Il liceo Caravaggio è diviso in due fazioni: quella del Classico e quella dell'Artistico - comunemente rinominati Perfettini e i Fattoni. Questi due indirizzi da tempo immemore condividono lo stesso tetto ma non si può certo dire che vadano in perfe...
"In questo momento potrei morire Clem, io mi sento...così felice, non avevo mai provato cosa fosse la felicità, sono esattamente... dove voglio essere!"
Eternal Sunshine of the Spotless Mind (2004)
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Tengo le mie dita assurdamente strette sulla stoffa del colletto di Leonardo; stringo come se avessi la paura immane che lui possa sfuggirmi via, sparendo in una coltre di fumo, oppure, che possa semplicemente svignarsela attraverso la porta di casa in una mossa di puro dispetto. Ne sono più che consapevole, sono pensieri piuttosto illogici visto l'attuale stato delle cose, tuttavia mi spuntano fuori e basta, fanno capolino e immediatamente mi fanno venire in testa strane idee.
Un gesto proprio tipico di me.
Leonardo, intanto che mi crogiolo in sciocche riflessioni, non può fare a meno di sogghignare, decisamente divertito dalla mia ultima e inaspettata mossa.
Praticamente si fa guidare da me senza ribellarsi in alcun modo, mi lascia strada spianata, in tutto e per tutto alla mercé della mia volontà. Un po' come lo scorso sabato sera, quando l'ho spintonato sopra il cuscino del divano.
Anche in quel frangente si è fatto manovrare da me senza fiatare, una novità più che gradita.
«Che hai in mente di fare, cattiva Atena?» mi domanda Leonardo con tono carico di malizia e deliziosamente roco.
Già, che cosa ho in mente di fare?
Uhm, le opzioni sono veramente tante, infinite, quasi come le storie de Le mille e una notte.
Ho talmente una vasta gamma di scelte che mi è quasi impossibile optare a bruciapelo. La parte tentatrice e seducente di me, che lentamente sta venendo alla luce, comincia a prenderci gusto. Che sia un bene?
«Non è ovvio?» replico sostenendo il suo sguardo alquanto immorale e alquanto lascivo, alzando un angolo della bocca in un sorriso sghembo.
Il suo profumo inebriante giunge alle mie narici e mi travolge senza lasciarmi scampo. Roba che Leonardo potrebbe tranquillamente ribaltare la situazione per quanto abbia la guardia temporaneamente abbassata.
«E se io non te lo permettessi? Ci hai pensato?» mi chiede con della mera provocazione, conscio che mi avrebbe stuzzicata all'ennesima potenza.
Splendida mossa la negazione, o meglio, fingere di negarsi.
«Sei a casa mia, comando io» faccio per tutta risposta, spintonandolo e facendolo finire con le spalle contro la porta chiusa della mia stanza.
Inizio a essere carica di adrenalina, la percepisco salire dalle viscere esattamente come farebbe un orribile attacco di rabbia.
"Costanza, che cosa sei andata a combinare?", penso socchiudendo con grazia le palpebre.
«L'ospite è sacro, da quello che so» mi fa presente Leonardo, passandosi la mano fra i capelli spettinati.