<< Al tavolo otto hanno ordinato almeno un' ora fa. Qualcuno mi spiega dove diamine sono i piatti? Perché continuate ad essere tutti così tanto imbranati? Perché non mi date ascolto quando vi dico che c'è bisogno di fare le cose più in fretta? >> si sentì Tina gridare nella stanzina in cui alcune ragazze si occupavano di cucinare.
Capitava raramente che il capo si assentasse, e quando succedeva, molti di voi preferivano starsene a casa piuttosto che sentire la fastidiosa Tina gridare come se fosse chissà cosa. Già, quella ragazza non riusciva in alcun modo a controllare la sua rabbia, e quando le cose nel locale andavano rilento, se la prendeva con tutto il mondo, certe volte anche con i clienti.
Per mia grandissima fortuna, quella sera avevo il solo compito di portare le ordinazioni al tavolo. Non era di certo un compito semplice, ma almeno avevo la possibilità di andare avanti e indietro per il locale senza sentire la vocina acuta e fastidiosa di Tina. Nessuno al locale sopportava, perché oltre ad essere isterica, era anche parecchio antipatica. Era la figlia del proprietario, e per questo motivo pensava di poter avere il comando di tutti dipendenti, cosa assolutamente non vera, dato che la maggior parte delle volte nessuno le dava ascolto.
<< L'arpia sta continuando a dare fastidio alle ragazze in cucina? >> domandò all'improvviso Noemi, che era appena tornata da una consegna a un tavolo.
<< Eh già, dice che il tavolo otto ha ordinato un'ora fa! >>
<< Cosa? Non è assolutamente vero. Sara ha preso l'ordinazione dieci minuti fa! >> mi disse Noemi.
<< Immaginavo... Ma si sa. Tina è Tina. >> sbuffai.
Non appena feci il suo nome, uscì dalla stanza e attraversò rapidamente il corridoio con lo sguardo puntato su di me e Noemi. I suoi occhi verdi erano concentrati su noi due, e ci guardava come se in quel momento avesse voluto addirittura licenziarci senza alcun motivo. Camminava a passi rapidi mentre sistemava i capelli lunghi e rossi in un piccolo chignon.
<< Ed eccola arrivare... >> sussurrò Noemi accanto a me. << Mantengo la calma. Sì. Mantengo la calma e sto zitta, questa volta. >>
Noemi e Tina si odiavano. Tantissimo. Tina se la prendeva sempre con la mia amica, e Noemi le rispondeva sempre con rabbia e cattiveria... Una volta si stava quasi arrivando allo scontro con schiaffi, e tutte quelle cose là, ma io e le altre ragazze eravamo state in grado di fermarle! Inoltre, più volte Tina aveva cercato di convincere il padre a far licenziare Noemi, ma senza mai riuscire a convincerlo, perché lui, a differenza della figlia, riusciva a ragionare in modo intelligente e a prendere giuste decisioni. Domandavo spesso a Noemi perché non cambiasse lavoro, vista la sua difficoltà a gestire Tina, ma la risposta era sempre la stessa, ossia aveva paura di non trovarne un altro come quello che stava già facendo. Il locale le piaceva, camminare avanti e indietro pure, passavamo quasi tutte le serate insieme, e per questo Tina, per lei, era un problema che poteva essere anche non risolto. C'erano più aspetti positivi, anziché negativi.
<< Voi due. Mi spiegate che cosa state facendo qui immobili? Avete del lavoro da fare, o sbaglio? Noemi, mi stai ascoltando? >> domandò guardando la mia amica, che in quel momento sembrava avere la testa da un'altra parte, e subito capii perché. Ale, Ethan e altri ragazzi della band erano appena entrati nel locale e si stavano guardando attorno, in cerca di qualche posto. Ma certo! Ale me l'aveva anche detto che quella sera la sua band avrebbe suonato nel nostro locale, solo che io me l'ero completamente dimenticata.
<< Non ci sono persone che hanno bisogno di noi. E non sono ancora arrivate le ordinazioni dalla cucina! Cos'altro possiamo fare secondo te? >> rispose in modo poco carino Noemi.

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STARLIGHT
Teen FictionI corridoi dell'università sembrano infiniti, soprattutto per una matricola come Daisy. Tutto è nuovo e bellissimo per lei. Fino al giorno in cui, in quegli stessi corridoi, non incontra qualcuno che avrebbe preferito non rivedere. È Ethan, il suo m...