lei si strinse in quell'abbraccio che avrebbe voluto non finisse mai, si sentiva protetta tra le sue braccia.
«Perché non lasciamo le prove per domani e andiamo a fare un giro in paese? C'è la sagra e oggi è l'ultimo giorno» chiese lui con la speranza di tirarle un po' su il morale.
«Ma sono quasi le 10, domani iniziano le lezioni» disse lei asciugandosi le lacrime.
«Dai, ti prometto che torniamo per le 11» insistette lui.
«Va bene, andiamo» accettò lei.

Quando arrivarono alla sagra guardarono le bancarelle fino a quando non si ritrovarono davanti alle giostre.
«Gli autoscontri, ci salivo sempre con la mia migliore amica» disse Giada sorridendo.
«E con un amico sei mai salita?» Le chiese Alessio.
«No, perchè?» Chiese lei non capendo.
«Perché oggi proverai il brivido di salirci con me. Le piace l'idea, signorina Giada?
«Certo, signor Alessio»
Alessio comprò tre biglietti e salirono in un autoscontro, due volte guidò Alessio, la terza invece Giada.
Non smettevano di ridere e quella sera che era iniziata tra le lacrime finì tra le risate.

Alle 11 tornarono al residence.
«Questa è stata la nostra prima sera da alunni della scuola» disse Alessio.
«Sono stata bene con te, grazie Alessio» le disse lei.
«E di che, anch'io sono stato molto bene con te.» Rispose lui sorridendole. Lei ricambiò il sorriso e cercò le chiavi della stanza in borsa.
«Ci vediamo domani Ale, notte» disse lei aprendo la porta.
«Buona notte, piccolina» disse lui dandole un bacio sulla guancia.
Poi ognuno entrò nella propria stanza.
«Piccolina?» pensò lei.
Anche suo cugino la chiamava in quel modo e lei l'aveva sempre odiato, ma quel soprannome detto da Alessio sembrava avere un suono diverso, forse più dolce, e in fondo anche se le costava ammetterlo le piaceva quando la chiamava così.

Siamo Amore (Giada Agasucci e Alessio Bernabei ~ Dear Jack)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora